Numero 1 del 2011
Il futuro in testa
Testi pagina 38
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ARTISTE
FEMMINILI
di Tatiana BertoIini*
ella storia dell’arte è molto difficile se non raro im-
battersi in figure femminili che abbiano avuto un
ruolo di soggetti creativi. In genere esse sono sta-
te spesso oggetto: oggetto da ritrarre, da rappre-
sentare sulle scene in prosa o in musica, da idea—
lizzare o denigrare secondo i modelli che esse rap-
presentavano ma raramente soggetti, cioè autrici.
Benché le muse siano di sesso femminile gli artisti sono sta—
ti, in prevalenza uomini, ed alle donne nella realtà è quasi
sempre stato riservato il ruolo perverso, appunto, della musa
ispiratrice.
Pure vi sono state pittrici, scultrici e anche compositrici.
Come mai sono meno famose dei loro colleghi uomini?
Un luogo abbastanza comune che si sente negli ambienti
musicali è che le allieve che studiano nei conservatori sia-
no più brave in Storia della musica, e quindi più portate per
la critica e la musicologia, che non in materie come armo
nia e composizione. Questa idea ne sottende un’altra e cioè
cha alle donne manchi il requisito fondamentale per un ar-
tista: ovvero la creatività .
Basti pensare del resto alla scarsa considerazione che han-
no sempre avuto le scrittrici, specie nell’800, i cui lavori era-
no guardati con sufficienza dalla critica maschile.
Alla fine anche in campo musicale si è dovuto ammettere,
seppur a denti stretti, che anche le donne sono in grado di
comporre, ma, ovviamente con risultati di gran lunga inferiori
rispetto a quelli dei compositori.
Eppure non e stato sempre così. Semplicemente il XX se-
colo è stato pesantemente condizionato dal precedente
XIX, uno dei più bui e peggiori per quanto riguarda la
condizione della donna e le opinioni che si sono fatte su
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di essa. In realtà andando indietro nei secoli in alcuni mo-
menti della storia del mondo occidentale le cose andavano
assai diversamente.
Quando ho iniziato a lavorare sulla mia Tesi di laurea, una
ricerca appunto sulle donne compositrici, temevo di non tro-
vare materiale a sufficienza e, invece, ho scoperto che nel-
la storia della musica Vi sono numerosissime compositrici,
presenti in tutte le epoche.
Le possiamo infatti trovare già presso gli antichi Sumeri, la
più famosa delle quali è Enhendianna sacerdotessa di un’im—
portante divinità quale Innanna.
Anche nella Roma patriarcale riesce a farsi strada una com-
positrice: Calpurnia, purtroppo di essa non è giunto nulla
a noi ma giova ricordare che niente della musica romana si
è salvato. Nel medioevo accanto ai trovatori ecco le Trobadir,
donne trovadore, al tempo altamente considerate.
La maggior parte di esse era di origini aristocratiche, qua-
li la celebre Contessa de Dia, Maria di Ventadom, figlia
del Visconte di Turenne, o Garsenda contessa di Provenza.
Le cronache del tempo ci dicono che la donna trovado-
ra era colta e sapeva ben trobar. Non ci si poneva dun-
que aprioristicamente il problema sulla qualità artistica
dei suoi lavori.
Nei conventi emerge invece la figura di Santa Ildegarda. Le
musiche di quest’ultima hanno avuto tra l’altro una curio—
sa riscoperta nel decennio scorso sull’onda della New Age.
Del resto i conventi, specie nel XVII e XVIII secolo, era-