Numero 8 del 2009
Ozio pigrizia tempo libero
Testi pagina 35
Il consueto raduno annuale della dia-spora iraniana, a sostegno delle liber-
tà democratiche e del rispetto dei diritti
in Iran, si è svolto presso il vastissimo
Parco delle Esposizioni di Villepinte al
nord di Parigi - le stime parlano di circa
90.000 presenze - ed ha assunto que-
st'anno un significato del tutto partico-
lare per le donne (tantissime) e gli uo-
mini intervenuti, venendo a cadere pro-
prio nei giorni successivi all'infelice epi-
logo delle elezioni politiche iraniane del
12 giugno. Il 20 giugno di ogni anno la
capitale francese ospita una grande ma-
nifestazione in ri-
cordo della data dei
sanguinosi scontri
avvenuti a Teheran
nei primi anni Ot-
tanta, contro le de-
generazioni del regi-
me "religioso" dei
mullah. Accanto
agli iraniani e insie-
me a loro svento-
lando bandierine e
cartelli gialli con
scritto In support of
the Iranian people,
erano presenti i de-
legati di numerose
organizzazioni poli-
tiche ed umanitarie, intellettuali, citta-
dini e cittadine provenienti da Europa,
America, Australia e Medio Oriente. In-
tenso l'intervento della amatissima lea-
der del Consiglio Nazionale della Resi-
stenza Iraniana, Maryam Radjavi, elet-
ta dal Parlamento in esilio come futuro
presidente della repubblica per il perio-
do transitorio seguente all'auspicata ca-
duta dei mullah, per la realizzazione di
un cambiamento democratico in Iran
(la cosiddetta terza via). All'arrivo di
Maryam, il pubblico è in delirio: "Biso-
gna ricostruire una società dove siano
ripristinate le libertà fondamentali e la
parità nei diritti - afferma la leader con
eccezionale carisma - dove alle donne
sia consentito vestire come vogliono ed
occupare posti di potere, dove non vi sia
più discriminazione fra i sessi. Il fonda-
mentalismo religioso è più pericoloso
della bomba atomica dei mullah". Le
donne iraniane, fra le più colte e cultu-
ralmente attive del Medio Oriente, da
tempo chiedono la fine della censura e
delle repressioni, insieme
ad una riconosciuta liber-
tà di esprimersi, lavorare,
relazionarsi all'interno
del proprio Paese. Certo
ci sono anche donne in
Iran che non vogliono il
cambiamento, che parla-
no di 'reprimere le donne
malvelate', così come sussistono inco-
gnite sull'avvento al potere dell'opposi-
zione, ma il vento di tempi nuovi si è al-
zato e soffia inesorabile. Il ricordo dei
"martiri" e delle prigioniere e prigionieri
politici assume oggi per le donne una
doppia valenza: non c'è bisogno di
guardare lontano, si muore negli scontri
di piazza anche in questi giorni. Attra-
verso interventi, mostre, musica irania-
na e testimonianze dirette, il raduno pa-
rigino ha trasmesso con forza alle ami-
che ed agli amici giunti da ogni parte
del mondo, la volontà del popolo ira-
niano di voltare pagina, la sua inestin-
guibile sete di libertà. L'appello alla par-
tecipazione alla giornata di solidarietà
è stato lanciato dall'Associazione Don-
ne Democratiche Iraniane in Italia e
raccolto dalla Casa Internazionale del-
le Donne, dall'AFFI e dalla Rivista Noi-
donne, che hanno inviato a Parigi rap-
presentanti anche in nome di tutti i mo-
vimenti ed associazioni da sempre im-
pegnate nella lotta per la libertà e l'au-
todeterminazione delle donne.
noidonne luglio/agosto 2009 35
Manifestando a Parigi
Iran
Elisabetta Colla
le iraniane hanno chiesto a gran voce di essere libere
di esprimersi, lavorare, relazionarsi nel proprio Paese
ULTIM'ORA
Narges Mohammadi non potrà ritirare
il premio Langer 2009
Di professione ingegnere, si è laureata in fisica a Zanjan, portando avanti,
già durante gli anni universitari, un'intensa attività culturale e giornalistica
su riviste indipendenti e riformiste, per il rispetto dei diritti delle donne e
degli studenti: oggi Narges Mohammadi, iraniana, Presidente del Comitato
Esecutivo del Consiglio Nazionale della Pace e Vicepresidente e portavoce
del Centro dei Difensori dei Diritti Umani, è stata insignita del premio inter-
nazionale Alexander Langer 2009 dal Comitato scientifico e di garanzia,
messo a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, per il
suo impegno politico e sociale e per la promozione dei diritti umani in Iran.
Purtroppo, dopo il contestato esito delle elezioni presidenziali, senza alcu-
na spiegazione, è stato ritirato a Narges il passaporto, rendendole impossi-
bile l'espatrio ed il conseguente ritiro del premio.
Come se non bastasse, a questo increscioso episodio si è aggiunto l'arre-
sto del marito, Taghi Rahmani, docente universitario stimato sia all'interno
del paese sia all'estero, il quale, per sostenere le sue speranze in un Iran libe-
ro e democratico ha già trascorso in prigione un terzo della sua vita. La
Fondazione Langer li aspettava a Bolzano nel mese di luglio perché interve-
nissero alla cerimonia di consegna del premio e al festival "euromediterra-
nea", quest'anno quasi interamente dedicato all'Iran con un confronto tra
qualificati conoscitori della realtà politica e culturale iraniana. Un altro tri-
ste tassello della scarsa trasparenza e delle forme violente di una politica
che vuole mantenere il controllo mettendo a tacere i suoi intellettuali, spe-
cialmente le donne note all'estero.
E.C.