Numero 11 del 2007
Stop femminicidio
Testi pagina 36
Quando nel 1966 Dario Fo portavasulle scene lo spettacolo di canzoni
popolari, dal titolo "Ci ragiono e canto",
tra le cantanti alternatesi sul palco ve
ne era una che non assomigliava a nes-
sun'altra: Rosa Balistreri, una popolana
quarantenne dal volto segnato da duro
lavoro e molte sofferenze e gli occhi lim-
pidi e sicuri di chi porta fino in fondo le
battaglie che la vita le pone.
"Ho imparato a leggere a 32 anni.
Dall'età di sedici anni vivo da sola. Ho
fatto molti mestieri faticosi per dare da
mangiare a mia figlia. Conosco il mon-
do e le sue ingiustizie meglio di qualun-
que laureato. E sono certa che prima o
poi anche i poveri, gli indifesi, gli onesti
avranno un po' di pace terrena". Così si
presentava Rosa ad un giornalista che
l'intervistava nel 1973 in seguito alla
mancata partecipazione al festival di
Sanremo, dove la sua canzone dal tito-
lo "Terra che non senti" era stata esclusa
all'ultimo minuto. Il fragore suscitato
intorno al caso ha fatto sì che Rosa fos-
se considerata da molti la vera vincitri-
ce del festival e potesse affermare con ri-
solutezza che non si sarebbe lasciata
spaventare dai nemici politici che ave-
vano cercato di eliminarla: "Si può fare
politica e protestare in mille modi, io
canto. Ma non sono una cantante… so-
no diversa, diciamo che sono un'attivi-
sta che fa comizi con la chitarra".
Un piccolo ostacolo come un esclu-
sione a un festival non avrebbe fatto al-
tro che rendere il suo impegno politico
ancora più determinato: "Li ho messi
tutti nel sacco. Le mie storie di miseria
provocheranno guai a molti pezzi grossi
il giorno in cui l'opinione pubblica sarà
più sensibile ad argomenti come la fa-
me, la disoccupazione, le donne madri,
l'emigrazione, il razzismo dei ceti bor-
ghesi… Finora ho cantato nelle piazze,
nei teatri, nelle università, ma sempre
per poche migliaia di persone. Adesso
ho deciso di gridare le mie proteste, le
mie accuse, il dolore della mia terra, dei
poveri che la abitano, di quelli che l'ab-
bandonano, dei compagni operai, dei
braccianti, dei disoccupati, delle donne
siciliane che vivono come bestie. Era
questo il mio scopo quando ho accetta-
to di cantare a Sanremo. Anche se nes-
suno mi ha visto in televisione, tutti gli
italiani che leggono i giornali sanno chi
sono, cosa sono stata, tutti conoscono
le mie idee, alcuni compreranno i miei
dischi, altri verranno ai miei concerti e
sono sicura che rifletteranno su ciò che
canto" ("Qui Giovani" del 22 marzo '73
in www.rosabalistreri.it).
Rosa Balistreri nata a Licata, in pro-
vincia di Agrigento, il 21 marzo del
1927, nei primi anni Cinquanta emigra
a Firenze insieme al fratello e alla madre
con i quali dapprima apre un negozio di
frutta e verdura. Nei primi anni sessan-
ta incontra un pittore siciliano che si in-
namora di lei e la introduce nel mondo
completamente nuovo della cultura. A
casa di lui incontra il poeta Ignazio
Buttitta che così avrebbe ricordato nel
1984: "...Rosa cantò il lamento della
morte di Turiddu Carnivali che è un mio
poemetto. Io quella sera non la dimenti-
cherò mai. La voce di Rosa, il suo canto
strozzato, drammatico, angosciato, pa-
reva che venissero dalla terra arsa della
Sicilia. Ho avuto l'impressione di averla
conosciuta sempre, di averla vista na-
scere e sentita per tutta la vita: bambi-
na, scalza, povera, donna, madre, per-
chè Rosa Balistreri è un personaggio fa-
voloso, direi un dramma, un romanzo,
un film senza volto" (da:
http://www.csssstrinakria.org/balistre-
ri.htm centro studi storici siciliani).
Dal 1966, dopo la partecipazione a
"Ci ragiono e canto", Rosa inizia a inci-
dere dischi. Nel 1971 si trasferisce a Pa-
lermo, dove frequenta personaggi come
il pittore Guttuso e Buttitta, che scrive
per lei numerose liriche andatesi ad ag-
giungere al suo vastissimo repertorio:
dai canti appresi durante l'infanzia a
canti popolari di varia provenienza.
Ascoltandola cantare si rimane impres-
sionati dalla carica umana, dal timbro
forte ed originale della sua voce e dal
tono fortemente drammatico con cui,
interpretando le canzoni popolari sici-
liane, riusciva a esprimere il senso di
povertà e orgoglio del popolo.
Dopo la sua morte, avvenuta a Pa-
lermo nel 1990, è rimasta dimenticata,
ma negli ultimi anni l'editore Francesco
Giunta sta raccogliendo la sua vastissi-
ma produzione sparsa in molte registra-
zioni di concerti e in dischi delle più
svariate case discografiche. Grazie al
suo interessamento, lo scorso settembre
Palermo ha voluto dedicare a Rosa Ba-
listreri un concerto in cui tre importanti
novembre 2007 noidonne36
La cantante che faceva comizi con la chitarra
Rosa Balestrieri
Giovanna Providenti