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Numero 7 del 2008

Vacanze: turismo a 360°


Foto: Vacanze: turismo a 360°
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smo, in quanto industria molto promet-
tente e proficua, potesse aiutare a supe-
rare la povertà nei paesi più poveri del
mondo si è talvolta andata a scontrare
con alcune esigenze dell'emergenza eco-
logica. Il prossimo appuntamento del-
l'IIPT, "Istituto Internazionale per la Pa-
ce attraverso il Turismo", sarà una con-
ferenza europea, che si terrà in Olanda
nell'ottobre del 2008 dal titolo "Bridging
the North-South Divide through Sustai-
nable Tourism" (costruire ponti tra nord
e sud attraverso il turismo sostenibile),
in cui gli organizzatori si propongono di
raccogliere modelli di buone pratiche e
di raccontare "storie di successo" acca-
dute dal 2000 ad oggi.
In concreto chi voglia davvero diven-
tare un turista responsabile potrà ini-
ziare navigando nel mondo virtuale di
internet, ma solo per cercare indirizzi e
proposte, perchè poi, fin da quando ci si
chiude la porta di casa alle spalle, l'e-
sperienza dovrà essere esclusivamente
reale e... anche il telefonino serve a po-
co. In Italia i primi itinerari di turismo
responsabile sono stati organizzati da
RAM, che è anche una delle prime cen-
trali di importazione di commercio equo
e solidale. Ma oggi le proposte sono tan-
te e di diverso tipo rivolte all'educazio-
ne alla pace e all'ecologia, alla coscien-
tizzazione politica o anche alla solida-
rietà.
Navigando fra le varie proposte il
"reality tour" che più mi ha colpito è
quello organizzato dalla "Coalition of
Women for Peace" lungo il perimetro
delle Mura che sono state costruite per
separare Israele dal mondo arabo. I par-
tecipanti, (che in genere sono cittadini
di Israele, ma anche turisti occidentali)
in questo tipo di gita davvero speciale
sono condotti, da guide che sono "brave
ad ascoltare, anche, non solo a parla-
re", per circa otto ore ad attraversare i
checkpoints tra Israele e i territori occu-
pati, a visitare la Gerusalemme dove vi-
vono i palestinesi, la città di Qalqilia, il
diviso Bak'a, il villaggio di Maskha, e
altri posti in cui poter fare esperienza
diretta della tragedia umana dell'occu-
pazione, conoscere la forza morale di
chi la affronta e pensare in maniera più
consapevole alle conseguenze di ogni
muro che si innalzi nel mondo.
In un invito, del mese di maggio del
2005 (non è più stato fatto da allora?),
a partecipare ad un tour che si sarebbe
tenuto in lingua inglese, araba ed ebrai-
ca, lungo le mura erette da Israele si leg-
ge: "Venite unitevi a noi per un'esperien-
za che aprirà la vostra mente e i vostri
cuori. Reality Tours vi introdurrà in
mezzo a gente reale e in luoghi reali che
i media Israeliani non mostrano mai.
Qalqilia ora racchiusa da un muro, vil-
laggi imprigionati tra il muro e la Linea
Verde, il lato palestinese di Gerusalem-
me, i molti muri che ci separano. La
realtà è complessa e noi presentiamo al-
cune delle molte sfaccettature di questa
realtà. E lasciamo spazio a voi per espri-
mere al gruppo le vostre proprie opinio-
ni e sensazioni".
Altri viaggi interessanti, sempre nei
territori israelo-palestinesi, sono i semi-
nari itineranti organizzati dalla rivista
Confronti (www.confronti.net), che ver-
te a far conoscere realtà di uomini e
donne, di origine sia araba che ebrea,
che hanno realizzato concreti progetti di
pace al di là di ogni divisione e confine.
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si chiamano "reality tours" e sono proposti da associazioni
internazionali o agenzie di turismo responsabile con l'idea
di far conoscere le realtà autentiche dei luoghi visitati
La resistenza del popolo Krenak
Shirley Djukurnã, una donna bella e intelligente, racconta la storia del suo
popolo, i Krenak del Brasile, in un piccolo libro di recente pubblicazione dal
titolo "Sotto la protezione del giaguaro". Questo racconto, illustrato da undici
disegnatori di due prestigiose case editrici italiane di fumetti (Sergio Bonelli
Editore e Star Comics), è stato pubbli-
cato dalla Edicolors, e promosso dal
Teatro Cargo e dall'Associazione Voci
della Terra. Più che un racconto
"Borum Huá Kuparak (Sotto la prote-
zione del giaguaro" è il segno del rina-
scimento di un popolo: davanti al
fuoco sacro, Muin raccontò la storia a
suo figlio Jacó, che la trasmise a suo
figlio Itchochó. E Itchochó la raccontò
a sua figlia Djukurnã: la bambina
aveva dodici anni quando ascoltò e
trascrisse il racconto. La storia finì in
un cassetto e il tempo passò. Shirley,
oggi madre di due figli ed impegnata
nella lotta in difesa dei diritti dei
popoli indigeni in Brasile, è la guardia-
na della memoria, della lingua, della
cultura e delle tradizioni della nazione
indigena cui appartiene, i Krenak, un
popolo dichiarato estinto ed oggi
ricomparso, a testimoniare la forza e
la ricchezza della tradizione e civiltà
indigena brasiliana. Ora, grazie alla generosa solidarietà di autrice, disegnatori,
editori brasiliani ed italiani e curatori, questo antichissimo racconto può arri-
vare ai bambini italiani ed al tempo stesso produrre benefici per i bambini indi-
geni. La sua vendita infatti, al prezzo di 10 euro, sostiene un progetto di soli-
darietà a favore della nazione Krenak ed in particolare finanzierà la costruzione
della scuola nel villaggio di Resplendor (Minas Gerais, Brasile).
E. C.
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