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Numero 6 del 2015

Cibo ribelle - Speciale donne arabe


Foto: Cibo ribelle - Speciale donne arabe
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Testi pagina 39

37Giugno 2015
Piper (New York, 1948), filosofa e artista concettuale. Pi-
per espone ai Giardini alcune grandi lavagne sulle quali è
scritta ossessivamente la sconsolante frase: “Everything
will be taken away”. All’Arsenale, invece, ha allestito tre
desk presso i quali il visitatore può compilare e sottoscri-
vere una propria dichiarazione di intenti, impegnandosi
poi a osservarla in futuro. Significativo anche il fatto che il
Leone d’argento a un promettente giovane artista sia sta-
to vinto dal coreano Im Heung-Soon (Seul, 1969), autore
di un’installazione video, Factory Complex, che indaga le
condizioni del lavoro femminile in Asia.
Affiancano la mostra di Enwezor le partecipazioni nazionali,
ben 89, allestite nei vari padiglioni. Quest’anno la presenza
femminile è notevole e numerosi sono i paesi che hanno
puntato tutto su una sola artista, alla quale hanno affidato
l’intero padiglione, con risultati di grande intensità, poesia,
ironia, forza e vitalità. Tra gli altri è il caso dei padiglioni degli
Stati Uniti (Joan Jonas), Russia (Irina Nakhova), Gran Bre-
tagna (Sarah Lucas), Giappone (Chiharu Shiota), Norvegia
(Camille Norment), Svezia (Lina Selander), Svizzera (Pame-
la Rosenkranz), Grecia (Maria Papadimitriou) e Australia
(Fiona Hall). Senza contare il padiglione dello Swatch affi-
dato alla portoghese Joana Vasconcelos, che ha ideato un
Giardino dell’Eden fatto di luminosi fiori artificiali.
Nel Padiglione Italia, curato da Vincenzo Trione, espon-
gono 15 artisti, ma tra loro le donne sono due: Vanessa
Beecroft (Genova 1969) e Marzia Migliora (Alessandria,
1972), che presentano due lavori di grande efficacia e
sensibilità. Durante la conferenza stampa Trione ha rispo-
sto così a chi gli domandava come mai avesse invitato
solo due donne: “Le scelte che ho fatto non sono sessiste
o geografiche, ma sono guidate solo dalla qualità della
ricerca, i nomi poi sono venuti da sé”.
La Santa Sede, che partecipa quest’anno per la seconda
volta dopo l’edizione del 2013, ha un Padiglione ispirato al
prologo del Vangelo di Giovanni: In Principio… la parola si
fece carne. Curato da Micol Forti, il Padiglione presenta il
lavoro di tre artisti: la colombiana Monika Bravo (1964); la
macedone Elpida Hadzi-Vasileva (1971) e il fotografo del
Mozambico Mário Macilau (1984).
La giuria della Biennale ha assegnato il Leone d’oro per
la migliore partecipazione nazionale all’Armenia, ma ha
deciso di dare una menzione speciale al Padiglione degli
Stati Uniti per la presentazione di Joan Jonas (New York,
1936). L’artista multimediale, pioniera del video e della
performance, che con grazia e sapienza porta lo spet-
tatore a interrogarsi sui rapidi e radicali cambiamenti del
nostro mondo e sul destino dell’umanità. b
56. Esposizione Internazionale d’Arte
venezia, Giardini – arsenale
fino al 22 novembre 2015.
www.labiennale.org
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Chiharu Shiota, The Key in the Hand, 2015,
Padiglione del Giappone (Photo by Sunhi Mang. Courtesy of the artist)
Sarah Lucas, I Scream Daddio, 2015,
Padiglione della Gran Bretagna (Photo by Cristiano Corte © British Council)
Marlene Dumas, Skull, 2013-15 (Courtesy of the artist)
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