Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
PAGINA 35

Testi pagina 35

noidonne settembre 2008 35
Italia
Una donna all’Acca-
demia della Crusca
Nicoletta Maraschio è la
prima donna a guidare l'Acca-
demia della Crusca, il più im-
portante centro di ricerca
scientifica dedicato allo stu-
dio e alla promozione dell'ita-
liano nel mondo nonché una
delle più' antiche accademie
ancora attive in Europa. Nata
a Pavia, si è laureata a Firenze
e qui, dal 1995, è professore
ordinario di Storia della lingua
italiana. L'Accademia nacque
a Firenze nel 1583 e deve il
suo nome alle "cruscate", in-
contri conviviali e scherzosi che un gruppo di fiorentini co-
minciò a tenere per trattare temi di letteratura e di lingua.
Tra i fondatori Leonardo Salviati che dette il nome di Cru-
sca, fissando l'uso della simbologia relativa alla farina e at-
tribuendo all'Accademia lo scopo di separare il fior di fari-
na (la buona lingua) dalla crusca.
Paraguay
Ministra degli Esteri
Grande sorpresa in Paraguay per la nomina di Milda Ri-
varola come prossima Ministra degli Esteri. Ingegnere agro-
noma, sociologa e membro dell'Accademia di Storia, la
prossima Cancelliere è anche analista politica e ha pubbli-
cato diversi saggi. In una intervista con Radio Viva Rivaro-
la ha spiegato che la nomina rappresenta una sfida ed una
responsabilità molto grande. Le priorità delle quali si occu-
perà riguarderanno il riposizionamento del Paraguay nell'a-
rea sudamericana, cercare di trarre beneficio dalle materie
prime di cui il Paraguay è grande produttore e ridiscutere i
trattati binazionali sull'energia: di Itaipú con il Brasile e di
Yacyretá con l'Argentina. Riguardo quest'ultimo tema Riva-
rola ha segnalato che si tratta di accordi firmati al tempo
della dittatura con il consenso di un Parlamento fittizio.
Come Ministra della Salute e degli Affari sociali è stata no-
minata Esperanza Martínez.
Arabia Saudita
Condizioni disumane delle collaboratrici
domestiche in Arabia Saudita
L'organizzazione non governativa statunitense, Human
Rights Watch, in una conferenza stampa tenuta l'8 luglio a
Giakarta, in Indonesia, ha presentato un documento di 133
pagine nel quale sono raccolte testimonianze di donne im-
migrate in Arabia Saudita da paesi dell'Estremo Oriente e
ridotte in schiavitù. Il rapporto raccoglie gli abusi docu-
mentati in due anni di indagini, con 142 interviste a mi-
granti che hanno lavorato come colf, a funzionari pubblici
sauditi e ad alcuni 'reclutatori' di mano d'opera a basso co-
sto in Estremo Oriente. In almeno 36 casi, i legali di Hrw
ravvisano gli estremi del traffico di esseri umani, riduzione
in schiavitù e del lavoro forzato. Hrw chiede alla monarchia
saudita una riforma del sistema giudiziario, che preveda
punizioni per i datori di lavoro che si macchiano di crimini
come quelli testimoniati dalle immigrate e che tuteli i la-
voratori. Il Kingdom's Labor Law, il diritto del lavoro saudi-
ta, non contempla la figura della collaboratrice domestica
ma si rifà alla pratica del kafala, una sponsorizzazione con
la quale il datore di lavoro diventa il garante del lavoratore
sconfinando spesso verso pratiche come il sequestro dei
documenti degli immigrati e l'imposizione di orari di lavo-
ro disumani. Le testimonianze raccolte da Hrw riferisono di
violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Negli ultimi anni,
dopo pressioni da parte delle associazioni internazionali
per la difesa dei diritti umani, il governo saudita si era im-
pegnato a studiare forme di tutela delle lavoratrici stranie-
re, ma fino a ora senza esito.
Costa d'Avorio
Abiti con i sacchi di cacao
La sua prima macchina da cucire, un modello del 1952,
le è stato regalato suo padre, un sarto diventato poi ope-
raio in una piantagione di cacao. Dopo un diploma di sar-
toria, Mai ha conquistato la fama con i suoi indumenti
creati con sacchi di iuta usati per contenere ciò che la Co-
sta d'Avorio esporta di più: il cacao. Nel suo piccolo nego-
zio di Treichville, sobborgo popolare della capitale econo-
mica Abidjan, Mai disegna e realizza abiti, maschili e fem-
minili, nei colori naturali del beige, fatti di fibre grezze e
sacchi per il cacao e il caffé. Le sue creazioni vanno di gran
moda e vengono indossate da una clientela di celebrità, ar-
tisti e musicisti, qualcuno proveniente anche dall'estero.
Mai, il cui vero nome è Maimouna Camara Gomet ha det-
to: "L'economia della Costa d'Avorio si basa sull'agricoltu-
ra, in particolare su cacao e caffé. Quindi ho deciso di pro-
muovere i raccolti creando questa linea di moda". Per me,
è un modo per attirare l'attenzione di tutto il mondo sul
cacao e il caffé". Una varietà di gonne, top, pantaloni, ma-
gliette e gilet, ma anche cappelli, borse e accessori, la mag-
gior parte in beige ma in alcuni casi anche colorati di nero
o di blu fanno parte delle collezioni realizzate dalla giova-
ne stilista. Le modelle che lavorano con lei hanno sottoli-
neato come i "vestiti di sacco" si abbinano bene con i
gioielli e gli ornamenti tradizionali, come quelli fatti dalle
conchiglie usate, secoli fa, come moneta di scambio per il
commercio degli schiavi nella costa occidentale africana.
Fonti: Misna, Rai News 24, Adital, Artemisia Noticias, Peace Reporter, Reuters
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®