Numero 8 del 2009
Ozio pigrizia tempo libero
Testi pagina 38
38 noidonne luglio/agosto 2009
Intervista con la Portastaffetta dell'Emilia Romagna
Marta Tricarico, avvocata, componente del Direttivo regiona-
le dell'Associazione nazionale degli avvocati per la famiglia e
i minori (Aiaf), all'Udi dal 2002. È tra le promotrici del
Comitato "… quando decidiamo noi" e Portastaffetta
dell'Emilia Romagna.
Per il passaggio della Staffetta l'Udi di Bologna ha deciso di
puntare i riflettori, tra le altre cose, sul rapporto donne-lavo-
ro, organizzando la mostra fotografica "Lasciatele lavorare-
Donne nel mondo del lavoro".
Perché questa scelta?
Abbiamo voluto questa mostra per condannare ogni forma
di violenza, discriminazione e sopraffazione delle donne sul
lavoro e per ribadire la necessità di una nuova convivenza
tra i generi partendo dalla nostra differenza. Circa il 60% dei
lavoratori parasubordinati (lavoro flessibile) oggi è donna. Le
condizioni salariali, la durata dei rapporti di lavoro e dell'ora-
rio creano incertezze economiche e sul futuro. Mamme e
lavoratrici lottano quotidianamente per bilanciare affetti e
carriera. Per non pensare poi che nel 63% delle aziende quo-
tate, escluse banche e assicurazioni, quasi non c'è una
donna nei consigli di amministrazione. Come donne dell'Udi
sentiamo fortemente la necessità di promuovere una cultura
giuridica e sociale di uguaglianza fra donne e uomini, inter-
venendo in ogni situazione di discriminazione. Oggi è molto
forte il grido delle donne costrette a combattere contro vio-
lenze, molestie e precarietà. Le fotografie possono essere lo
specchio del nostro tempo. Abbiamo rappresentato più di
80 donne, con l'ausilio della fotografa Sara Combazzi, donne
che occupano tutti i settori dell'economia nazionale sia come
dipendenti che come professioniste dimostrando la presenza
delle donne, la loro capacità di occupare ruoli di responsabi-
lità, per ribadire che le donne non chiedono tutele ma affer-
mazione di diritti. Le donne sono la forza che fa girare la
società. Mi piace ricordare a tal proposito la frase contenuta
in un pannello della mostra che è promossa anche dall'UDI
Nazionale, il pannello si chiama "il Grido delle Donne" e la
frase è dell'amica Alba Piolanti componente del Comitato
scientifico che abbiamo costituito per organizzare la mostra:
"La dote delle donne più felice è la loro intelligenza creatrice,
da sempre hanno guardato in avanti, anche se di mezzi non
ne avevano tanti, e oggi grazie
all'emancipazione, della piena
parità vogliono l'attuazione…la
lotta delle donne per la libertà è
relazione vicinanza e solidarietà.
Per questo costruiscono una
nuova società e combattono vio-
lenze, molestie e precarietà.
Insieme il mondo possono cam-
biare. Lasciatele Lavorare!".
Vicinanza e solidarietà delle
donne: parole d'ordine della
Staffetta dell'Udi.
Quale quadro è emerso da que-
sta iniziativa?
Il riscontro di pubblico all'inaugu-
razione e nei giorni successivi, da
parte di istituzioni, di tutti i coor-
dinamenti femminili dei sindacati Cgil Cisl Uil Spi, del
Presidente del Tribunale di Bologna, per citarne alcuni, ha
evidenziato l'importanza del tema che abbiamo affrontato.
Ed è stato molto significativo che leggendo i nostri pannelli
tante donne ci abbiano avvicinato ringraziandoci per tutto
quello che stavamo facendo, per la semplicità del nostro lin-
guaggio e per l'efficacia delle rappresentazioni. Se ne deve
parlare!
Già dal titolo dato alla mostra si intuiscono le innumere-
voli difficoltà e gli ostacoli a cui le donne lavoratrici
sono sottoposte. Quali sono, a tuo avviso, gli interventi
legislativi più urgenti al fine di sanare queste disugua-
glianze?
Sicuramente promuovere e valorizzare la partecipazione
delle donne nei processi e nei luoghi decisionali. Le azioni
positive che avrebbero dovuto favorire la partecipazione
socio-politica-lavorativa delle donne hanno avuto, a mio
avviso, un grande limite fino ad oggi: sono state elaborate
solo da uomini. Le donne hanno ben chiare le carenze,
anche culturali, che rendono difficoltosa la loro partecipazio-
ne in un contesto paritario. Uno degli interventi più urgenti
credo sia quello di modificare quanto prima la legislazione
varata sul recesso dal rapporto di lavoro (D.lgs n. 112 del 25
giugno 2008) che ha abrogato quella precedente ripristinan-
do la libertà di forma (salva diversa disposizione dei contratti
individuali o collettivi). Questo significa sottoporre le donne
lavoratrici al ricatto delle dichiarazioni di dimissioni volonta-
rie, il più delle volte fatte firmare obbligatoriamente al
momento stesso dell'assunzione, per 'liberarsi' senza costi
aggiuntivi della donna in gravidanza o in maternità.
Un'ingiustizia che nel solo 2006, secondo fonti sindacali, ha
colpito 40mila persone, gran parte delle quali donne.
Quale credi che sia il legame tra violenza e mancata indi-
pendenza economica?
Il loro legame si estrinseca nella quotidiana realtà familiare.
Sono una avvocata giusmatrimonialista e quando affronto
processi di separazione, divorzio o relativi all'affidamento dei
minori vedo come sempre più spesso il controllo economico
è brandito come un'arma all'interno della coppia (coniugati,
uniti di fatto, fidanzati, amanti). Si priva l'altro (generalmen-
te la donna) della propria indipendenza economica negan-
dole l'accesso ai conti in banca o
vietando e ostacolando l'accesso al
lavoro, o ancora non pagando il
contributo per il mantenimento dei
minori. Si ha come effetto la dipen-
denza della vittima alla condotta
autoritaria o violenta dell'altro che
può arrivare a vera e propria violen-
za psicologica e a volte anche fisica.
Il tema del lavoro è dunque stretta-
mente connesso con quello del con-
trasto della violenza sulle donne e
la Staffetta dell'Udi ha avuto, a mio
parere, il merito di sottolineare
pubblicamente la necessità di schie-
rarci unite, le une con le altre, con-
tro ogni forma di violenza sulle
donne. Solo unite saremo più forti,
"perché Hiina e Lorena" siamo noi.
“Lasciatele lavorare”
pagine autogestite dall’UDI a cura di Ingrid Colanicchia
Marta Tricarico