Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 12 del 2007

Un anno di notizie a colori


Foto: Un anno di notizie a colori
PAGINA 37

Testi pagina 37

noidonne dicembre 2007 37
Costruì buoni e reciproci rapporti
con le compagne ed i compagni dell'al-
lora Partito comunista italiano che in
molteplici occasioni le tributarono sti-
ma ed affettuoso sostegno, ma fu anche
convinta aderente alla corrente sociali-
sta autonomista e riformista. Fu tra le
fondatrici dell'UDI (Unione Donne Ita-
liane) e assunse la direzione della rivi-
sta "Difesa delle lavoratrici" che affron-
tava, in particolare anche attraverso la
sua penne intensa ed arguta, gli aspetti
della condizione di lavoro delle donne
dell'epoca.
E' a lei che si deve la cancellazione
dagli atti dello stato civile dell'odioso
"NN" che contraddistingueva una nasci-
ta da genitori sconosciuti, così come
disposizioni che parificavano le condi-
zioni tra figli legittimi e figli illegittimi
ed adottivi e la stessa abolizione del li-
cenziamento per causa di matrimonio
che incombeva sulle lavoratrici nella vi-
ta di allora.
Queste sono solo alcune tra le princi-
pali innovazioni legislative da lei con-
quistate e che ne dimostrano la sensibi-
lità e la laicità con la quale si avvicina-
va ai temi della maternità e della fami-
glia che sempre si sforzò di vedere nella
sua dimensione dinamica ed evolutiva.
Prestò sempre attenzione ai diritti
delle donne nel lavoro, ma a lei si deve,
in particolare, la dizione dell'art. 3 del-
la Costituzione italiana nella parte in
cui sostiene il perseguimento della pari-
tà sostanziale e vieta ogni discrimina-
zione fondata, tra l'altro, sul sesso.
Potremmo perciò stesso considerarla
come l'artefice di quel presupposto che
permette oggi di praticare quel "diritto
diseguale" contenuto nella legge 125 e
che, partendo dalle differenze sostan-
ziali esistenti tra i due sessi a sfavore
oggi delle donne, permette l'adozione di
trattamenti diversi tra i due sessi in ra-
gione di ciò.
Non è azzardato pensare che se fosse
vissuta più a lungo, sarebbe stato possi-
bile un dialogo ed un'intesa tra lei e
Lucy Irigaray, madre del pensiero della
differenza sessuale.
Solo, dopo aver percepito l'insieme di
queste azioni, può comprendersi il senso
della legge che di lei porta il nome e per
la quale è principalmente famosa, un
provvedimento per il quale dovette lot-
tare ben 9 anni presso il Parlamento e
per cui dovette sopportare conflitti enor-
mi, umiliazioni e finanche pesanti mi-
nacce da parte dei tenutari delle case
chiuse.
Tutto questo le costò la tranquillità e
dovette assoggettarsi ad un regime di si-
curezza, ma le offrì anche una straordi-
naria esperienza umana con quelle che
lei definiva "le sventurate" e per le quali
si riproponeva di alleviarne la penosa
esistenza.
Molte di loro le scrissero durante l'i-
ter travagliato della legge per sostenerla
ed incoraggiarla e le loro lettere che la
Merlin raccolse in un raro e prezioso li-
bro curato con Carla Voltolina dal tito-
lo "Lettere dalle case chiuse" offrono uno
spaccato desolante della vita che quelle
poverette vivevano all'interno dei bor-
delli. E' una lettura bella, straziante e
che dimostra palesemente come, anche
mutando il contesto e sfrondando gli
scritti dalle connotazioni più spiccate
del tempo, i problemi si ripropongono
ora come allora per chi subisce la con-
dizione di schiava del sesso.
Non c'era tra le sue intenzioni la pre-
tesa assurda di eliminare un fenomeno
così legato al mondo degli uomini e del-
le donne, ma l'intendimento certo di eli-
minare quella che si presentava come
una duplice forma di sfruttamento,
quella dei padroni sulle "sventurate" e
quella dell'uomo sulla donna.
Aveva della prostituzione un'attenta
conoscenza del fenomeno e sapeva di
avventurarsi in un dibattito mai risolto
e di doversi scontrasi con i falsi miti del-
le case chiuse.
Riproporre oggi il suo profilo di don-
na ci offre spunti diversi su cui riflettere
per l'estrema attualità della sua opera,
per il suo innegabile coraggio, ma anche
per il suo rapporto onesto e pulito con
l'impegno politico e la vita di partito.
* Responsabile politiche di genere,
Segreteria Cgil Emilia Romagna
una donna coraggiosa che condusse battaglie per gli ideali
di libertà e giustizia in cui credeva. Idee che era difficile
sostenere perfino all'interno del suo partito
Gli anni del divorzio
Il 1974 è certamente una data storica e bene ha fatto
Giambattista Scirè a riprendere le vicende che hanno por-
tato il nostro paese non solo ad approvare in Parlamento
la legge Fortuna- Baslini sul divorzio, allora vietato in
Italia, ma a confermarla nel referendum abrogativo voluto
dalla Democrazia Cristiana conservatrice e dal Vaticano,
disposto perfino a modificare il Concordato purché il
matrimonio fosse indissolubile anche per i non credenti.
E' da notare che la prima
applicazione del divorzio riguardò, nel 76 % dei casi,
coppie separate da oltre vent'anni, a dimostrazione che
non si distruggeva nulla quando la famiglia risultava già
divisa e non era possibile legittimare figli nati fuori dal
matrimonio.
Tuttavia è davvero importante rendersi conto della
complessità del gioco politico dei partiti che già allora conoscevano poco il sentire profon-
do del popolo e, tutto sommato, sempre ne avevano paura. Fu la prima volta, infatti, che si
fece sentire quella "società civile" che oggi sente di non avere sufficiente rappresentanza dei
propri interessi: sarebbe stato molto preveggente una sinistra che avesse compreso che l'e-
lettorato poteva crescere al proprio fianco a partire da una cultura, in quegli anni ancora
fatto "sovrastrutturale", non riducibile sotto le rosse bandiere. Appare quasi divertente
vedere l'ondeggiare dei timori dei partiti, tutti impegnati in trattative esasperanti, con i lea-
der che si andavano a trovare nelle loro abitazioni private per trovare qualche mediazione
negoziata; la
sinistra temeva di perdere e, in particolare il Pci, non voleva ricevere un'altra scomunica
dal Vaticano. Soprattutto i più giovani (e le più giovani!) che non erano ancora nati o anda-
vano all'asilo farebbero bene a leggersi questo libro: impareranno di più di politica che dalle
analisi contemporanee dei politologi.
Giancarla Codrignani
Il divorzio in Italia - Giambattista Scirè
Bruno Mondatori, 2007 - Euro 19
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®