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Numero 12 del 2006

Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie


Foto: Letterina di Natale dai 4 milioni delle primarie
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Testi pagina 35

divelto le ultime tracce tradizionali e
strutturanti l'identità mongola, che era-
no nonostante tutto sopravvissute ai 70
anni di socialismo realizzato. Sul piano
sociale, la privatizzazione, introducen-
do la trasmissione per via ereditaria dei
beni di proprietà privata, ha significato
la disgregazione delle famiglie allarga-
te, poiché i loro componenti gestivano le
terre nazionalizzate, allevavano bestia-
me e commerciavano in comunità, co-
stituendo un'unica economia indivisa.
Attualmente il 40% della popolazione
vive sotto la soglia di povertà e la dis-
occupazione, l'alcoolismo e la violenza
sono dei flagelli sociali. Questa situa-
zione ha avuto gravi ripercussioni so-
prattutto sugli uomini. La neo associa-
zione mongola Men's Union ha denun-
ciato la profonda crisi d'identità che ha
colpito i maschi del paese. Sempre più
donne indipendenti e con buona forma-
zione (le statistiche indicano che il 60%
dei diplomati delle scuole superiori e il
75% del personale delle principali isti-
tuzioni sono donne) si rifiutano di spo-
sarsi. Quest'inversione di genere è un fe-
nomeno che non ha precedenti nella sto-
ria della Mongolia, che conta ben 49
associazioni femministe e 111 Ong lega-
te alla famiglia. Per Ayush, docente di
scienze sociali all'università di Ulaan
Baatar, "la Mongolia non è mai stata
una società patriarcale classica. L'uomo
occupava una posizione dominante nel-
la società nomade, ma riconosceva alle
donne un ruolo importante. A differen-
za delle famiglie a fissa dimora, la cui
organizzazione del lavoro richiedeva la
rigida divisione dei compiti domestici
ed extra-domestici, in quelle nomadi
questa divisione non era necessaria".
"Dopo l'implosione dell'Urss, le donne -
spiega Ayush - hanno saputo far fronte
all'abolizione dell'economia di piano,
cercando di cogliere le opportunità of-
ferte dalla nascente economia di merca-
to, lanciandosi in investimenti ed inte-
grandosi da protagoniste negli affari del
paese. Alcune di loro si stanno affer-
mando nel management pubblico e pri-
vato delle ITC. Gli uomini hanno, inve-
ce, preferito emigrare, inseguendo il mi-
raggio di un futuro migliore in altri pae-
si, e quelli che sono rimasti si trascina-
no in una vita vacua, mentre mogli e
compagne si rimboccano le maniche e
mandano avanti la baracca". "Special-
mente la violenza - sostiene la psicologa
Oyunsuren - è l'aspetto che più preoccu-
pa della società mongola, e i suoi effet-
ti si ripercuotono in particolare sulle
donne. Mentre nelle società occidentali
la gente è abituata al dialogo, in Mon-
golia, gli uomini alzano le mani per ri-
solvere qualsiasi controversia familia-
re". "Il problema - aggiunge Selenge, ri-
cercatrice storica - è in parte riconduci-
bile alla scarsa educazione presente nel-
le ultime generazioni. Dopo il crollo so-
vietico, le famiglie hanno preferito far
proseguire gli studi alle figlie e mandare
a lavorare i maschi".
La recente apertura al mondo esterno
sottopone la società mongola a spinte
diverse. La ricerca di un'identità che ac-
compagna l'autonomia ritrovata favori-
sce, come altrove, un "ritorno alla reli-
gione". Ma a differenza che altrove, qui
la religione, epurata dalle brutali prati-
che tantriche (es: esportazione di ossa
da corpi vivi di giovani donne vergini
per costruire strumenti musicali utiliz-
zati con lo scopo di aiutare l'oracolo a
conseguire la sua suprema iniziazione)
in uso ancora agli inizi del XX secolo
presso i monasteri mongoli, ha una fun-
zione sociale positiva. Se è vero, infatti,
che una parte della vecchia nomenkla-
tura del paese, fedele al marxismo-leni-
nismo, è entrata a far parte della casta
"riabilitata" e intoccabile dei lama, lo
sciamanismo mongolo, in simbiosi con
il buddismo, predicando la nonviolenza
e la compassione ha un effetto benefico
sul rispetto delle diversità (compresa
quella di genere), in un momento in cui
la società è atomizzata e lacerata da
conflitti interni. Il film del 2003 Il cam-
mello che piange del regista mongolo
Byambasuren è stato un successo inter-
nazionale. Esso rilancia l'idea di uno
sciamanismo "buddhizzato" come parte
integrante dell'ethos mongolo. Il cam-
mello che piange è la storia di come una
famiglia di nomadi del deserto del Gobi
riesce a fare accettare un cammello
bianco alla propria madre (una cam-
mella bruna) che lo rifiuta, attraverso
dei rituali sciamanici.
noidonne dicembre 2006 35
il 60% dei diplomati delle scuole superiori e il 75%
del personale delle principali istituzioni sono donne,
che si rifiutano di sposarsi
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