Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 35
33Ottobre 2015
Lo sfondo, in un angolo, raffigura la raccolta (forse sono ciliegie) e introduce la ‘Fruttivendola’, prota-
gonista, insieme al tripudio di frut-
ti e ortaggi ordinatamente disposti
in ceste e piatti, della grande tela
di Vincenzo Campi (1536-1591
circa). Ma l’attenzione è richiama-
ta sulle more, frutti del Gelso nero
che nel Rinascimento era pianta
“connessa alla saggezza, alla pa-
zienza, alla diligenza”. Tra le tante
informazioni che l’elegante opu-
scolo porge al visitatore, si ap-
prende che della Morus nigra L. si
apprezzavano “le proprietà medi-
cinali, già riferite da Galeno, che
ne impiegava i frutti maturi come
purgante, quelli immaturi come
astringenti e la corteccia come
vermifugo”. Ecco servito ‘l’assag-
gio’ di Arte Horto, percorso artistico-botanico che propo-
ne l’osservazione di alcuni particolari raffigurati in 17 tele,
scelte tra i tanti capolavori di pittura ospitati nella Pinaco-
teca di Brera a Milano. L’intento dell’iniziativa, che si inserisce
tra gli eventi di ‘Expo in città’ ed è visitabile fino al 31 ottobre
2015, è quello di sottolineare l’importanza simbolica e cultura-
le del mondo vegetale nei dipinti. La visita continua nell’Orto
Botanico adiacente, oppure può iniziare proprio dalla magia
dei suoi colori e profumi. È un itinerario affascinante con cui
Aboca, in collaborazione con l’importante struttura
museale voluta da Maria Teresa d’Austria, ha voluto
richiamare l’attenzione sull’intreccio vitale tra uomo,
natura e cultura accanto ai profondi legami con le
piante medicinali, per millenni l’unica cura contro le
malattie e sollievo dai malanni. Della pera, frutto del
Pyrus communis L, conosciamo il sapore e le molteplici forme
ma abbiamo dimenticato il suo ruolo terapeutico “utile perfino
per eliminare la tossicità dei fungi velenosi”, come spiega un
prezioso opuscolo soffermandosi sulla splendida ‘Madonna
della Candeletta’ di Carlo Crivelli (1430-1495 circa). Il po-
etico ‘Fiori nel chiostro’ di Eugenio Gignous (1850-1906)
mette in primo piano la Malvarosa, che nel linguaggio dei fiori
nell’Ottocento rappresentava la fertilità e l’ambizione femminile
ma, prima ancora, secondo Ippocrate era efficacissima “per
ogni tipo di ferita e contro i morsi velenosi di serpenti, ragni e
scorpioni”. Certo non tutti sanno che la verga consegnata ai
pretendenti di Maria fosse di legno di Oleandro; così dice la
tradizione, opponendo forse al candore della Madonna l’im-
magine fosca della sua nota tossicità. E lo spunto per sapere
che il Nerium oleander L. è lo stesso ‘ammazzalasino’ delle
Metamorfosi di Apuleio lo offre nientemeno che lo ‘Sposalizio
della Vergine’ di Raffaello Sanzio (1483-1520).
Una mostra nella mostra che regala sorprendenti sguardi, for-
nisce spunti e informazioni, rinnova miti e leggende in una
sapiente e piacevolissima miscellanea che è occasione per
apprezzare la ricchezza della trama e dell’ordito con cui è
tessuta la nostra cultura. Un insolito viaggio insieme ai maestri
della pittura che non delude.
L’ARTE DELLA NATURA
AllA PinAcotecA di BrerA vA in scenA l’intreccio trA nAturA
e PitturA. È ARTE HoRTo, Percorso ARTisTico-boTANico
di Tiziana Bartolini
pp.32_33 APPRODI_ottobre_2015.indd 33 29/09/15 06.43