Numero 5 del 2007
Happy new family
Testi pagina 38
Isa Bartalini, cineasta di professione(ha fatto il casting director per quasi
quaranta anni) e collezionista di storie
famigliari per passione, nel 1996, poco
prima di morire, ha fatto in tempo a ri-
ordinare parte del preziosissimo archi-
vio della sua famiglia, poi curato e pub-
blicato dalla di lei figlia Lilia Hart-
mann, raccontandoci tutta una serie di
"fatti veri" - come quelli narrati a lei
bambina dalla nonna Ida, al posto del-
le fiabe - e regalandoci un importante
spaccato di storia dell'antimilitarismo e
dell'antifascismo italiano.
Il protagonista principale del raccon-
to che si snocciola lungo le pagine del li-
bro di Isa Bartalini, intitolato "I fatti ve-
ri" è il padre Ezio (1884 - 1962), e anche
una serie di figure femminili, famigliari
e no, presentate in tutta lo loro luce di
forza ed eccezionalità in tempi abba-
stanza oscuri per le donne.
Tra queste nonna Ida, meno operosa
politicamente ma la più attiva nel tute-
lare e tramandare il patrimonio cultura-
le e i valori di una famiglia di grandi
ideali, considerati "sov-
versivi" per la durata
della sua intera vita. E
poi la "straordinaria"
Fanny dal Ry - "donna
intelligente, indipenden-
te e colta aveva messo
in pratica in prima per-
sona le idee del femmi-
nismo, battendosi alla
pari nei campi della po-
litica, generalmente
considerati riserva ma-
schile" - protagonista,
accanto ad Ezio, del pe-
riodico genovese "La Pa-
ce", "strumento di base
di un'epica lotta che du-
rerà 12 anni", dal 1903
al 1915, e che avrà dif-
fusione abbastanza am-
pia (4000 copie inizia-
li!) non solo in Italia ma
anche all'estero: "Svizze-
ra, Francia, Germania,
Stati Uniti, Canada, Ar-
gentina, dovunque si
trovano i nostri emigra-
ti". Sulla vicenda di
questo "periodico quin-
dicinale antimilitarista"
proibito e sequestrato più volte per via
dell'esplicito antimilitarismo, vale la pe-
na soffermarsi. Nonostante il linguaggio
propagandistico e retorico tipico del
tempo, "La Pace" si distingue dalle altre
riviste dell'epoca per il contenuto della
"epica lotta che conduce". Ezio Bartalini
e Fanny dal Ry non condividendo la po-
sizione della maggioranza del Partito
socialista secondo cui l'eliminazione del
capitalismo doveva precedere qualsiasi
altro cambiamento, si impegnano fin da
subito "a spiegare la maggior possibile
attività nella propaganda antimilitari-
sta" persuasi che "il militarismo, le al-
leanze militari, gli armamenti e la guer-
ra, perpetuino una situazione di sfrutta-
mento, di servaggio, di divisione e di
tragico sacrificio del proletariato e che
l'esercito sia lo strumento essenziale di
questo strapotere capitalistico" (pag.
51).
In un contesto in cui era già sovver-
sivo esortare i militari a rifiutarsi di ve-
nire usati come strumenti di repressione
contro le manifestazioni operaie o de-
nunciare i maltrattamenti subiti dai sol-
dati di leva, "La Pace" si distingue dalla
maggioranza progressista del tempo per
il suo opporsi a "quella concezione di
patriottismo, che fa della patria un mi-
to astratto, al quale il popolo si deve sa-
crificare per la salvaguardia o l'affer-
mazione degli interessi di una minoran-
za privilegiata. La guerra contrappone i
popoli e li accomuna nel sacrificio,
mentre l'internazionalismo unisce le pa-
trie per la costruzione della giustizia,
della libertà, del benessere nella pace"
(pag. 85).
L'impegno politico pacifista di Ezio e
Fanny, uniti da "libero amore" (conside-
rato una forma elevata di convivere ci-
vile), non si limita all'enunciazione di
buoni propositi nelle pagine del giorna-
le da loro redatto, ma si compie nel mi-
schiarsi tra la gente a parlare con ogni
persona, entrando anche nelle caserme
e nelle industrie: convinti come sono che
"l'obiettivo essenziale" sia "conquistare
le coscienze… penetrare prima di tutto
nel cuore, nella, mente, nell'anima del
popolo" e non solo provocare delle dis-
cussioni parlamentari, pur importanti,
sulle questioni concernenti la riduzione
delle spese militari o il miglioramento
delle condizioni di vita dei soldati nelle
caserme. E ancora non erano tempi in
cui l'abolizione dell'obbligo di leva o la
conversione delle industrie belliche po-
tessero essere temi all'ordine del giorno
in parlamento.
Il loro anelito pedagogico è riscon-
trabile anche dal fatto che, accanto al
totalizzante impegno politico che li ve-
de subire molte incriminazioni e una co-
stante vigilanza poliziesca, i due "pio-
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Il coraggio di essere minoranza
Pacifisti
Giovanna Providenti
Primo numero de "La Pace", 3 agosto 1903
Lilia Hartman