Numero 7 del 2015
Salute, informazione sinergie. Speciale Expo, Donne in campo - CIA
Testi pagina 36
34 Luglio-Agosto 2015
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LO
NI
A
di Cristina Carpinelli
I
l 13 aprile di quest’anno, il presidente polacco
Bronis?aw Komorowski, esponente della destra mo-
derata e liberale di “Piattaforma civica”, ha ratificato la
Convenzione europea contro la violenza nei confron-
ti delle donne, nonostante l’opposizione della Chiesa
cattolica e del suo rivale di destra che ha
vinto le elezioni presidenziali di maggio. Ko-
morowski ha dichiarato: “Si devono rispet-
tare i principi e sostenere le vittime, le don-
ne che subiscono abusi, la parte debole”.
E ha aggiunto: “Non dobbiamo fare calcoli
politici su queste questioni”. Già a febbraio
il parlamento polacco aveva votato la Con-
venzione del 2011 di Istanbul, approvata in
seno al Consiglio d’Europa. Si trattava del
primo strumento vincolante al mondo per
prevenire e combattere la violenza contro le
donne - dagli stupri in famiglia alla mutila-
zione genitale. La votazione della Conven-
zione non è stata semplice: nel corso del
dibattito parlamentare erano stati sollevati argomenti dai
partiti di destra (sostenuti dalla Chiesa cattolica), secon-
do cui la Convenzione di Istanbul era incostituzionale e
costituiva una minaccia alle tradizioni polacche e al con-
cetto di famiglia, nonostante nel dicembre 2014 l’Helsinki
Foundation for Human Rights avesse predisposto un
parere, in cui si sosteneva che “La Convenzione di Istan-
bul era conforme alla Costituzione polacca e che la sua
ratifica era ragionevole ai fini della prevenzione efficace e
della lotta alla violenza domestica contro le donne”.
Il 25 maggio 2015 Andrzej Duda ha vinto le
elezioni presidenziali in Polonia, afferman-
dosi nel ballottaggio sul presidente uscente
Komorowski. Duda è un 42enne, leader del
partito della destra populista euroscettica
“Diritto e Giustizia”. Nel quartier generale
di questa formazione politica, fondata dai
gemelli Kaczy?ski, c’è stata grande festa,
poiché da dieci anni questo partito non as-
saporava una vittoria così significativa. Ma
per i polacchi liberali e democratici c’è ben
poco da festeggiare: la Polonia sembra,
infatti, intenzionata a tornare agli anni bui
dell’amministrazione Kaczy?ski. Il partito
di Duda, “Diritto e Giustizia”, gode tradizio-
nalmente del sostegno di molti membri del clero polacco,
a cui il neo-presidente eletto ha strizzato più volte l’occhio
in campagna elettorale, mostrandosi assai sensibile ai
“temi etici”, quali la contrarietà alla fecondazione in vitro.
Da candidato presidente ha dichiarato di voler punire con
la reclusione le donne che si sottoporranno alla feconda-
zione in vitro.
I due candidati, che erano in corsa per le presidenziali,
rappresentano due visioni della Polonia molto distanti. Si
può dire che Komorowski rappresenti la “società civile”,
mentre Duda - la “comunità nazionale”. Per il liberale mo-
derato Komorowski, gli ultimi 25 anni sono stati il momento
migliore di due secoli di storia polacca, perciò “bisogna
difendere la libertà e continuare le riforme iniziate con
l’integrazione europea e atlantica del paese”. Per l’ultra-
nazionalista Duda, invece, “il Paese è in rovina”, perciò è
auspicabile una svolta radicale per ricostruirlo. Tra i vari
UN PASSO AVANTI
E DUE INDIETRO
Con le elezioni presidenziali si è affermata la destra ultranazionalista e antieuropeista
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