Numero 5 del 2009
La nuova Europa
Testi pagina 35
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nuncia. D'altra parte,
però, le stime fornite
dallo stesso Pentago-
no fanno rilevare co-
me i casi riportati alle
autorità inquirenti
costituirebbero solo
un quinto di quelli
commessi. Altro ele-
mento particolar-
mente sgradevole è il
fatto che dei 2763 ca-
si denunciati nel
2007, solo 832 sono
arrivati ad una con-
clusione giudiziaria.
Asia / Myanmar
L’ONU denuncia la detenzione illegale
di Aung San Suu Kyi
Il comitato delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitra-
rie - organismo indipendente formato da esperti prove-
nienti da Cile, Pakistan, Russia, Senegal e Spagna, e legato
al consiglio dell'Onu per i diritti umani - chiede la "libera-
zione immediata" della Premio Nobel per la pace Aung San
Suu Kyi e definisce la sua detenzione "illegale" in quanto
violerebbe le "norme del diritto internazionale" e lo stesso
"ordinamento giuridico birmano". La leader del partito di
opposizione Lega nazionale per la democrazia (Nld) e pre-
mio Nobel ha trascorso 13 degli ultimi 19 anni confinata
nella sua abitazione. Non è la prima volta che l'Onu de-
nuncia la situazione di Aung San Suu Kyi come violazione
delle norme internazionali ma la contestazione attuale
mette in evidenza che "il regime di arresti domiciliari" a cui
è sottoposta la leader politica sia contrario anche all'ordi-
namento giuridico del Myanmar". La legge prevede, infatti,
un periodo massimo di cinque anni di detenzione. Secon-
do la legislazione birmana sulla protezione dello Stato pro-
mulgata nel 1975, infatti, possono essere arrestate senza
onere della prova solo le persone che "minacciano la sicu-
rezza nazionale" e il provvedimento di fermo è rinnovabile
per un massimo di cinque anni; Aung San Suu Kyi ne ha
trascorsi oltre 13 agli arresti. Il fatto che la Premio Nobel
rappresenti "una minaccia alla sicurezza dello Stato o alla
quiete e all'ordine pubblico" inoltre deve essere dimostra-
to.
Jared Genser, consigliere legale di Suu Kyi con base a
Washington, ha accolto con favore la presa di posizione
del comitato Onu perché "avrà importanti ripercussioni"
sull'azione delle Nazioni Unite "nei confronti di Paesi come
Cina, Russia e altri che hanno sempre protetto la giunta".
America del Sud / Argentina
Legge contro la violenza
E' stata approvata con un'ampia maggioranza una legge
che intende prevenire e punire la violenza contro la donna
in tutti gli ambiti delle sue relazioni interpersonali. La nor-
ma, che sarà applicata a livello nazionale, contempla non
solo la violenza domestica ma anche quella che si produce
nei luoghi di lavoro, nei partiti politici, nell'informazione,
nei servizi di salute riproduttiva. E' stata approvato anche
un articolo che istituisce la creazione del Registro Nazio-
nale dei condannati per reati contro l'Integrità sessuale.
La nuova legge definisce la violenza contro le donne co-
me "ogni tipo di condotta, azione o omissione che, in ma-
niera diretta o indiretta, tanto in ambito pubblico come in
quello privato, basata in una relazione diseguale di potere,
intacchi la vita, la libertà, la dignità, l'integrità fisica, psi-
cologica, sessuale, economica o patrimoniale e la sicurez-
za personale" specificando che vengono inclusi anche tut-
ti gli atti e le azioni commessi "dallo Stato o dai suoi rap-
presentanti". La grande novità della norma risiede nel fatto
che, fino a questo momento la legislazione si era occupa-
ta solo della violenza intrafamiliare, cioè quella commessa
da un familiare mentre ora c'è uno specifico richiamo alla
violenza di genere nelle sue varie forme (fisica, sessuale,
economica, simbolica) e a tutti i livelli dello Stato (organi-
smi pubblici, partiti politici, imprese, sanità pubblica).
Altro tratto fortemente innovativo è l'attenzione sulla
violenza mediatica che viene definita come la diffusione di
messaggi stereotipati che in maniera diretta o indiretta
promuovano lo sfruttamento delle donne o della loro im-
magine, e attentino, disonorino, umilino o discriminino la
dignità delle donne. La norma include altresì definisce co-
me violenza ogni atto che metta in pericolo la libertà ri-
produttiva e che minacci il diritto della donna a scegliere li-
beramente e responsabilmente il numero di gravidanze e
l'intervallo tra una e l'altra.