Numero 9 del 2015
Diritto di famiglia 40 anni dopo
Testi pagina 36
34 Settembre 2015
LO “STRANO CASO”
DI CHRISTINE DE PIZAN
Maria Alessandra Soleti con “Mediatrici di sapienza” si
è immersa nello studio dello “strano caso” di Christine de
Pizan (Venezia, 1365 – Monastero di Poissy, 1430 circa) “
quello di una scrittrice di professione, colta
e ispirata, che si è offerta come sguardo
eletto nell’osservare le vicissitudini del suo
tempo, per trasmetterne la memoria con
profetici occhi di donna”. Figlia “dell’astro-
logo di corte” e figura particolarmente af-
fascinante del suo tempo, Christine è stata
“poetessa di professione”. Non è il primo
studio dedicato a questa protagonista di
una straordinaria esperienza di vita, ma
la sensibilità e la curiosità e “un’esigenza
stringente” ha condotto Soleti in una “sorta
di ‘immersione’, un tuffo nel buio di un pas-
sato dove regnava incontrastato un siste-
ma patriarcale di gestione del sapere e del potere”. Ma se
in parte è possibile ricondurre Christine de Pizan “in una
prospettiva diversa da quella di iniziatrice della querelle
des femmes, riconoscendone il collegamento con la cor-
rente carsica delle donne che, a partire dalla loro ricerca
spirituale, hanno saputo farsi ‘mediatrici di sapienza’ nel
corso della storia”, come sottolinea Michela Pereira nel-
la prefazione, va attribuito esclusivamente a Soleti “l’aver
cercato, con intelligenza e ostinazione, la via per rendere
praticabile e dicibile questo collegamento”. E spiega per-
ché. “Forte della sua precedente indagine su Margherita
Porete (Margherita Porete. Un processo ancora aperto.
Una voce mistica nell’Europa tardo medievale, 2011, ed
Il Poligrafo, ndr), è andata alla ricerca dei nessi riconosci-
bili con figure carismatiche quasi sepolte nell’oblio, indi-
viduando una tradizione femminile di pensiero dispersa e
ignorata, se non per frammenti, quasi una ‘genealogia in-
visibile’ alle spalle dell’autrice a cui si deve la celebre Cité
des Dames”. “Due prospettive apparentemente difficili da
coniugare, quella della storia delle donne e quella della
storia della filosofia, si sono così intersecate nel percorso
interpretativo che, con una vera e propria ‘illuminazione’,
Soleti ha intrapreso a partire dalla conclusione della vicen-
da biografica e letteraria di Christine, risalendo da qui alla
sua scoperta, definizione e ‘autorizzazione’ della propria
voce come ‘profetica’, ovvero in grado di trasmettere un
messaggio sovrapersonale, che però non proviene dalla
voce divina - come nel classico profetismo medievale -
ma dalla tradizione culturale, che l’autrice aveva ricevuto
e rielaborato, distillandone l’essenza in relazione alle esi-
genze dell’umanità”.
In sostanza Soleti sostiene che Christine non rappresenti
“un’eredità ma un’altra tradizione, tutta femminile, di carat-
tere prevalentemente profetico dato il modo di porsi e la
posizione di tali mulieres religiosae rispetto al potere e al
sapere, a loro attingibile attraverso canali informali”. Rin-
traccia elementi a suffragio della sua tesi attraverso “paro-
le chiave” e in “alcune carismatiche protagoniste del mo-
vimento religioso emerso in Europa a partire dal XII secolo,
fautrici della ricca letteratura in lingua volgare, generata
appunto da quelle sapienti mani femminili”.
Soleti “tende l’orecchio” per cogliere la voce delle donne
che “non ha mai rinunciato alla possibilità
di incidere nella realtà mondana, pur con vibrazioni inedi-
te” e accende un’altra luce sotto cui leggere le parole e il
pensiero di una grande figura femminile che altre donne,
dopo secoli, hanno strappato all’oblio. Un lavoro che con-
tinua grazie alla solida tempra di una giovane ricercatrice
la quale, purtroppo, lavora in solitudine ma sorretta da co-
stante e inesauribile passione.
Maria Alessandra Soleti
Mediatrici di sapienza
il riflesso della tradizione profetica e femminile
in christine de pizan
Orthotes Editrice, pagg 412, euro 25,00
ITINERARI DIDATTICI
E NON SESSISTI
“Una guida che vuole mettere in
evidenza la presenza delle donne
e del loro agire” perché “scrivere
una guida significa, in una certa
misura, ricostruire un codice di
comunicazione” e perché piazze,
edifici o monumenti sono “simbo-
li dei valori, degli ideali che han-
no guidato l’azione umana nella
costruzione della storia”. Nell’ambito di un progetto della
Regione Lazio per iniziative nelle scuole, Mary Nocentini,
LIBRI
a cura di
Tiziana Bartolini
pp.34_35 APPRODI_settembre_2015.indd 34 14/08/15 09.27