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Numero 11 del 2009

Sex love & ...


Foto: Sex love & ...
PAGINA 38

Testi pagina 38

novembre 2009 noidonne38
La manifestazione del 3 ottobre indet-ta dalla Federazione Nazionale della
Stampa (FNSI) è riuscita e le donne
(tanti anche i giovani) c'erano, ma con
distinguo e critiche. Sul tema "Le nostre
pratiche, le loro parole: donne - politica
- informazione" si era tenuto in prece-
denza un dibattito alla Casa Interna-
zionale delle donne (Roma) e in quella
sede era stata richiesta "una onesta au-
tocritica di giornalisti/e, direttori in te-
sta, sulla loro ignoranza colpevole pro-
prio perché dovuta alla totale assenza
di curiosità" poiché le donne non hanno
mai taciuto, ma silente è stato il sistema
dell'informazione. "Pochissimi sono i
colleghi, un po' di più le colleghe inte-
ressate a capire il perché delle pratiche e
del linguaggio politico di chi continua a
mantenere il punto su quella rivoluzio-
ne permanente e non cruenta che va sot-
to il nome di femminismo o femminismi
- hanno scritto Francesca Koch e Marina
Pivetta -. Da decenni molte donne si so-
no intestardite a portare avanti questa
nuova cultura considerandola indispen-
sabile per la salute politica di questo
povero Paese. Salute oggi minacciata da
una violenza così aggressiva da per-
meare ogni cosa..... Una aggressione ca-
muffata di volta in volta o in guerra di
religione, o in guerra economica, o in
guerra mediatica e non da ultimo in
guerra politica". Le femministe sono
molto preoccupate per le deformazioni
che la cronaca ha apportato al concet-
to di sessualità, connettendolo in modo
perverso al concetto di potere. "'Il perso-
nale è politico' si è trasformato in 'il pri-
vato è politico' con tutte le conseguenze
che oggi abbiamo sotto gli occhi. Oppu-
re l'elaborazione e le pratiche relative
alla libertà di poter decidere sulla pro-
pria sessualità, sul proprio corpo sono
state aggredite dalla volontà di annul-
larne ogni valore etico per ricondurre il
tutto a espressione di bisogni quantita-
tivi propri della cultura del 'libero' mer-
cato. Così il corpo si fa merce, acquista
una proprietà transitiva, perde la forza
dell'Io-dell'io sono mia. Diventa proprie-
tà altrui". Si sente un'urgenza di interve-
nire, di agire in modo che "tutte le diffe-
renze che si sono articolate in questi an-
ni trovino un denominatore comune ca-
pace di farsi parola attiva, visibile, mo-
bilitante". La comune esigenza delineata
è stata di "riattivare quella rete carsica
capace di riproporre in ogni città il di-
battito su questi ma anche su altri temi
da individuare. Così da arrivare al 21
novembre ad una manifestazione nazio-
nale". Analoghe preoccupazioni ma di-
versa prospettiva hanno animato il di-
battito del 10 ottobre, sollecitato dal
documento Sesso e politica nel post pa-
triarcato ("il manifesto") firmato da Ma-
ria Luisa Boccia, Ida Dominijanni, Ta-
mar Pitch, Bianca Pomeranzi, Grazia
Silenzi e parole
Mai state zitte
concetti e autori di Emanuela Irace
A proposito di libertà di stampa
"C’è tanto da fare, tanto da studiare"
Rosa Luxemburg
Mi domando se dietro il concetto "Libertà di stampa" sia compresa anche l'assenza
di proposte concrete da parte dell'opposizione. Mi chiedo cioè se il pool di anali-
sti, che da sinistra lavora per trovare alternative alla Finanziaria, alla riforma della
scuola, ai problemi del lavoro e della politica estera, siano stati ridotti al silenzio o
peggio censurati. Il concetto di "libertà di stampa", di per sé ideologico quanto
ambiguo, stipa sotto l'ombrello del condizionamento degli organi di informazione,
anche disinformazione, superficialità e autocensura. Denunciare l'anomalia di
stampa e tv in Italia e la continua violazione delle regole del gioco democratico da
parte del Presidente del Consiglio, è dovere della cronaca quanto sottoporre ai let-
tori-elettori le manovre che si intendono realizzare per iniziare il processo riformi-
sta. Informare significa raccontare cosa succede in casa propria. Quali obiettivi si
perseguono, quali contromosse si preparano, in concreto e a favore della colletti-
vità. Vorrei leggere oltre agli strappi della politica "gossippara", cinque punti sull'e-
conomia, sulla sanità, sulla scuola, su Europa-Usa e Medio Oriente. Mi domando
se dietro questa "libertà di stampa", tanto gridata e manifestata, non si nasconda-
no gli opportunismi di una lobby liberal e di sinistra, attenta a non pestare i piedi
ai veri potenti. Quelli che decidono chi può avere il nucleare e chi no. Chi può vio-
lare impunemente il diritto internazionale e le risoluzioni dell'Onu senza incorrere
in sanzioni. Chi può pubblicare le foto dei cappi di Theran e non quelle dei bambi-
ni di Gaza uccisi dalla sete e dall'embargo. Chi può non raccontare di un'Europa
annacquata e senza autonomia. Anche questa è "Libertà di stampa". Volare in
superficie è facile, manifestare e prendere posizione pure, più difficile è lavorare e
ancora di più, è difficile studiare.
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