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Numero 12 del 2009

Femminsmo: parliamone


Foto: Femminsmo: parliamone
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Testi pagina 35

noidonne dicembre 2009 35
Il 10 Dicembre 2009 alle ore 16.00, si
terrà la conferenza internazionale "La
risoluzione ONU 1325 del 2000. Le
donne nei processi di pace: spunti per
un dibattito italiano in una prospettiva
internazionale" presso la Provincia di
Roma, sala del Consiglio Provinciale,
Palazzo Valentini - Via IV Novembre
119/A. In questa occasione saranno
presenti ospiti dall'Afghanistan e dalla
zona dei grandi laghi in Africa, che
lavorano per l'implementazione della
1325 con le diverse comunità nel post-
conflitto per costruire relazioni di pace
a partire dalle donne. Inoltre saranno
presenti delle rappresentati europee
della società civile impegnate nella
redazione e nell'implementazione del
piano di azione dei rispettivi paesi per
la 1325. Verrà presentato il filmato
"Pray devil back to hell" una prima ita-
liana sul decisivo contributo delle
donne liberiane nella costruzione del
processo di pace del proprio paese.
La conferenza è organizzata dalla
Fondazione Pangea onlus in collabora-
zione con il Centro Studi Difesa Civile,
le Donne in Nero, Action Aid e la rivista
NoiDonne.
L'evento, è promosso dal Forum Pace,
Diritti Umani e Solidarietà
Internazionale della Provincia di Roma,
in collaborazione con la Presidenza del
Consiglio Provinciale, nell'ambito della
IV settimana per la pace e i diritti
umani dal titolo "Onora la madre, tutti
figli della stessa terra".
I programmi di DDR (disarmo, smobilitazione e reintegra-
zione degli ex combattenti), nei paesi in post-conflitto
assicurano i processi essenziali per ristabilire la pace, pro-
muovere profonde trasformazioni all'interno della società
ed eliminare le cause che hanno generato il conflitto.
Se le donne vengono escluse dal processo di DDR si per-
dono molte delle opportunità finalizzate a trasformare la
società e ricostruirla su riforme istituzionali che assicuri-
no relazioni di genere più giuste e paritarie. La SC Res.
1325 raccomanda di prendere in considerazione le pro-
spettive di genere, includendo i bisogni specifici delle
donne e delle giovani, durante il rimpatrio ed il reinseri-
mento degli ex combattenti e nei programmi di ricostru-
zione subito dopo la guerra, ponendo un'enfasi particola-
re alla partecipazione delle donne nella pianificazione
delle attività di DDR. Nella Repubblica Democratica del
Congo numerose donne e ragazze hanno preso parte atti-
va al conflitto, alcune di loro si sono arruolate volontaria-
mente altre sotto la costrizione dei comandati dei gruppi
armati, la loro partecipazione al conflitto si è svolta sotto
varie forme, fornendo supporto logistico per trasportare
armi, per riferire messaggi, come schiave sessuali ed in
molti casi come vittime di stupri.
L'applicazione di un approccio squisitamente militare
nella definizione dei contenuti ed obiettivi del programma
nazionale di Disarmo Smobilitazione e Reintegrazione
degli ex combattenti e della relativa designazione dei
beneficiari dei progetti di reintegrazione, privilegiando
quelli che provenivano dal fronte e che avevano usato le
armi, ha escluso dai progetti di reintegrazione socio eco-
nomica degli ex combattenti migliaia di donne e ragazze
che hanno preso parte al conflitto.
Le associazioni delle donne per la Pace della RD Congo
hanno promosso campagne d'informazione a livello nazio-
nale sui contenuti della Risoluzione1325, sul ruolo delle
donne nei processi di pacificazione e nella riforma del
Sistema di Sicurezza lottando affinché nelle riforme istitu-
zionali dei programmi di ricostruzione nazionale il princi-
pio di parità di genere venisse garantito.
Augusta Angelucci
Ha lavorato dal 2003 al 2007 in DRC per
l'UNDP in qualità di Senior Gender Advisor
GENDER E DDR
Goma, dove diverse centinaia di
donne vestite di nero si sono ritro-
vate per chiedere con forza la pace e
la fine dell'impunità nelle violenze.
Un segno di coraggio per denuncia-
re le violenze subite - parole e silen-
zio per sottolineare la solennità e
l'importanza del loro trovarsi insie-
me. Gli stessi gruppi di donne attive
sul fronte della mobilitazione hanno
incontrato rappresentanti ufficiali a
livello nazionale e presso la
Missione delle Nazione Unite
(MONUC) per chiedere un più serio
ingaggio da parte delle autorità.
Consapevole di quanto sia impor-
tante la formazione, ActionAid ha
organizzato iniziative con personale
di polizia, militare e paralegale per
contribuire alla fine dell'impunità,
accrescere la consapevolezza da un
lato degli specifici abusi subiti dalle
donne in condizioni di conflitto e
dall'altro di quanto sia cruciale
includere autenticamente le donne
nei processi di pace.
Beatrice Costa
Per ulteriori informazioni sul lavoro di
ActionAid si può visitare il sito:
http://www.actionaid.it
foto Katia Graziosi
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