Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
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se media e i ricchi a farlo". Ttutto ciò deriverebbe dalla cul-
tura indiana che tende a vedere il maschio come dominan-
te nella società oltre che all'impossibilità delle donne di
ereditare terre e proprietà. I suoi sostenitori affermano che
per fermare questo fenomeno le politiche del governo do-
vrebbero essere assai più forti e dirette ad un cambiamen-
to culturale.
Arabia Saudita
8 marzo alla guida
Wajiha Huwaidar, una delle attiviste femministe più ri-
solute del regno di Riyadh, in occasione della festa della
donna ha messo su YouTube un video che la ritrae al vo-
lante in una strada di campagna. Guidare è una di quelle
cose proibite alle donne saudite insieme a viaggiare sole,
comparire davanti ad un giudice, presentarsi in pubblico
sole, votare e vestire come preferiscono dovendo coprirsi
dalla testa ai piedi con l'abaya, il tipico abito nero.
Al divieto legale di guidare una macchina si è aggiunta
nel 1991 una fatwa. Nel 1990 infatti, 47 attiviste del mo-
vimento femminista avevano guidato per le strade della ca-
pitale ed erano state arrestate e punite, mentre agli uomi-
ni che ne erano giuridicamente responsabili (mariti, padri,
fratelli…) toccò un'ammonizione. Lo scorso settembre Hu-
waidar ha presentato una petizione di 1.100 firme al re
Abdullah, affinché abolisca il divieto di mettersi al volante
per le donne. Dopo la presentazione della richiesta, uno
dei più importanti esperti religiosi sauditi ha riconosciuto
che non c'è una motivazione religiosa dietro al divieto di
guidare.
Kuwait
Blocco crescita per rendere effettivo
il diritto al voto
E' stato presentato in Kuwait il blocco Crescita, un pro-
getto di tre donne, guidate da Khuala al-Atiqi, che si ri-
promette di lavorare per rendere effettiva la piena parteci-
pazione delle donne ai processi elettorali. ''I voti delle don-
ne in Kuwait rappresentano il 58% del totale ma il paese è
uno di quelli con la più bassa rappresentanza in parlamen-
to e le donne pur essendo istruite e spesso molto ricche
sono ben lontane dall'ottenere equità in politica. Dal 2005
è stata introdotta nel paese una norma che permette alle
donne di votare, ma fino a questo momento non è stata
pienamente rispettata dato che il potere legislativo e quel-
lo esecutivo non sembrano avere particolare interesse nel-
l'accelerare questo cambiamento.
La piattaforma crescita, che si propone di lavorare in re-
te con le donne, entro il 2009 si trasformerà in un vero e
proprio partito.
Pakistan
Rapporto sulle violenze contro le donne
Secondo il Rapporto annuale sulle violenze contro le
donne, compilato dalla Commissione nazionale per lo svi-
luppo dei diritti umani nel corso del 2007, in Pakistan si è
verificato un esponenziale aumento delle violenze. Sono
cresciuti gli omicidi, gli stupri, i rapimenti e persino roghi
di donne considerate "poco islamiche" o infedeli.
Al primo posto, per la prima volta nei 9 anni in cui la
Commissione ha redatto il Rapporto, salgono gli omicidi:
901 casi, di cui
747 compiuti
da familiari
della vittima.
Di questi omi-
cidi, la polizia
ha accettato di
aprire le in-
chieste soltan-
to in 600 casi,
ha arrestato
122 persone,
ma solo 30 sono state condannate.
Al secondo posto si collocano i rapimenti: 688 casi de-
nunciati, 49 arresti. Il rapimento è una pratica consueta
nel paese, dove giovani maschi di tribù ricche si sentono
autorizzati a rapire e sposare con la forza le donne di altre
tribù ritenute socialmente inferiori. In questi casi, denun-
cia il Rapporto, "impressiona l'apatia delle forze dell'ordi-
ne". A seguire vengono i suicidi - 500 casi - e gli stupri,
457 casi e 295 interventi della polizia. I familiari sono rite-
nuti colpevoli di violenza sessuale in almeno 293 episodi.
Impressionante l'ultima voce: il rogo delle donne, infedeli o
"poco musulmane", si è verificato in 100 casi, soltanto 3
dei quali si sono conclusi con un arresto.
Sudafrica
Donne in piazza a Johannesburg
per difendere la minigonna
Dopo l'ultimo episodio di abuso ai danni di una giovane
donna, Nwabisa Ngcukana, che è stata insultata e aggredi-
ta nella stazione dei taxi perché "vestita in maniera inde-
cente", centinaia di donne sudafricane hanno manifestato
il proprio sdegno nella principale stazione dei taxi di Jo-
hannesburg, protestando per gli innumerevoli episodi di
molestia subiti dalle ragazze in minigonna da parte dei tas-
sisti. Le manifestanti, tutte in minigonna, hanno urlato
slogan e mostrato striscioni con su scritto "Noi amiamo le
nostre minigon-
ne" e "Non siamo
segnali stradali,
dovete rispettar-
ci". Ngcukana è
stata aggredita
da tassisti e ven-
ditori ambulanti,
che le hanno
strappato di dos-
so i vestiti per
"darle una lezio-
ne". La donna ha
raccontato che
una folla di oltre
100 persone osservava senza intervenire mentre gli altri
"mi strappavano i vestiti e mi mettevano le mani nelle par-
ti intime. Pensavo mi avrebbero stuprato". Un portavoce
dell'Associazione dei tassisti, Boy-boy Mogorosi, ha sotto-
lineato la necessità di una maggiore formazione del perso-
nale nel trattamento dei clienti.
Le ultime statistiche rivelano come in Sudafrica le vio-
lenze contro le donne stiano raggiungendo dei limiti intol-
lerabili: quasi 23.000 donne sono state stuprate nei sei
mesi precedenti alla fine del settembre scorso.