Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 38
36 Ottobre 2015
IIl colonnello Paul Tibbets aveva dato il nome di sua madre, Enola Gay, al B-29 che la mattina del 6 agosto 1945 sganciò su Hiroshima la bomba atomica (detta Little Boy). Certo, as-
sociare la propria madre a una simile ecatombe appare oggi
un’orribile bravata, tuttavia la si può considerare una scelta em-
blematica, rivelatrice del fascino ambiguo esercitato dalla mater-
nità sull’immaginario maschile e forse anche su quello femminile,
se è vero che Enola Gay ne fu orgogliosa.
L’episodio, per il suo lato oscuro e inquietante, può servire a in-
trodurre La Grande Madre, megamostra straordinaria e com-
plessa, anticonvenzionale, psicanalitica e politica, ironica e fe-
roce, promossa dal Comune di Milano e ideata e prodotta dalla
Fondazione Nicola Trussardi. La rassegna, tra i principali eventi
dell’autunno di Expo in città, è allestita fino al 15 novembre 2015
negli spazi di Palazzo Reale dove, al primo piano, si snoda lungo
29 sale con oltre 400 opere tra dipinti, sculture, installazioni, vi-
deo e fotografie di artiste e artisti, dalla fine dell’Ottocento a oggi
(il bel catalogo è edito da Skira).
Il curatore Massimiliano Gioni, 42enne direttore artistico della
Fondazione Trussardi e del New Museum di New York (e nel
2013 della Biennale di Venezia) spiega che l’esposizione non
vuol essere una critica alla maternità, ma al modo in cui la socie-
tà patriarcale ha visto la maternità. Collegato via skype da New
York il giorno della conferenza stampa, Gioni ha citato lo slogan
degli anni ’70 “il personale è politico” per rivelare di essere ap-
pena diventato padre per la prima volta. Se suo figlio fosse nato
prima, ha ammesso, forse la mostra sarebbe stata più sdolcina-
ta, ma dopo aver assistito al parto è ancora più convinto che le
donne siano il sesso forte.
La mostra, come in un caleidoscopio, accavalla e intreccia temi
diversi. Esplora l’archetipo della madre (il titolo La Grande Madre
è tratto dal libro dello psicologo Erich Neumann, discepolo di
Jung) e indaga il rapporto tra le donne e il potere (Gioni cita, tra
gli altri, i testi di Simone de Beauvoir, Adrienne Rich, Carla Lonzi).
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che la rassegna è pur sem-
pre curata da un uomo, ma nell’elaborare il progetto Gioni si è
circondato di donne, a cominciare da Beatrice Trussardi, che
oltre a presiedere l’omonima Fondazione ha svolto un ruolo de-
terminante nell’individuazione del tema. Va poi ricordato che nel
1980 proprio Palazzo Reale ospitò L’altra metà dell’avanguar-
dia, curata da Lea Vergine, una mostra storica perché per la
prima volta riscopriva il ruolo svolto dalle artiste all’interno dei
MADRI
E MATERNITà
NEL
NOVECENTO
La Grande Madre,
MeGaMostra a MiLano,
è visitabiLe fino aL 15 noveMbre
a PaLazzo reaLe
di Flavia Matitti
1.
Gillian Wearing, autoritratto come
mia madre Jean Gregory, 2003
© Gillian Wearing. Courtesy
Maureen Paley, London
2.
Pipilotti Rist, Madre, figlio e
il santo giardino milanese,
2002/2015
Courtesy Pipilotti Rist; Hauser &
Wirth; Luhring Augustine, New York
3.
Ketty La Rocca, vergine, 1964-1965
Estate Ketty La Rocca by
Michelangelo Vasta
4.
Catherine Opie, autoritratto/
allattando, 2004
Collezione privata. Courtesy Studio
Guenzani, Milano
5.
Nari Ward, Grazia Meravigliosa,
1993
Foto Marco De Scalzi
6.
Marlene Dumas, immagine gravida,
1988-1990
Collezione Connie e Jack Tilton.
Courtesy Marlene Dumas e David
Zwirner, New York/Londra
7.
Anna Maria Maiolino, Per un filo,
1976
Collezione Finzi, Bologna.
Courtesy Galleria Raffaella
Cortese, Milano
8.
Martha Rosler, semiotica della
cucina, 1975
Courtesy Electronic Arts Intermix
(EAI), New York
2.
3.
pp.36_37 APPRODI_ottobre_2015.indd 36 29/09/15 06.44