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Numero 3 del 2015

8 Marzo al tempo delle crisi


Foto: 8 Marzo al tempo delle crisi
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Testi pagina 35

33Marzo 2015
una condizione del pensiero umano che trova spazio e si
rifl ette ampiamente nelle considerazioni e nell’elaborazione
fi losofi ca anche di Simone Weil a cui accosterei la Ortese.
È una dimensione del percorso di vita anche della Ortese,
al tempo stesso tormentato e limpido, che in niente contra-
sta con il fi lo ed il segno fondamentale unitario della sua
ispirazione. Poi c’è la Ortese battagliera, anche nei suoi
reportage giornalistici dove nulla è affi dato al caso, dove
le immagini sono il risultato di una condivisione. Il modo in
cui si sviluppa l’opera della Ortese è un lungo processo di
maturazione proprio per quella sorta di coerenza alla vita,
alla testimonianza, alla ricerca direi mai realizzata di una
quiete. Preoccuparsi dell’offesa al mondo oltre che delle
offese fatte all’uomo, comporta un uso di strumenti carat-
terizzati dal realismo degli anni ’50. Soli i visionari (artisti e
poeti) possono scoprire e cantare adeguatamente il mon-
do. Anna Maria Ortese si concede poco, riservata e acuta,
intelligente e conservatrice. È la ‘stranezza’ continua che
suscita l'esperienza della vita stessa, che in Ortese non è
mai egocentrata, ma sempre ‘cosmica’, una viva relazione
fra tutte le creature viventi, da cui non è esclusa la pietra (e
dunque la terra e i suoi abitanti come ‘corpo celeste’, mai
separato dall'universo): la scrittura può raccogliere e resti-
tuire questa relazione solo assecondandone il movimento,
quindi operando nello stesso senso della vita e della natu-
ra, per somiglianze, per spostamenti, per metafore”.
“Potrei ricominciare da capo, se volessi,
aggiungendo tante altre cose che mi sono sfuggite.
Ma tutto quello ch'è passato davanti ai miei occhi,
in tutti questi anni, si stende già in un solo tono
uniforme, in un solo colore azzurro, dove questo
o quel particolare non hanno più importanza di un
vago arricciarsi di spume o brillare di pagliuzze
d'argento. Il mare! Ecco cos'è una vita quando gli
anni si mettono a correre tra noi e la riva diafana
sulla quale siamo apparsi la prima volta: assopito,
remoto, mormorante mare”.
(da Il Porto di Toledo).
“Allora fu dichiarata la sovranità divina
dell'Intelligenza. […] E l'Intelligenza, paludata di
Ragione, aveva giurato di agire, e fondare la libertà
democratica: che non è la libertà del respiro. È
semplicemente la libertà di tutti, la libertà senza
limite, che alla fi ne toglie il Respiro a tutti”. 
(da Corpo celeste)
IL centenario della nascita di Anna Maria Ortese è stato contrassegnato dalle iniziative che l’as-sociazione Eleonora Pimentel di Napoli, attraver-
so la presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofi ci
Esther Basile, ha organizzato. Il libro scritto dalla stessa
Basile e pubblicato dall’editore Ali&no con il titolo “Anna
Maria Ortese” ne è stato un tramite e testimonianza. L’ap-
puntamento alla Camera dei Deputati dello scorso 25 feb-
braio alla presenza della Presidente Laura Boldrini e con la
partecipazione, tra gli altri, del poeta Elio Pecora e con il
reading affi dato alla professionalità dell’attrice Milena Vu-
kotic è stato l’incontro di punta di un lungo percorso.
A descrivere la vicinanza con la Ortese sono le parole di
Esther Basile “Parlare della Ortese oggi signifi ca parlare
anche di pratiche femminili che rinnovano il percorso delle
scrittrici e che bisogna riprendere. La sua è stata un’avven-
tura che sa di coraggio e di disvelamento; nelle sue pagine
le voci narranti e le fi gure agenti, siano esse appartenenti
al mondo animale o vegetale, aprono un nuovo spazio. En-
trare nel mondo ortesiano ha signifi cato essere accompa-
gnate da studiose come Gabriella Fiori e Monica Farnetti
alla riscoperta di mondi e corpi celesti, appunto. Si scopre
così una alterità che è anche il tramite della propria identi-
fi cazione, che ci obbliga all’ascolto, che ci riunisce in una
nuova comunità per un percorso in salita che tiene conto
della specifi cità della scrittrice, dell’altezza della sua voce
che diventa incarnazione di una sorta di fragilità e di poten-
za allo stesso tempo. Abitare la contraddizione è non solo
ANNA MARIA
ORTESE
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