Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 39
37Ottobre 2015
movimenti d’avanguardia. La Grande Madre deve molto a quella
mostra, ricordata in catalogo con un’interessante intervista dello
stesso Gioni a Lea Vergine.
Lungo il percorso, ordinato cronologicamente e per temi, le sug-
gestioni e gli spunti di riflessione sono molteplici. Troviamo, per
esempio, una foto che immortala un anziano dottor Freud accan-
to alla vetusta mamma (1925); Virginia Woolf posa per “Vogue”
(1926) con i vestiti della madre, perduta in giovane età; Julia
Warhola, mamma di Andy Warhol, è ripresa dal figlio mentre cu-
cina; l’inglese Gillian Wearing si fotografa nei panni di sua madre,
con indosso una maschera di cera modellata sul viso di lei (è il
manifesto della mostra).
In generale le avanguardie artistiche giudicano il soggetto
della maternità troppo legato alla tradizione, eppure alcuni
capolavori di Boccioni ritraggono proprio la mamma. E se la
futurista Marisa Mori dipinge L’ebbrezza fisica della maternità
(1936), la surrealista Meret Oppenheim raffigura in un delica-
to acquerello una donna che ha in braccio un bimbo appena
sgozzato. Il titolo è Immagine votiva (1931) e per l’artista rap-
presentava una specie di talismano per scongiurare gravidan-
ze non volute. Un’ampia sezione è dedicata alle battaglie fem-
ministe raccontate attraverso opere, filmati, documenti e mani-
festi originali; in una vetrina è perfino esposta una confezione
di Anovlar, la prima pillola anticoncezionale commercializzata
in Europa nel 1961. Un’altra sezione è dedicata alla guerra,
dalla madrepatria che divora i propri figli, al film La ciociara
(1960), fino alle madri coraggio di Plaza De Mayo.
Particolarmente toccante appare, circa a metà percorso, la sala
che ospita l’installazione del giamaicano Nari Ward, Grazia mera-
vigliosa (1993), realizzata con 280 passeggini raccolti dall’artista
per le strade e che parla di infanzia, ma anche di povertà. Il titolo
deriva dal gospel che si sente in sottofondo, cantato da Mahalia
Jackson. La mostra prosegue analizzando desideri e paure lega-
te alla maternità, con le opere di Louise Bourgeois, Carol Rama,
Nathalie Djurberg, Marlene Dumas, fino all’immaginario tecnolo-
gico del video di Pipilotti Rist.
Due iniziative accompagnano la mostra. Il progetto digitale sui
social media My Mommy is Beautiful di Yoko Ono e la performan-
ce di Roman Ondák. Ogni giorno una mamma insegnerà al figlio
di un anno a camminare negli spazi dell’esposizione, davvero un
bel modo per affacciarsi alla vita e all’arte. b
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