Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 1 del 2007

Che sia un anno di PACS


Foto: Che sia un anno di PACS
PAGINA 36

Testi pagina 36

gennaio 2007 noidonne36
Un disegno infantile può essere defi-nito, tra l'altro, come l'insieme di se-
gni, la cui esecuzione è determinata dal-
l'intenzione di rappresentare qualcosa
di reale, sia esteriore che interiore, a pre-
scindere dalla rassomiglianza più o me-
no raggiunta. Inizialmente, il bambino
rappresenta una manifestazione della
sua personalità, con la relativa valenza
affettiva e imita per agire come gli altri,
non tanto per fare ciò che fanno gli al-
tri. Il potere creativo lo fa sentire simile
ai grandi!
Si definisce "realismo mancato" una
certa incapacità di sintesi in cui incorre
il bambino. Si evidenzia prevalentemen-
te con la maldestrezza grafica, la paura
del vuoto -che ricorre anche da grandi a
seguito di gravi traumi-, la tangenza, il
distacco, l'inclusione, l'esclusione, spe-
cifiche relazioni di posizione fra gli ele-
menti di uno stesso oggetto (per esempio
l'idea del ramo al posto del braccio a
causa degli strani rapporti topologici
tra dita-mano-braccio). La concezione
del "realismo intellettuale", cioè una
rappresentazione che contenga tutti gli
elementi reali di esso, anche se non visi-
bili, è il passaggio successivo. Le dida-
scalie obbediscono al realismo intellet-
tuale, così come la trasparenza, la rap-
presentazione in piano, il cambiamento
del punto di vista. Il concetto di sintesi
è l'elemento guida del bambino per pas-
sare da una fase ad un'altra, fino a
quella del "realismo visivo". Ora, il bam-
bino, non prima degli otto-nove anni,
sacrifica la trasparenza per evidenziare
solo ciò che vede da un certo punto di
vista. Ovviamente ogni fase può so-
vrapporsi o coesistere anche dopo il
passaggio ad un'altra successiva e ogni
bambino si differenzia nei tempi e nelle
modalità. Il periodo del disegno infan-
tile si conclude con la rinuncia del rea-
lismo intellettuale come sistema di rap-
presentazione grafica unita all'intenzio-
ne di una esatta conformità all'appa-
renza visiva, nonostante gli ostacoli che
ne possono impedire la piena realizza-
zione. In fondo, si tratta di un'astrazio-
ne, perché nella rappresentazione attra-
verso il disegno, si toglie all'oggetto tut-
to ciò che non è visibile. La prospettiva
infantile è una combinazione tra inten-
zione realista e capacità sintetica.
Dopo i sette anni, il bambino, da es-
sere imitatore diventa essere osservato-
re. I compiti molto astratti, cioè un tipo
di apprendimento troppo staccato dal-
l'attività corporea, interferiscono con la
sua libertà creativa e con la fiducia nel-
la vita. Lo sviluppo dei sensi di base, il
senso del tatto, della vita, del movimen-
to, dell'equilibrio, se vissuti in modo ot-
timale, predispongono il bambino a re-
lazionare col mondo esterno in modo da
imparare a riconoscersi tra gli altri ed
accogliere le offerte del mondo esterno.
Attraverso il disegno è possibile cogliere
i messaggi infantili. Per esempio, un
bambino con poche forze vitali, può di-
segnare una persona o se stesso sdraia-
to sul letto. Una rappresentazione di
una situazione sicuramente poco attiva,
che difficilmente il bambino disegna
spontaneamente, se non per sottolineare
un impedimento o una necessità pecu-
liare di fermarsi. Occorre essere molto
attenti rivolgendoci al bambino stesso
per comprendere i suoi disegni!
Da imitatore a osservatore
I nostri figli / 5
Bruna Baldassarre
quinto appuntamento con
l'interpretazione dei disegni
dei bambini
Fig.1. bambino di 5anni e mezzo (collezione Luquet).
Mescolanza tra realismo intellettuale e visivo, due narici e un
solo occhio, cappello in aria, cavaliere in piedi sul cavallo
Fig.2. bambina di 4 anni e due mesi
(collezione Strauss)
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®