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Numero 11 del 2006

Finanziaria che verrà: facciamo i conti


Foto: Finanziaria che verrà: facciamo i conti
PAGINA 34

Testi pagina 34

Dopo un periodo di silenzio, in cuil'opera di Tina Modotti sembrava
condannata ad una "damnatio memo-
riae" (ma erano gli anni del maccarti-
smo americano!), l'attenzione per que-
sta grande figura del Novecento ha tro-
vato di nuovo vigore. Tuttavia, rico-
struire in sintesi il suo itinerario esisten-
ziale e artistico, ricollegandolo all'am-
biente storico e culturale entro il quale
esso si è svolto per mezzo secolo, signi-
fica offrire al lettore una dimensione
biografica della protagonista tale da ri-
scattarla dalla marginalità artistica,
dislocarla dal centro della sua leggenda
e collocare sia la sua arte che la sua
esperienza entro un dato contesto. Pur-
troppo la vita della Modotti è
diventata, per certa letteratu-
ra, mito, ispirando poeti e ro-
manzieri che hanno usato la
sua biografia in senso agio-
grafico. E, tuttavia, proprio
gli elementi che si sono pre-
stati alla leggenda e troppo
facilmente alla caricatura (la
femme fatale, l'ardente stali-
nista, ecc.), sono anche quel-
li che ne hanno distorto la
reale comprensione. Certa-
mente la vita di Tina Modot-
ti si è prestata oltre che alla
costruzione di un'immagine
retorica, che ne esalta l'av-
ventura esistenziale tumul-
tuosa accanto a personaggi
di spicco, anche a un certo
genere di mistificazioni dove i
giochi dei servizi segreti e le
campagne stampa montate
ad arte dai governi controri-
voluzionari hanno tentato di
creare una contro immagine di Tina,
malefica spia o malefica amante (fu ac-
cusata dell'assassinio compiuto nel
1929 nei confronti di Mella) o, al con-
trario, vittima di oscuri complotti. Sulla
sua stessa morte (Città del Messico,
1942) la stampa si scatenò: assassinio
politico o morte naturale?
Recuperare l'esemplarità della vita
artistica e rivoluzionaria della protago-
nista significa cogliere, inoltre, quei mo-
menti paradigmatici in cui Tina fu non
solo la "donna" di qualcuno: da We-
ston, maestro e guida sulla via dell'arte,
a Rivera, che la raffigurò nei suoi mura-
les, a Guerrero e Mella, combattenti ed
eroi rivoluzionari che la iniziarono al-
l'attivismo politico, per finire a Contre-
ras (Vidali), suo conterraneo e membro
dell'Internazionale comunista. Sottoli-
neando i risultati attivi in campo arti-
stico e nell'impegno politico, il ruolo
passivo di musa e modella della Modot-
ti, attribuitole da chi ha teso a rappre-
sentarla soprattutto come ispiratrice e
sostenitrice dei suoi amanti, artisti o ri-
voluzionari, passa del tutto in secondo
piano.
Nata a Udine il 17 agosto 1896, Ti-
na approda giovanissima a San Franci-
sco e, dopo un periodo passato al telaio
di una fabbrica, che funzionava soprat-
tutto grazie all'apporto di emigrati eu-
ropei, può soddisfare la sua innata an-
sia di sapere entrando negli ambienti
della cultura e dell'arte della metropoli
californiana e della vicina Los Angeles.
Negli Stati Uniti la Modotti sperimenta
insieme con il marito (detto Robo dagli
amici) la pittura, dipingendo tessuti
con la tecnica del batik.
Va poi in Messico, dove il celebre fo-
tografo Edward Weston la inizia alla
sua stessa arte. A contatto con il clima
del paese, Tina trasforma la fotografia
in strumento d'indagine e di denuncia
sociale: le sue foto di operaie e contadi-
ne, di bambini del popolo, del tutto pri-
ve dei deteriori caratteri folcloristici,
hanno una loro autentica espressività.
Realizzando un'inchiesta fotografica
sulle condizioni dei quartieri poveri di
Città del Messico, ella indaga tra le pie-
ghe della realtà, ricerca il volto nasco-
sto degli emarginati e dei poveri. Entra
in contatto con il mondo delle classi op-
presse, che la spinge ad avvicinarsi ai
gruppi democratici e progressisti presen-
ti tra gli intellettuali messicani. Costoro
le accendono un vivo interesse per la
militanza politica. Nel corso degli anni
Venti, conosce il pittore e militante Xa-
vier Guerrero, lavora per il movimento
sandinista nel Comitato "Manos fuera
de Nicaragua" e, durante una
manifestazione in favore di
Sacco e Vanzetti, ha modo
d'incontrare Vittorio Vidali.
Grande influenza ha su di lei
l'opera pittorica dei muralisti
Siqueiros, Orozco, Rivera, tesa
a cambiare i modi della produ-
zione artistica nazionale in
sintonia con il processo rivolu-
zionario che infiamma il pae-
se, teatro di un'effervescente
apertura al rinnovamento arti-
stico. Come la maggioranza
degli artisti ed intellettuali de-
gli anni Venti e Trenta, la Mo-
dotti mette sempre più la pro-
pria arte, il suo impegno politi-
co, la sua stessa vita, al servi-
zio delle classi sfruttate e del-
l'ideale rivoluzionario. Le sue
opere artistiche assumono sem-
pre più valenza ideologica. Ti-
na trasforma la tecnica di fo-
tografare, spostando l'obietti-
novembre 2006 noidonne34
Cristina Carpinelli
Professione: rivoluzionaria
Tina Modotti
Tina Modotti
La distribuzione delle armi - Diego Rivera
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