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Numero 6 del 2010

Spot! Pubblicità & dignità


Foto: Spot! Pubblicità & dignità
PAGINA 37

Testi pagina 37

noidonne giugno 2010 37
Il primo impatto con Orlan è abba-stanza "ordinario": una donna adulta
e vestita multicolore. Ma è quello che
avviene dopo che colpisce, la si osserva
meglio, la si scruta, e non sarebbe pos-
sibile fare diversamente visto che, quei
colori sgargianti nel vestire, quei capelli
bi-color, bianco e nero, proiettati verso
l'alto, con una frangetta decisamente
antigravitazionale, attirano senz'altro
uno sguardo curioso.
Ed a colpire, stavolta, è il suo inter-
vento durante la conferenza Féministe
en Europe en 2010: reflux ou regain de
la vague? svoltasi il 3 maggio 2010 a
Science Politique a Parigi. Mentre parla,
mostra alcuni dei suoi ultimi lavori, che
ritraggono la sua idea di dio maschile:
lo sport. Ed in particolare il calcio inte-
so come vero e proprio culto, con tanto
di preghiere, di una croce composta di
piccoli schermi video che proiettano
un'unica immagine calcistica e di pallo-
ni che fungono da spettatori.
L'artista riflette poi sul significato
dell'essere femminista oggi, ritenendo
che, troppo spesso, le femministe non si
definiscano più tali, ma piuttosto neo-
femministe, proto femministe, ed altro,
portando ad una proliferazione di ter-
mini che alimenta la diffidenza e la con-
fusione nei confronti del femminismo
stesso.
La conclusione del suo intervento è
un'immagine d'impatto, prendendo
spunto dal quadro L'Origine del mondo
di Gustave Courbet, Orlan rappresenta,
con l'organo sessuale maschile, L'Origi-
ne della guerra, intendendo così, in op-
posizione alla donna come origine della
vita, l'uomo come origine della violen-
za. È una chiara provocazione, concetto
d'altronde che è alla base delle sue ope-
re e della sua stessa concezione di lavo-
ro artistico. Infatti, da quando Orlan
inizia la sua carriera artistica nel 1964
la sua attività va presto in di-
rezione della provocazione
con l'opera Le Baiser de l'Arti-
ste nella quale il pubblico vie-
ne coinvolto e decide se infila-
re una moneta da cinque fran-
chi in un busto nudo femmini-
le sul quale poggia l'immagine
della testa della Orlan, otte-
nendone un bacio, o fare
un'offerta alla statua di Saint
Orlan accendendo un cero. La
scelta è tra il vizio e la virtù,
ossia tra i due stereotipi più
frequentemente attribuiti alla
donna.
Vi è poi la rivisitazione del
celebre dipinto di Manet, Dé-
jeuner sur l'herbe, nel quale,
invece delle donne, sono gli
uomini nudi ad essere consi-
derati come oggetti poiché è il
loro corpo ad essere esposto
agli sguardi femminili.
Queste due opere sono solo
alcuni tra gli esempi della pri-
ma fase creativa dell'artista
durante la quale l'obiettivo è trovare
un'altra immagine femminile libera da-
gli stereotipi maschili dilaganti, ricerca
che si sviluppa nuovamente attraverso
la provocazione, riflettendo sugli uomi-
ni la loro stessa visione delle donne. Or-
lan si batte così per il corpo femminile
contrastandone la mercificazione. La se-
conda fase della sua carriera invece si
attua attraverso una destrutturazione
fisica dei canoni estetici imperanti. In-
fatti nel 1989 inizia la teorizzazione
della sua maggiore provocazione artisti-
ca: scrive Carnal Art Manifesto, e, dal
1990 al 1993, si sottopone a diverse
operazioni chirurgiche che sono in real-
tà delle perfomance estreme.
Obiettivo di questo tipo di operazio-
ni non è tuttavia abbellirsi o adeguarsi
ai canoni estetici vigenti. Infatti i vari
interventi mirano ad alterare le simme-
trie del volto che sono solitamente rico-
nosciute come canoni standard della
bellezza femminile.
L'operazione chirurgica viene con-
dotta da chirurghi con camici griffati, in
una stanza colorata che diventa una
sorta di scenario crudele nel quale tutto
il processo chirurgico - tecnico viene fo-
tografato e filmato.
Durante una delle operazioni Orlan
ha richiesto ai chirurghi che la stavano
operando di innestarle delle protesi,
normalmente destinate ad essere poste
sotto gli zigomi, sulle tempie in modo
da avere due sorta di corna. Così, que-
ste due protuberanze hanno alfine an-
nullato ogni possibile tipo di canonica
bellezza desiderabile.
Orlan è un'artista poliedrica, con nu-
merosi riconoscimenti, premi e mostre in
tutto il mondo. La sua arte estrema è
una militanza come artista e come don-
na. Per liberarsi dei condizionamenti
estetici che vorrebbero le donne sempre
giovani e desiderabili è arrivata a nega-
re la sua stessa fisicità. L'estetica, lega-
ta alle modifiche applicabili con la chi-
rurgia, diventa qualcosa di non più ri-
conducibile ad un presunto canone
obiettivo.
È di questa estremizzazione che han-
no bisogno le donne?
O forse, la questione femminile può, e
probabilmente deve, condurre il suo per-
corso evolutivo naturalmente, senza la
necessità di giungere a questa estrema,
dolorosa, disumanizzazione fisica.
Oltre il bello, una disumanizzazione necessaria?
Francia / Orlan
Piera Francesca Mastantuono
la sua arte estrema è militanza che per liberarsi dei
condizionamenti estetici è arrivata a negare la sua stessa fisicità
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