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Numero 1 del 2011

Il futuro in testa


Foto: Il futuro in testa
PAGINA 39

Testi pagina 39

PREMIO LETTERARIO
MARIA MESSINA

Dal 2004 l’Associazione Progetto Mi-
stretta, il giornale Il centro storico, l’As-
sessorato ai Beni Culturali della provin-
cia Regionale di Messina e il Comune di
Mistretta organizzano il premio lettera-
rio Maria Messina, un racconto per il cen-
tro storico, riservato alla narrativa. La
scrittrice verista, non ha conosciuto, in
vita, la fortuna che meritava. Vissuta in
un periodo storico difficile, affetta da
sclerosi multipla, ebbe tuttavia uno
sguardo ampio, laico e indipendente sulla letteratura dell'epoca.
Pubblicò a puntate su la Nuova Antologia quello che divenne La
casa nel vico/0, per Treves, ristampato dalla Sellerio, grazie a Leo-
nardo Sciascia a cui si deve la riscoperta. Nata nel 1887 a Paler-
mo si spostò dalla Sicilia all'Italia, per via del lavoro del padre, Ispet-
tore scolastico. Si stabilì a Pistoia, dove morì nel 1944. Pubblicò per
editori autorevoli, fu recensita da Giuseppe Antonio Borgese e da
Ada Negri. Fu ritenuta, da certa critica maschile, tra quelle che co-
stituivano il cosiddetto pericolo roseo per la letteratura. Le scrit-
trici avanzavano nella Nuova Antologia e facevano paura al ma-
schio che le voleva relegate al ruolo di madri e mogli. Mantenne
un carteggio con Giovanni Verga, da lei chiamato il grande cata-
nese, che ne incoraggiò la scrittura. Nel quinquennio trascorso a
Mistretta, nel Parco dei Nebrodi, scrisse e ambientò alcune novelle,
inserite nelle raccolte Pettini fini e Piccoli gorghi. Ad ottobre si è
svolta la VII edizione del Premio. La sezione scuola ha premiato
la studentessa Simona Lo Cascio, diciottenne, di Termini Imerese,
con il racconto 23 secondi(pubblicato nel sito: www.noidonne.org),
gli attimi che hanno cambiato L'Aquila. L’esperienza vissuta dal-
la giovane volontaria scout Agesci in una tendopoli diventa sim-
bolo di speranza e amore passando dal dolore profondo di chi ha
perso tutto. Altri premiati: Graziana Allegra, Roberto Terminelli, Lil-
li Blanco, Angela Mancuso, Francesco Cannatella e Luna Naytin-
ghel. Premio speciale a Giuseppina Torregrossa.



Mirella Mascellino

no i luoghi nei quali le donne, pur con tut-
te le restrizioni imposte dalla vita mona-
stica, riuscivano ad esprimere la loro creatività.



Rimanendo nell’ambito della musica profana con il Rina-
scimento si apre una stagione importante per le musiciste
che nelle varie corti riescono a praticare quest’arte.

L’esempio più famoso è quello di Ferrara con il Concerto
delle Dame. Si trattava di un gruppo di musiciste, esecutrici
e cantanti, che sotto la guida di Tarquinia Molza, cantante
e compositrice, si esibivano nei cosiddetti concerti di Mu-
sica Reservata. Questo termine stava a significare che era-

no concerti riservati solo al Duca e alla sua Corte. Le ese—
cuzioni musicali erano estremamente raffinate e invano le
altre Corti nel Nord Italia avevano tentato di attirare pres-
so di loro queste artiste.

Ancora all’inizio del 1600 Francesca Caccini, che lavorava
alla Corte fiorentina, figlia d’arte (il padre Giulio era un fa-
moso compositore), era assai più acclamata del padre al pun—
to da esserne maggiormente retribuita.

A noi è giunta una raccolta di sue musiche, che sono rara-
mente eseguite, ma da una lettura degli spartiti non si può
certo affermare che la loro musica sia qualitativamente in-
feriore a quella dei “compositori uomini” coevi.

Lo stesso valga per Maddalena Casulana, madrigalista vis—
suta in Toscana nel ‘500, e ricordata dal letterato senese Giu-
lio Piccolomini che la pone “tra i musicisti senesi che fio-
rirono con maggior lode”. Le opere di questa autrice sono
pubblicate nei vari volumi dell’antologia Il Desiderio, che
raccoglieva le composizioni dei principali madrigalisti del
tempo quali Orlando di Lasso o Cipriano de Rore.

Giova infine ricordare un’altra compositrice attiva sempre
nell’ambito delle Corte fiorentina quale Fausta Borghi.
La maggior parte di queste donne vive nelle Corti, ma per
esse si presenta spesso un ulteriore problema che è quello
della retribuzione.
È considerato di—
sdicevole, infatti,
che una donna sia
pagata per il pro-
prio lavoro, essen-
do il meretricio
l’unica attività per
la quale in genere
nel corso dei se-
coli la donna veni-
va retribuita.
L’esempio di Fran-
cesca Caccini e
quasi un’eccezio-
ne. Così come nel
caso della famosa
pittrice Sofonisba
Anguissola, ritrat-
tista ufficiale alla Corte di Spagna che non poteva firmare
i suoi quadri ed era pagata in tessuti e gioielli ma mai in da-
naro. La stagione del Rinascimento però è destinata a fini-
re e anche per le donne, specie dopo il Concilio di Trento,
diviene ancor più difficile avere propri spazi specie in am-
bito creativo.

Su wwwnoidonneorg la versione integrale dell’intervista
7"SIS Società Italiana delle Storiche

noidonne I gennaio I 2011







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