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Numero 2 del 2007

Famiglia allargata e in evoluzione


Foto: Famiglia allargata e in evoluzione
PAGINA 37

Testi pagina 37

Ciao sono Anna, dopo aver letto l'ar-ticolo sul numero di gennaio sulle
donne vittime di violenza mi sono detta
che potevo parlare della mia situazione.
Solo un anno fa non avrei potuto, non
ero abituata a scrivere ma una terapeu-
ta a cui mi sono rivolta mi ha suggerito
di scrivere ciò che provavo e come mi
sentivo. Stavo molto male sono entrata
in menopausa da poco e se prima sop-
portavo i maltrattamenti di mio marito,
i suoi tradimenti e la sua arroganza
adesso non ci riesco più. Ho scoperto
che mi tradisce di nuovo, lui nega ma
allo stesso tempo mi umilia dicendo che
non lo soddisfo a letto, per lui sono co-
me una sorella e che dopo trenta anni di
matrimonio è normale. Dopo avere par-
lato a lungo di me alla mia terapeuta
ho capito che anche lui sta invecchian-
do e che la sua virilità sta calando, non
vuole accettarlo e cerca conferme con
altre donne. Mi sono rivolta ad un av-
vocato per potermi separare ma per far-
lo dovremmo vendere l'appartamento e
facendo due conti non riuscirei col mio
stipendio a mantenermi da sola. Su con-
siglio della mia terapeuta ho iniziato ad
uscire con le amiche, vado a cena fuori
a volte anche a ballare ma devo sempre
rientrare prima di mio marito altrimenti
mi prende un'angoscia profonda e un
senso di paura per come potrebbe reagi-
re al mio rientro. Questo dipende dal
fatto che per tutti questi anni mi ha
sempre controllata, se ritardavo dopo il
lavoro mi faceva il terzo grado, mi ag-
grediva verbalmente e alcune volte mi
ha anche picchiata. Adesso non lo fa
più, dopo che mi sono rivolta all'avvo-
cato e con l'aiuto terapeuti-
co ho preso forza e l'ho mi-
nacciato di denuncia alla
polizia per maltrattamenti.
Ho deciso che se esce lui esco
anch'io e torno quando mi
pare, mi sono accorta però
che mi segue, controlla dove
vado e il mio senso di sicu-
rezza vacilla, poi mi dico
che sono forte che valgo e
che ho diritto di vivere sere-
namente. Sul lavoro sono al-
legra, in compagnia coi miei
amici sto bene, solo quando
sono a casa mi prende l'an-
goscia, penso a cosa sta fa-
cendo lui, con chi è, e il ri-
sentimento, la rabbia salgo-
no e piango. Sto faticosa-
mente provando a cambiare
sono davvero consapevole
che l'unico modo per uscirne
è pensare a me stessa, voler-
mi bene, prestare attenzione
ai miei desideri ma è dura,
avrei bisogno di confrontar-
mi con altre donne ma nel
paese dove abito non ci sono
gruppi di sostegno per donne vittime di
violenza. Quando penso a tutti questi
anni vissuti al servizio di un uomo pre-
potente, con l'idea che compiacendolo
in tutto, lo avrei cambiato mi monta
una gran rabbia e allo stesso tempo vi-
vere una vita nuova, indipendente mi
spaventa. Grazie per avermi ascoltato".
Ringraziamo Anna per aver voluto con-
dividere con tutte noi il suo dolore, la
rabbia e la paura, ma anche la voglia di
cambiare, di voltare pagina. Scrivere è
un atto di per sé terapeutico di autoaiu-
to, libera le energie bloccate permette di
portare fuori e guardare da un punto di
vista nuovo la situazione. Ecco uno
strumento in più per Anna, ma valido
per chiunque: almeno due volte al gior-
no vai davanti allo specchio e ripeti per
tre minuti a voce alta: 'Anna, ti amo e ti
accetto esattamente come sei'. E' un ot-
timo esercizio anche ripetere questa af-
fermazione a voce alta mentre si è sole,
o in silenzio ogni volta che ci si sente
critiche verso se stesse. Non è possibile
avere contemporaneamente due pensie-
ri, allora occorre rimpiazzare le affer-
mazioni negative del tipo 'sono proprio
stupida' o 'non faccio mai la cosa giu-
sta', con affermazioni positive. Anche se
la negatività sta durando da anni, ripe-
tute costantemente le affermazioni posi-
tive hanno davvero il potere di elimina-
re i pensieri distruttivi.
* Counsellor nella gestione dei traumi
centro_liberamente@yahoo.it
noidonne febbraio 2007 37
Gianna Morselli*
Autostima e pensiero positivo
Strumenti
pubblichiamo una testimonianza molto efficace, utile esempio di
come si può reagire ad una situazione di violenza coniugale, di
sofferenza e solitudine
Daphne Maugham,
Ritratto della nipote Giulia (1973)
Stefania Martinelli - 5° liceo
Grafite e acquerello
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