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Numero 1 del 2015

Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia


Foto: Forti e fragili come adolescenti - Speciale Rebibbia
PAGINA 36

Testi pagina 36

34 Gennaio 2015
D
alla Rivoluzione francese al carcere
romano di Rebibbia, sezione massima
sicurezza, il passo non è breve: infat-
ti è grande la distanza che separa la
figura storica di Olympe de Gouge dalle de-
tenute per reati riconducibili alla mafia o alla
camorra. Ma il potere delle relazioni femminili
riesce ad alimentare un vento che muove e
avvicina ciò che appare distante nelle pre-
messe e nel vissuto. Così è accaduto che
attraverso NOIDONNE la scrittrice Maria
Rosa Cutrufelli abbia incontrato le dete-
nute e il progetto di Francesca Tricarico,
‘Le Donne del Muro Alto’ (www.ledonne-
delmuroalto.it) e la relativa campagna di
crowdfunding, finalizzato a portare il teatro
in carcere “con il suo valore pedagogico
e terapeutico quale potenziale agente di
cambiamento”. Se la detenzione deve avere l’obiettivo del
reinserimento, questa è una strada da percorre anche per i
riscontri positivi ottenuti. Basti pensare ai riconoscimenti in-
ternazionali assegnati a ‘Cesare deve morire’, pellicola dei
fratelli Taviani girata sempre a Rebibbia e alla quale Tricari-
co ha collaborato come assistente alla regia. Ad innescare
le premesse dell’incontro sono le stesse detenute che per la
loro seconda volta sul palcoscenico - nel 2013 hanno messo
in scena “Didone, una storia
sospesa” sempre con la regia
di Francesca Tricarico - han-
no scelto di ispirarsi a “La
donna che visse per un so-
gno” (Frassinelli, 2008), libro
in cui Cutrufelli racconta gli ultimi cinque
mesi di vita di Olympe de Gouge, vissuti
in carcere aspettando il processo che la
condannerà alla ghigliottina nel novembre
del 1793. Nelle belle pagine, dense e non
scontate, si intrecciano eventi storici con la
quotidianità affidandone la descrizione ad
una galleria di figure femminili che agisco-
no intorno e insieme alla protagonista, eroina
non sufficientemente valorizzata, che lotta
e muore per la libertà e l’uguaglianza delle
donne. Olympe contesta la deriva della Rivo-
luzione francese e scrive la “Dichiarazione
dei diritti della donna e della cittadina” di-
fendendo con coerenza gli ideali repubblicani.
Robespierre e il Terrore non la perdonano.
“Olympe è stata una grande che ha dato la vita
per i diritti di noi tutti e soprattutto per le donne.
La sua è una storia importante e la vogliamo do-
nare al pubblico che verrà a vederci”. Lampi di orgoglio negli
occhi di alcune detenute presenti all’incontro che NOIDONNE
ha organizzato a Rebibbia lo scorso 13 novembre, ulteriori
considerazioni da parte di altre: “come tante di noi è madre,
come noi conosce il carcere e ne descrive le sofferenze, ri-
maste ancora oggi le stesse di due secoli fa”. Il partire da sé
contraddistingue il femminile e la piccola stanza attigua alla
biblioteca dell’istituto di pena in cui siamo in circolo accoglie
altro ancora. “Grazie allo stimolo del teatro hanno conosciuto
e studiato quegli eventi storici e sono state colpite dal fatto
che una donna ha avuto il coraggio di sfidare il potere e di
morire per la libertà degli altri, per il bene della comunità, sen-
za un tornaconto personale” sottolinea Francesca Tricarico. In
di Tiziana Bartolini
DALLA GHIGLIOTTINA
DELLA RIVOLUZIONE
FRANCESE A REBIBBIA.
PASSANDO PER IL TEATRO
La figura Di OLympe De gOuge, Liberamente tratta DaL LibrO Di maria rOsa
CutrufeLLi, va in sCena neL CarCere rOmanO Di rebibbia. sOnO Le Detenute
DeLLa seziOne Di massima siCurezza aD averLa vOLuta rappresentare
neLL’ambitO DeL prOgettO ‘Le DOnne DeL murO aLtO’ Di franCesCa triCariCO
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