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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 35

Testi pagina 35

33Gennaio-Febbraio 2016
PER NON DIMENTICARE LE MAROCCHINATE.
E RESTITUIRE LORO DIGNITà
“Le Marocchinate” tornano a parlare per chi vorrà ascol-
tarle. Queste donne hanno raccontato le loro storie, la Sto-
ria dimenticata delle donne ciociare e delle violenze da
parte dei goumiers, al seguito del V Corpo d’armata fran-
cese del Generale Alphonse Juin nel maggio del 1944 in
Ciociaria, avallate, sembra, dai comandi alleati. Dopo un
silenzio durato oltre 70 anni, esse cercano ancora con for-
za quella giustizia che non hanno mai avuto e che invano
era stata reclamata.
Questo libro è frutto di una ricerca sul campo durata 12
anni, durante la quale l’autrice Stefania Catallo, fondatrice
del Centro Antiviolenza e Biblioteca “Marie Anne Erize” di
Tor Bella Monaca, ha potu-
to raccogliere le memorie
orali di quante hanno voluto
rivivere assieme a lei quei
giorni di maggio del 1944.
Vittime destinate all’oblio,
oppure ribelli sopravvissute
condannate al silenzio o re-
sistenti e fiere, sono questi i
profili delle “marocchinate”
raccolti in brevi e dense in-
terviste che costituiscono il
cuore di questo libro. Il loro
vissuto emerge prepotente
in tutta la sua drammati-
ca verità in ottanta vibranti
pagine. Il tutto a mostrare
come ancora oggi il dolore
di quegli accadimenti sia
ben persistente nella mente
e nelle anime nonostante lo
scorrere del tempo e la “ragion di stato”. Sul dramma delle
“marocchinate” sopravvissute ad una tragedia che ebbe
proporzioni immense, si pensa infatti che furono 20mila le
donne violentate dai goumiers soltanto nel Basso Lazio,
calò un velo di oscurità già all’indomani della fine del se-
condo conflitto mondiale. Un velo spesso che nemmeno
l’intervento della deputata Maria Maddalena Rossi, i cui atti
parlamentari sono posti a mo’ di conclusione nelle ultime
pagine di questo testo, riuscì a squarciare. Un velo che
gli anni, però, hanno reso più sottile e che ora, con questo
sforzo di ricerca e di analisi, si tenta di sollevare definitiva-
mente restituendo dignità alle tante vittime di una guerra
silenziosa e sporca, compiuta da soldati armati e feroci
contro donne indifese e ignare della furia dei dominatori.
Il libro ha ottenuto il patrocinio morale dei comuni ciociari
più colpiti dal fenomeno: Ausonia, Castro dei Volsci, Cec-
cano, Esperia, Pastena, Vallecorsa e Villa S. Giovanni.
Tutt’ora queste terre conservano la memoria di quei gior-
ni, rinnovandola ogni anno con iniziative culturali per non
dimenticare. Risulta particolarmente toccante la testimo-
nianza di una suora, vittima di una furia inarrestabile che
non conobbe senso di umanità e pietà per nessuna delle
vittime.
Stefania Catallo
Le marocchinate
Ed Sensibili alle Foglie, pagg 80, euro 12,00
LA PIRATA CHE COMBATTE
GLI STEREOTIPI
Il libro di Francesca Bossini
“Chi trova un tesoro trova
un pirata” (ed Giralangolo,
collana Sottosopra diretta
di Irene Biemmi) ha vinto il
Premio Narrare la parità
(2015), che a settembre è
stato consegnato a Milano,
nello spazio WE Women
for EXPO. Ideato dall’As-
sociazione Woman to
be e sostenuto dalla Re-
gione Toscana, il premio
ha “l’obiettivo di diffondere sin
dalla più tenera età modelli di comportamen-
to rispettosi di tutte le forme di diversità, a cominciare
da una delle fondamentali e cioè quella tra i sessi”. Il
premio, che da questa seconda edizione ha un respiro
europeo, è rivolto alla fascia d’età prescolare (0/6 anni)
e “lancia una sfida agli scrittori/trici per l’infanzia: quella
cioè di proporre alle bambine e ai bambini testi liberi da
stereotipi sessisti in modo che imparino a riconoscerli
e a superarli, a non associare la differenza tra i generi
a destini prestabiliti, a limiti, a divieti, a non identificarsi
in ruoli preconfezionati e rigidi”. Il testo, accompagnato
dalle belle illustrazioni di Agnese Baruzzi, narra di Lilla,
una ‘strana’ pirata ‘fatta a forma di bambina’ che urla
cose tipo ‘corpo di mille cannoni’ e che, organizzando
la pulizia della spiaggia, trova un tesoro, diventa ‘capita-
na’e… offre un bell’esempio di correttezza!
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