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Numero 10 del 2009

RU 486: la pillola ideologica


Foto: RU 486: la pillola ideologica
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Testi pagina 37

noidonne ottobre 2009 37
sis", rivista della Società italiana delle
Storiche, furono le protagoniste di quel-
la esperienza indimenticata, per chi, a
vario titolo, vi ha partecipato. Era una
esperienza che segnò un modo felice di
essere e fare scuola, dove il sapere spie-
gato, partecipato e discusso diventava
impegno politico e impegno di cittadi-
nanza, ossia un contributo civico al
modo di vivere, di esistere e di pensare.
Oggi la scuola estiva delle storiche, co-
ordinata da Anna Scattigno, si tiene dal
30 agosto al 3 settembre, e quest'anno
ha proposto alla riflessione un titolo in-
trigante: "Secondo natura/contro natu-
ra. Corpi contesi tra sfera pubblica e re-
lazioni di genere".
La scuola estiva della differenza a
Lecce, con la sua costante e impegnata
ricerca di verità, dà risposte alle donne
di oggi, ai problemi che vivono, alle spe-
ranze che nutrono, ai progetti che colti-
vano. Tutto questo avviene attraverso
lo studio, l'insegnamento e l'approfondi-
mento filosofico che diventa orizzonte
politico e apre ai soggetti passaggi di
trasformazione del mondo. Realizzata
in collaborazione tra l'Università del Sa-
lento, l'Università di Roma Tre e il Mo-
nastero delle Benedettine in Lecce, è da
me coordinata, con il sostegno continuo
di Francesca Brezzi. Quest'anno la sua
realizzazione è stata possibile grazie al
contributo della Consigliera di Parità
della Provincia di Lecce e a quello delle
Consigliere regionali di Parità della Pu-
glia, Serenella Molendini e Teresa Zac-
caria.
È da notare che i vari festival di filo-
sofia o della letteratura sembrano am-
pliare al massimo l'esperienza delle
scuole estive, ma sono profondamente
diversi, non solo perché, a differenza di
quelle, sono scanditi quasi esclusiva-
mente da presenze maschili, e nemmeno
perché hanno budget da capogiro: il fe-
stival di filosofia di Modena quest'anno
ha dovuto fare i conti con un taglio del
10% sui 750mila euro previsti. Il con-
fronto con il finanziamento, pari a 12
mila euro, su cui conta la scola estiva di
Lecce, sembra quasi ridicolo. Certamen-
te i festivals mettono in scena una
quantità enorme di iniziative e di pro-
grammi che vanno dall'incontro-dibatti-
to alla lettura, alla musica, alla mostra.
Certamente rispondono a una domanda
di condivisione, aggiornamento, rifles-
sione collegiale; certamente mantengo-
no anche il carattere popolare che si ri-
chiama a un sapere partecipato rispon-
dente alle esigenze dei tempi, certamen-
te permettono alla gente, che si ritrova
davanti alla pluralità dei banchi di ven-
dita, di confrontarsi, ma, comunque,
quello che li differenzia rispetto all'espe-
rienza delle scuole della donne è che
queste ultime offrono un percorso di
consapevolezza, di riscoperta della sog-
gettività e di riconoscimento di sé. Nel-
le relazioni delle altre e nella relazione
con le altre, nell'attraversamento e nella
messa in parole della propria storia e
della riflessione su questa storia si ritro-
vano un richiamo di esperienza e un le-
game che sono umani e sociali e che so-
no nutrimento per ogni senso vero del-
l'agire politico.
luoghi di incontro dove "la matrice politica e insieme
quella universitaria sono presenti e visibili" e puntano
al "riconoscimento dell'autorità femminile"
Una nostra lettrice decisamente indi-
gnata ci segnala il testo di una canzone
che per l'ennesima volta stravolge e
mistifica un atto violento in una prete-
stuosa espressione di amore.
Il testo incriminato è "Ti amo" di
Gianluca Capozzi, giovane cantante
napoletano, non è una canzone recente,
dalle ricerche sul web risulta essere del
2007.
Di seguito i passaggi più significativi:
Sono già tre giorni da quando è capi-
tato / sei preoccupata non ti ha telefo-
nato / eri un pò arrabbiata ma gridargli
in faccia è finita / fa male.
Su quel tuo maglione una macchia
d'aranciata / quella caduta per lo schiaf-
fo che ti ha dato / con una parola tu l'hai
colpito al centro del cuore / cosa aspet-
ti se anche lui a bisogno di te / metti al
volo quel vestito e poi corri a dirgli: Ti
Amo. / Non fermare il tuo pianto forse
capirà / ci vuole lui per respirare / sarà
geloso ma è dolcissimo / se diventa
matto quando guardi un altro / dai non
pensarci ancora un attimo / corri vai da
lui / basta dire solo: Ti Amo.
E un amore distrutto si riaggiusterà /
se butti via l'orgoglio e dici : Ti Amo.
Tornerai con il tempo a qualche gior-
no fà / e il male che ora senti passerà.
Il messaggio è chiaro - Attenta a ciò
che dici! - Le lacrime lo ammansiranno e
ti perdonerà per averlo costretto con il
tuo comportamento a picchiarti! -
Senza di lui tu non esisti! - Non ingelo-
sirlo, può diventare matto! - Non essere
orgogliosa, riconosci il tuo sbaglio! - Il
tempo aiuta a dimenticare!
Naturalmente è solo una canzone,
come sono solo campagne pubblicitarie
i lanci di nuovi profumi, linee di abbi-
gliamento e quant'altro, dove l'immagi-
ne della donna appare come oggetto di
desiderio; preda o "ragazza cattiva",
casalinga vincente contro il calcare e
macchie di sugo, killer spietata contro
germi e cattivi odori.
Eppure questi sono i potenti strumen-
ti, ripetuti ossessivamente giorno dopo
giorno da vent'anni ad oggi che hanno
segnato irrimediabilmente l'educazione
sentimentale e i modelli di comporta-
mento di molti, troppi, adolescenti che
diventati adulti a loro volta riproducono
pedissequamente una realtà edulcorata
e tristemente ingannevole. Genitori e
Scuola hanno la responsabilità di cre-
scere e educare, figli e studenti, l'impe-
gno è permanente, incolpare una non
ben identificata "società" del degrado
civile e culturale in cui viviamo, non
aiuta a riconoscere che l'unico vero arte-
fice della propria vita siamo noi stessi,
diventarne consapevoli è fondamentale
per iniziare a modificare da subito ciò
che dipende solo da noi.
Gianna Morselli
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