Numero 9 del 2009
Dialoghi impossibili
Testi pagina 38
settembre 2009 noidonne38
Tre anni fa costituimmo la Onlus perricordare Eleonora e con l'obiettivo
di ottenere una legge sulle dichiarazioni
anticipate di volontà che fermasse le
prevaricazioni perpetrate negli ospeda-
li. A tale scopo, con l'aiuto del Prof Pa-
lombi dell'Università Federico II, abbia-
mo elaborato una proposta di legge che
prevedeva la possibilità per il cittadino
di fare in autonomia le proprie scelte di
fine vita e combatteva l'accanimento te-
rapeutico. In tutti i documenti vaticani
- e da ultimo nel testo della Pontificia
Accademia pro-vitae del 2008 "Accanto
al malato inguaribile…" - si precisa (ve-
di punto 4) che " ... si sente l'esigenza di
riaffermare il dovere di rifiutare ogni in-
tervento medico che possa configurarsi
come accanimento terapeutico". Ma og-
gi ciò che la Chiesa di Benedetto XVI
combatte, nel testo "Calabrò" è stato
cancellato.
L'attualità ci fa temere che, non-
ostante i pronunciamenti della magi-
stratura che con i casi Welby ed Englaro
hanno fatto "giurisprudenza" in assenza
di norme ad hoc e nonostante gli auto-
revoli interventi del Presidente della Re-
pubblica, il Governo - forse per riallac-
ciare buoni rapporti col Vaticano dopo
le dichiarazioni della Chiesa sui doveri
etici e sulla morale - non esiterà ad ap-
provare un testo incostituzionale e, per
ammissione dei medici stessi, inapplica-
bile. Ci sembra impensabile che in Italia
possano essere approvate leggi da stato
etico, per cui è indispensabile che la Po-
litica ritorni a quello spirito laico che
portò i nostri costituenti a trovare forme
modernissime di libertà, come quelle
tracciate dall'art 32 della Costituzione.
Informazioni: info@gliamicidieleonora.com
www.gliamicidieleonora.com
Gli Amici di Eleonora
Se il testamento è “etico”
Claudio Lunghini
che la Politica torni
allo spirito laico che guidò
i nostri Costituenti Libertà dellE coscienzE
"È una brutta legge per come è scritta,
poco leggibile e in alcune parti anche
contraddittoria". Mina Welby, impe-
gnata nella campagna dei Radicali per
la raccolta delle volontà di fine vita e
depositate presso i Comuni o i
Municipi insieme a molte associazioni
che sostengono questa iniziativa, ci
ha espresso il suo parere sul testo in
discussione in Parlamento e su quali
sono i punti irrinunciabili che una
buona legge sul testamento etico
deve contenere. "La parte più delicata è quella che riguarda la nutrizione arti-
ficiale, che è chiamata 'sostegno vitale'. Questa definizione non è condivisi-
bile perchè allora bisognerebbe fare altrettanto anche per la respirazione arti-
ficiale o per la dialisi. La nutrizione artificiale, invece, è una vera e propria
terapia che il dottore somministra e che è tenuto a controllare e gestire al
pari di qualsiasi medicina. Paragonare quegli intrugli al pane e all'acqua è
sbagliato perchè ciò che viene messo nella sacca sono medicinali, che cam-
biano da persona a persona. Dire poi che la nutrizione artificiale dia sollievo
alla sofferenza è una bugia perchè più si è sofferenti meno si ha voglia di
mangiare. Anche quando abbiamo un banale raffreddore l'appetito diminui-
sce, figurarsi con patologie e patimenti più gravi. Un aspetto importante è la
durata del testamento etico. Bene aver evitato il notaio e aver indicato nel
medico di famiglia l'interlocutore adeguato, ma perchè costringere le perso-
ne a rinnovare periodicamente le loro volontà? Riflettiamo un attimo: anche
quando si fa testamento la legge non chiede di rinnovarlo. Una volta firma-
to è valido e rimane tale finché non si decide di modificare quella decisione.
Poiché non c'è dubbio che prima di firmare una così importante dichiarazio-
ne di volontà si rifletta molto e approfonditamente, non mi pare abbia senso
costringere le persone a tornare periodicamente sulla decisione. A meno che,
appunto, non si decida di cambiare idea. Ma in quel caso si saprebbe di dover
modificare quanto dichiarato in precedenza. Una parte delicata riguarda il
rapporto del paziente con il medico, regolato dalla volontà del paziente. Il
medico, infatti, prescrive le cure che il malato vuole fare, non impone la sua
volontà. Se una persona soffre di claustrofobia e si rifiuta di fare una TAC, il
medico non può obbligarla. Poiché è così quando possiamo esprimerci per
quale motivo non è possibile esprimere tale volontà per iscritto per il
momento in cui non dovessimo essere nelle condizioni di farlo? Tra l'altro i
medici, con cui parlo spesso, nei casi in cui devono prendere decisioni pesan-
ti sono confortati se trovano le volontà espresse ed evitano il rischio di esse-
re denunciati per aver desistito da ulteriori terapie oppure insistito troppo
nelle cure". La questione di fondo su cui si gioca la decisione finale è il con-
cetto di libertà. Che significa per Mina Welby lasciare alle persone la libertà
di decidere? "Lasciare la libertà alla persona è la cosa più giusta che si possa
fare. Ognuno di noi nasce con la sua coscienza, poi crescendo acquisisce
valori nella scuola, nella società e nella famiglia. Quei sistemi valoriali devo-
no essere rispettati. Così come la libertà di coscienza non può essere impo-
sta ad altri, la mia coscienza e la mia morale non possono essere imposte ad
altri. I parlamentari, quando sono seduti su quei banchi, dovrebbero riflette-
re su questo. Loro devono regolamentare e dare la possibilità di scelta alle
persone, nel rispetto delle singole coscienze. Se non arriveremo ad avere
leggi che lasciano la possibilità di autoregolamentarsi, significa che siamo
ancora lontani da una democrazia matura". Tiziana Bartolini