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Numero 6 del 2012

Un fiore per Melissa


Foto: Un fiore per Melissa
PAGINA 38

Testi pagina 38

ATUTTO SCHERMO

'DIAZ'.

di Elisabetta Colla

arebbe stato comunque difficile raccontare que—

sta storia, una delle pagine più scabrose della sto-

ria italiana del secolo attuale, avvenuta nel luglio

2001. Daniele Vicari, regista e documentarista

da sempre ‘impegnato’ è riuscito a costruire un
film ‘Diaz’ che lascia attoniti, increduli, inorriditi ma che
al tempo stesso ci segna in modo indelebile. Come i fat—
ti di Genova, che rappresentano, secondo Amnesty In-
ternational 'Ia più qrave sospensione dei diritti de-
mocratici in un paese occidentale dopo la secon-
da querra mondiale'. Basando la ricostruzione dei fat-
ti, con rigore filologico, sugli atti processuali e le sentenze
della Corte d’Appello di Genova, Vicari divide il film in
due parti ideali: la prima mostra il fermento, la forza di-
rompente del movimento giovanile europeo del Genoa
Social Forum, riunito per il vertice del G8 e che, nono—
stante le cariche violente della polizia avvenute il giorno
precedente (in risposta ad atti vandalici dovuti ad infil-
trati black bloc, verosimilmente inviati da ‘mandanti’ in
colletti bianchi) e la tragica morte del giovane Carlo Giu—
liani, rimane fermo nell’intento di manifestare pacifica-
mente contro le decisioni dei potenti della Terra. La se—
conda parte del film è un’escalation di tensione ed orro-
re, con l’incursione notturna alla Scuola Diaz, sede del So-
cial Forum adibita a dormitorio, da parte di agenti del—
la Digos e della mobile, con a capo il cosiddetto VII nu-
cleo, una forza speciale addestrata ai pestaggi. Ed è que-

noidonne | giugno | 2012





sto che avviene, l’ingiustificato, ma preparato a tavolino,
massacro di 93 persone inermi, giovani e meno giovani,
alcune motivate alla causa altre no, che verranno picchiate
a sangue senza aver opposto alcuna resistenza. Dunque
lo spartiacque fra il prima e il dopo, nel film ma soprat-
tutto nella realtà. Le storie ed i destini dei protagonisti s’in-
trecciano per le strade, nei bar, sotto la luce calda di una
Genova bellissima, e poi ancora negli ospedali e nel car-
cere di Bolzaneto, l’odiosa caserma dove vengono rinchiusi
indebitamente e sottoposti a tortura (non c’è altro modo
per chiamare le condotte perpetrate da polizia, carabinieri
e guardie penitenziarie) tanti ragazzi italiani e stranieri già
malmenati e traumatizzati. Fra i tanti comportamenti de-
gradanti, uno dei peggiori è quello riservato alle ragazze,
spogliare e fatte girare su se stesse infinite volte davanti
ai compiaciuti ‘guardiani’ e ‘guardiane’ (anche le donne
hanno partecipato, così dicono gli atti). “Mi auguro che
uomini e donne della polizia vadano a vedere il film - ha
affermato Vicari — perché sono convinto che sono in mol—
ti a non condividere quanto avvenuto a Genova e Bol-
zaneto, dove sono stati tolti per giorni i diritti elementa-
ria centinaia di persone. Il tema del mio film è quello del—
la democrazia e dei diritti umani: come possono avveni-
re cose del genere oggi?” A chi lo ha accusato, in parti-
colare una certa parte della sinistra (francamente ten—
denziosa) di non aver fatto nomi e cognomi dei mandanti
e dei politici di turno, Vicari risponde: “Mi sono attenu-
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