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Numero 6 del 2008

1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?


Foto: 1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
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non musulmani, le cui ragioni del pro-
getto migratorio sono in genere di natu-
ra economica. Sono aumentati anche i
casi di richiesta di rifugio politico. Ad
esempio, tra le donne eritree.
Le due tipologie di permessi, lavoro e
famiglia, considerate insieme, rappre-
sentano oltre il 90% dei motivi di pre-
senza degli stranieri in Italia. E' sensibil-
mente cresciuto, dopo gli anni novanta,
il numero dei permessi per motivi fami-
liari, anche per effetto della regolarizza-
zione del 2002 che ha fortemente incre-
mentato il numero di coloro che si sono
potuti avvalere della facoltà di ricosti-
tuire in Italia il proprio nucleo familia-
re. Soprattutto le donne sono presenti in
Italia con un permesso di questo tipo (in
oltre il 48% dei casi), ma i permessi per
ricongiungimento familiare sono au-
mentati anche per gli uomini, grazie al-
l'azione di richiamo dei congiunti da
parte delle donne che hanno fatto il lo-
ro ingresso nel nostro paese per motivi
di lavoro. I ricongiungimenti seguono
forme e modalità diverse: a) ricongiun-
gimenti al maschile, chi ricongiunge è la
donna, molto frequente per coloro che
provengono dall'America Latina e dai
paesi dell'Est Europa; b) ricongiungi-
menti al femminile o di tipo tradiziona-
le, chi ricongiunge è l'uomo (Egitto, Ma-
rocco, Nord Africa); c) ricongiungimen-
ti in coppia, riguardano gli individui
che sono partiti in coppia ma che han-
no lasciato al loro paese d'origine i figli,
che solo dopo molto tempo o quando
hanno terminato la scuola raggiungono
i genitori nel paese d'emigrazione (Gha-
nesi, Filippini, Cinesi).
Sono sempre più numerosi gli immi-
grati che diventano italiani "per acqui-
sizione di cittadinanza". Il fenomeno,
tuttavia, è ancora relativamente limita-
to. La maggior parte delle acquisizioni
di cittadinanza italiana avviene ancora
oggi tramite matrimonio, e poiché i ma-
trimoni misti si celebrano prevalente-
mente fra donne straniere e uomini ita-
liani, tra i nuovi cittadini italiani sono
più numerose le donne.
I caratteri dell'occupazione
straniera
L'occupazione straniera (classe d'età
15-64) in Italia è in grande maggioran-
za a titolo permanente (85%). E' preva-
lentemente maschile, raccolta al Cen-
tro-Nord ed occupata nel terziario
(Tabb. 2 e 3). Circa metà degli occupa-
ti possiede un diploma o una laurea.
Tra le donne, il livello d'istruzione è più
alto.
Nel settore terziario, il tasso di ma-
nodopera femminile è dell'83%. Il lavo-
ro domestico e di cura (assistenti domi-
ciliari - "badanti" e domestiche a ore o
fisse - "colf") è quello che assorbe più
donne (Tab. 4). Sino alla fine degli anni
novanta, erano soprattutto le filippine
quelle che lavoravano come "colf" e "ba-
danti". Tuttavia, questo dato si è, in an-
ni recenti, modificato. La loro presenza
è diminuita e, per contro, è aumentata
quella delle donne latino-americane e
dei paesi dell'Est Europa. Ciò si spiega
con il fatto che le filippine, di più vec-
chia immigrazione, stanno gradualmen-
te lasciando il lavoro di domestica fissa,
preferendo il lavoro a giornata o a ore,
per conquistare più spazio per la pro-
pria vita personale, affettiva o sociale.
Al momento, il 40% di "colf" e "badanti"
proviene dal Sud America (Salvador, Pe-
rù, Ecuador), il 30% dalle Filippine, il
10% dall'India (Sri Lanka), il 20% dal-
l'Est Europa (Romania, Bulgaria, ex Ju-
goslavia). Il 33% delle straniere occupa-
te come "colf" possiede un titolo di scuo-
la media superiore. L'identikit della "ba-
dante" è, invece, quello di una donna
con un'età media vicina ai 45 anni, con
un livello d'istruzione medio-alto, spo-
sata con figli. Guadagna meno di 800
euro al mese, se in nero, e più di 1000
euro se regolarizzata, lavorando, a vol-
te, sino a 60 ore settimanali. L'80% del-
le assistenti domiciliari è occupata a
tempo pieno ed il 20% convive con il
datore/datrice di lavoro.
Bisogna tenere presente che molte im-
migrate lavorano in nero. I dati aggior-
nati al 2007, relativi alle straniere oc-
cupate come "colf" e "badanti", rilevano
che solo il 43% di queste lavoratrici pre-
senti nel nostro paese risulta essere sta-
to messo in regola con i contributi. Il re-
stante lavora in tutto o in parte al nero.
Infine, tra gli stranieri occupati quel-
li più esposti al rischio di disoccupazio-
ne sono le donne, a prescindere dal tito-
lo di studio. Faticano di più ad inserirsi
nel mercato del lavoro quelle residenti
nel Sud Italia (Tab. 5).
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chi sono, da dove vengono, quando e perché decidono di
venire da noi. Un viaggio in due puntate tra le comunità
straniere che vivono e lavorano nel nostro Paese
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