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Numero 5 del 2010

Non solo madri


Foto: Non solo madri
PAGINA 37

Testi pagina 37

noidonne maggio 2010 37
“Navighiamo già nell'estuario delpost-femminismo, a vele flosce.
Oppressione/frustrazione/alienazione
delle donne verso i loro Padroni tornano
a essere sostantivi che reggono l'attuali-
tà. Afasia del movimento femminista di
cui si può scrivere la storia che fu". Era-
no parole dure quelle con cui Maccioc-
chi, nel 1979, apriva la sua prefazione
al libro Le donne e i loro padroni, rac-
colta di saggi sulle donne da lei curato,
tanto da scatenare polemiche sia in Ita-
lia che in Francia. Lei, che femminista
non era mai stata ma aveva guardato
con apertura e interesse al fiorire dei
movimenti, ora ne denunciava la sta-
gnazione, il dogmatismo, in una parola
l'istituzionalizzazione. Tra le donne e i
loro padroni - non solo gli uomini in
quanto tali, ma anche gli organizzatori
della razionalizzazione capitalista, i
padroni delle multinazionali della ri-
produzione, i politici - si era giunti in-
tanto a un tacito compromesso per met-
tere fine alla stagione di contestazione
più dura e gettare le basi di una nuova
conciliazione, fondata nuovamente sul-
la sottomissione femminile. Mettere al
centro degli slogan la proprietà dell'ute-
ro, poi, significava cedere a una nuova
forma di assoggettamento ai 'padroni',
alla razionalizzazione capitalista/so-
cialista del consumo e della riproduzio-
ne. Negli anni successivi la scrittrice che
aveva attraversato un secolo di passio-
ni politiche - dalla Resistenza alla mili-
tanza nel Pci, dal maoismo al sostegno
ai ribelli del '77 - avrebbe usato sempre
più spesso quella ruvidezza che le era
propria, per criticare i compromessi del-
le donne e attaccare il rapporto tra ses-
so, mass media e potere. Sono trascorsi
tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta
il 15 aprile del 2007 e chi abbia ap-
prezzato il suo ingegno e la sua prosa
affinata dall'ironia non può fare a meno
di domandarsi quali considerazioni le
avrebbe ispirato oggi la vista di un po-
tere politico-mediatico che sempre più
esalta le muse sfaccendate dei salotti te-
levisivi promuovendole pensatrici poli-
tiche e commercia duttili corpi femmini-
li, con le (falsamente) nuove figure del-
la donna-tangente e delle escort autrici
di best seller. Nel 1989 Macciocchi ave-
va pensato di pubblicare un libro che
raccogliesse i suoi articoli sulle donne
apparsi sul Corriere della Sera, spazian-
do tra i temi più disparati, dalle prota-
goniste del pensiero come Simone Weil e
Olympe de Gouges, a quelle della politi-
ca, come Maria Antonietta, per arriva-
re alla contemporaneità, al rapporto tra
maternità e lavoro, al multiculturali-
smo, alla violenza. Voleva intitolarlo
Un decalogo per il secondo sesso, ma il
progetto - di cui resta traccia solo nel
suo archivio personale - non avrebbe
mai visto la luce, lasciando spazio ad
altri lavori, come il libro sulla Mulieris
Dignitatem, l'enciclica di papa Wojtyla
sulle donne, e alle biografie delle rivolu-
zionarie napoletane Eleonora Fonseca
Pimentel e Luisa Sanfelice, i due roman-
zi storici che avrebbero chiuso la sua
parabola di scrittrice. Una parabola
che si era aperta con il libro-reportage
Persia in lotta, nel 1952, e che si era svi-
luppata attraverso decine di libri, molti
dei quali divenuti best seller. Ma i libri
erano solo una delle dimensioni di una
vita intellettuale e politica assai com-
plessa, nella quale avevano trovato po-
sto la Resistenza, la lotta politica nel
Pci, la militanza nell'Udi, di cui era sta-
ta dirigente dal 1949, la direzione di
due grandi giornali come Noi Donne e
Vie Nuove, l'attività giornalistica per
L'Unità, con la corrispondenza dalla
Francia, l'insegnamento universitario a
Paris VIII, il lavoro istituzionale nel Par-
lamento italiano e poi in quello euro-
peo, la frequentazione con intellettuali
di tutto il mondo e l'impegno per la co-
struzione di un'Europa delle idee e della
cultura. Per rompere l'oblio che troppo
spesso avvolge le figure femminili nella
storia, anche quando si tratti di quella
più recente, vale la pena oggi fermarsi a
ricordare la sua parola ribelle, spesso
eccessiva, elegantemente forgiata da de-
cenni di scrittura, irrobustita dal vigore
di idee talora controverse ma certo mai
banali, mai piegate dal conformismo.
Per questo il 20 maggio prossimo l'Uni-
versità di Roma Tre dedicherà una gior-
nata di studio a "Maria Antonietta
Macciocchi, protagonista e interprete
del XX secolo", raccogliendo contributi
di studiose e studiosi come Ginevra
Conti Odorisio, organizzatrice del con-
vegno, Fiorenza Taricone, Giovanni Be-
lardelli, Giuseppe Vacca, Jean-Yves Fré-
tigné, Christine Fauré e testimonianze
personali di chi con lei ha diviso un pez-
zo di strada, come Barbara Alberti e
Miriam Mafai, giovanissima compagna
nei giorni della Resistenza a Roma. Nel-
l'ambito della giornata di studio a Ro-
ma Tre sarà inaugurata anche una mo-
stra fotografica a lei dedicata, presso la
sede di Scienze Politiche, in via Chiabre-
ra 199.
L'intellettuale “eretica”
Maria Antonietta Macciocchi
Eleonora Selvi
vale la pena ricordare la sua
parola ribelle, spesso eccessiva,
irrobustita dal vigore
di idee controverse
e mai piegate dal conformismo
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