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Numero 11 del 2012

Futura: Il domani che è tra noi / 3


Foto: Futura: Il domani che è tra noi / 3
PAGINA 39

Testi pagina 39

proprio luogo di lavoro terreno politico, spazio pub—
blico; altre hanno posto l’accento sulla necessità di non
rendere il precariato un unico universale che renda dif-
ficile leggere la realtà nella sua complessità.
Ma il reddito di cittadinanza non è, per chi lo sostiene (in
prima linea il gruppo delle Diversamente occupate), equi-
valente a un “no al lavoro”. “Diciamo reddito non per—
ché diciamo no al lavoro tout-court - ha scritto Valeria Mer-
candino delle Diversamente oc-
. cupate in un commento su Pae—
stum apparso sul loro blog
X (16/10) - ma perché conosciamo
il lavoro che assorbe ogni singola
energia e che non permette di 1n-
‘21 i’m vestire più nulla 1n quello a cui
è: EE’i’FijîiTÎgEs E C. teniamo di più: n‘ella politica e
nelle relazioni’. Sta a noi tut-
te pensare alle pratiche politiche necessarie per rendere
il reddito di esistenza un’arma nelle nostre mani, nella di-
rezione di una universalizzazione dei servizi, oltre che dei
diritti, fuori dal controllo neoliberista”.
“Non poniamo nel reddito la candido sine qua non di
ogni possibilità di autodeterminazione femminile”, ha
precisato su Gli altri Angela Ammirati (11/10). “Non
consegniamo la nostra libertà alla speranza di un nuovo
diritto. La nostra interezza, non si gioca tutta qui, ma
anche nella ricchezza della ‘relazione’, la cui pratica e
forza, come il femminismo ci ha insegnato, modificano
l’esistente”.
Una pratica, quella della relazione, che a Paestum ha avu-
to modo di sperimentarsi anche nella dimensione del con—
flitto, o quanto meno della differenza tra la generazione
di quelle che a Paestum ci erano già state 36 anni fa e quel-
la di quante 36 anni fa non erano ancora nate.
Una differenza di sguardo, ma anche di modalità, che si
è manifestata esplicitamente nel gruppo di lavoro nu-
mero 9 nel quale il dibattito è riuscito a decollare sono
una volta nominate le divergenze che opponevano la
“vecchia guardia” e le “nuove forze” quanto a imposta-
zione della discussione. Perché se è vero che il “ricono—
scimento di soggettività delle giovani”
contraddizione con il riconoscimento di genealogia che
fa la storia e la forza del femminismo” (Dominijanni) è
altresì legittimo contestare la pretesa esistenza di una
“ortodossia” femminista che possa, per esempio, sancire
cosa è femminista e cosa non lo è.
“Siamo tutte femministe storiche”, ha azzardato Eleonora
Forenza. La storia d’altronde non è finita, per fortuna.

Qua—(..A

2-3.



non è “in

Per info sui prossimi appuntamenti:
http://paestum2012.wordpress.com/







LIDIA MENAPACE, ...A furor di popolo! ° e“

on l'introduzione di Rosanqela Pesenti e nel consueto
Cstile dell'autrice - partigiana, femminista, senatrice e .
scrittrice - che mescola riflessioni quotidiane ad analisi
teoriche, l’ultimo libro di Lidia Menapace è una mappa di
stimoli e spunti per orizzontarsi e capire i movimenti, la
società e la politica italiana. Dopo Lettere dal palazzo - un D
anno da senatrice (2007) la rivista trimestrale annuncia
..A furor di popolo!(pagg 134 pagine, euro 12,00 in ver—
sione cartacea; euro 6,00 in pdf).
Ecco un brano dal libro. “Il fatto è che non riesco a con-
cludere il libro, ogni giorno mi viene da scrivere qualcosa,
che si potrebbe aggiungere ancora, disponendolo qua e là.
Si potrebbe dire che forse non sto scrivendo un libro, ma
un diario. Però non è vero, non è così, dato che molte cose
trascuro, non perché inutili o insignificanti, ma perché non
sono di (teoria d') occasione, mentre altre sì, e quelle chie-
derebbero davvero di essere sempre aggiunte. Ho provato
a pensarci ed ecco quanto ho ricavato e che mi convince
che ora devo staccare e licenziare il testo senza commiato,
ma con un impegno da trasmettere, con una consegna da
passare, una cultura politica da costruire e agire. Infatti iI
libro si snoda con un andamento che è quello dettato dal-
l'occasione e lì fonda la sua metodologia. In sostanza, si
tratta di filtrare i fatti e le notizie che quotidianamente ac-
cadono e registrare attentamente quelli che interrompono
la continuità e iniziano una serie, e di prendere spunto per
riflettere: non è significativo l'ennesimo segnale di una
cosa o tendenza, ma i| primo che interrompe la serie sta-
tistica: può darsi che si arresti e rimanga un picco solita-
rio, può darsi che disegni una tendenza o mostri un
cammino agibile".



Nel sito www.mareaonline.it è disponibile l’indice, il primo capitolo e
una video recensione del testo. La biografia di Lidia Menapace,
redatta da Monica Lanfranco e Rosangela Pesenti è disponibile nel sito
www.encic|opediadelledonne.it/index.php?azione=pagina&id=lOi3.

Per ordini e informazioni: monicaJanfranco®qmail.com



noidonne | novembre—dicembre | 2012 37
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