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Numero 4 del 2008

UDI: 50E50, donne e rappresentanze


Foto: UDI: 50E50,  donne e rappresentanze
PAGINA 35

Testi pagina 35

noidonne aprile 2008 35
'Presa Elettrica' racconto la storia di una
ragazza il cui fratello muore di inedia.
Un fenomeno che riguarda 2 milioni di
persone, per lo più uomini, tra i 40 e50
anni, che si rinchiudono in casa innal-
zando l'inattività a valore. Si chiama
'Hikikomori'. Non tutti muoiono. Ma la
metafora è quella di un suicidio sociale.
Un chiamarsi fuori dalla vita perché
non si è all'altezza della competizione.
La risposta delle giovani, invece, passa
attraverso il corpo. Mostrato. Modifica-
to. Abbellito fino all'inverosimile o al
contrario tagliuzzato, lacerato e ogget-
to di violenza o auto violenza. Ragazze
tra i 15 e 30 anni il cui potere e valore,
è quello di essere consumiste, di vender-
si o sposarsi per comprare vestiti e og-
getti firmati. Non sanno come diventare
adulte. Restano bambine che vivono di
apparenza. Il Giappone sta attraversan-
do una crisi senza precedenti. La gene-
razione che voleva costruire il grande
Giappone non esiste più e i giovani van-
no alla deriva. Tornare alla dimensione
spirituale, occulta, sciamanica, attua-
lizzandola con la modernità e i nuovi
strumenti della tecnologia, è una delle
possibilità che ho indagato nei miei li-
bri". Discussi in patria e semi sconosciu-
ti in Europa sono casi editoriali che ac-
cendono l'immaginazione. Come "Ser-
penti e percing", della ventiduenne Hito-
mi Kaneara: "Per le giovani giapponesi
il corpo è l'unico patrimonio che possie-
dono. Un veicolo per scaricare lo stress
attraverso lo scorrimento del sangue,
tagli sulle braccia, bendaggi e altre pra-
tiche autolesioniste. C'è un problema di
comunicazione tra i sessi e all'interno
del proprio, paradossale, in una società
ipertecnologizzata che legge moltissimo,
scambia fiumi di parole attraverso le
email sui telefonini, usate come i vostri
sms, ma che è incapace ad esprimersi.
Le parole hanno perso significato e la
comunicazione passa attraverso il cor-
po. Percing e tatuaggi. Anelli che stap-
pano la lingua fino a renderla biforcuta
come quella di un serpente. In un son-
daggio il 70% delle ragazze ha ammes-
so in un sondaggio di aver abusato del
proprio corpo almeno una volta nella
vita. E' il segnale che il Giappone sta
sprofondando in una disperazione asso-
luta. Difficile prevedere cosa avverrà in
futuro".
non più dark ladies ma semplicemente disperate.
Un Festival mette a nudo riti e nuovi modelli femminili
nel Giappone del XXI secolo
"Udine Porta a Oriente"
Il pubblico sciama tra libreria e work shop, wine bar e cinema, in proie-
zione una delle pellicole più discusse della rassegna: Concent, tratto dal
libro di Randy Taguki 'Presa Elettrica'. Atmosfere pulp e linguaggio deca-
dente. Siamo al "Visionario", centro culturale della città, luci basse e sof-
fitto blu. L'atmosfera è un melting pot di esperienze, culture, età, carat-
teri, odori. Una chiacchiera tira l'altra. Tra donne. Giornaliste e uffici stam-
pa, insegnanti e rappresentanti delle istituzioni. Sono le combattenti del-
l'assessorato alla cultura, emblema di questa terra di confine, oltreché di
vini, di caratteri granitici. "Porta a Oriente", come in un gioco di significa-
ti, nella doppia accezione di un Festival aperto alle culture orientali e di
una città di confine, propaggine italiana verso est. Una esperienza che si
ripete da cinque anni. Grazie a un assessorato illuminato che ha scom-
messo sulle donne dando visibilità al sapere femminile. "Prima di iniziare
questa avventura facevo l'architetto. La mia vita era scandita dagli orari.
Avevo tempo per leggere un libro o uscire con le amiche. Con la politica
è cambiato tutto. Il tempo si è dilatato e la mia giornata da assessora mi
impegna per 14-
15 ore al giorno.
Ma sono felice
perché è quello
che volevo fare".
Gianna Molisani
ha l'aspetto della
sciatrice, viso ab-
bronzato e capel-
li corti aperti sul-
la fronte. La co-
noscono tutti a
Udine per le bat-
taglie intraprese e
per il coraggio
con cui difende le
sue idee. Un
gruppo compat-
to. Insieme a lei le amiche. Rosanna Borato, Sandra Bianchi, Daniela Rut-
ter e tante altre. Insegnanti e imprenditrici. Intellettuali, come Maria Pia
Tamburlini, anni di esperienza in Perù e promotrice culturale dello staff.
"Come donne siamo nate ieri. Questa è la prima generazione che ha im-
parato a collaborare e a fare rete. La competizione nasce per assicurarsi un
"protettore" al di fuori del padre. Il maschio come assicurazione per la vec-
chiaia, datore di lavoro, marito. Oggi finalmente riusciamo a fondare nuo-
vi modelli femminili ritrovando le "madri simboliche" senza le quali si di-
venta uomini". Impegnata sul territorio e sensibile alle politiche femmini-
li da quando è diventata Assessora, Gianna Molisani, ha inventato Calen-
didonna. Una vetrina, dove possono entrare studi, iniziative, riflessioni e
progetti promossi dalle donne. Per festeggiare un 8 marzo lungo 30 gior-
ni. Valorizzando l'incontro con culture lontane. Cina, India, Nord Africa e
quest'anno Giappone. Ha le idee chiare Gianna Molisani e le energie per
realizzarle: "Ho sempre pensato che la vita pubblica, per le donne, inizi a
50 anni. Dopo i tempi per la cura della famiglia, della carriera. Per me la-
vorare in politica, dedicarmi alla comunità, sviluppare le ricchezze del ter-
ritorio, è come occuparmi di una famiglia".
(E. I.)
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