Numero 5 del 2006
L'altra metà
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Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, davanti
all'Assemblea Legislativa nel giugno
scorso, appena nel corso della prima
seduta della nuova legislatura, auspica-
va come fine del suo programma la
costruzione di "una società multietni-
ca", sottolineando nel contempo "l'esi-
genza di arricchire relazioni e il dialogo
culturale, la tutela dell'identità e del
nostro sapere sociale, la capacità di
accogliere e di estendere diritti e doveri,
il rispetto delle leggi per tutti. Per con-
trastare disagio, solitudine, per accre-
scere servizi e qualità". Lo stesso pro-
gramma di legislatura riporta chiara-
mente questi obiettivi, aggiungendone
uno molto importante ai fini dell'inte-
grazione dei cittadini stranieri: "l'esten-
sione del diritto al voto amministrativo
per chi vive e lavora nelle nostre comu-
nità". La nostra Regione, dunque, si
muove sul terreno dell'integrazione
tenendo ben presenti tre obiettivi:
costruire relazioni positive, garantire
pari opportunità di accesso e tutelare le
differenze, assicurare i diritti della pre-
senza legale.
In questa direzione va il "Programma
triennale per l'integrazione sociale dei
cittadini stranieri 2006-2008", elabora-
to dalla Giunta regionale e approvato
dall'Assemblea Legislativa, la cui elabo-
razione era già contenuta tra gli obietti-
vi del programma di legislatura del
governo regionale.
Tale programma si prefigge, in parti-
colare, di favorire l'accesso per tutti al
sistema dei servizi del welfare regionale,
eliminando barriere urbanistiche e
sociali, ma riservando anche la dovuta
attenzione alla speciale condizione giu-
ridica dei cittadini stranieri, in linea
con le indicazioni dell'Unione europea.
Si pone tuttavia ulteriori obiettivi: la
messa a regime dell'Osservatorio regio-
nale sul fenomeno migratorio, la costi-
tuzione (entro il 2007) di un Centro
Regionale contro le discriminazioni raz-
ziali, la messa a punto di un rapporto di
monitoraggio alla fine del triennio,
favorire interventi in ambito scolastico,
privilegiare l'attività dei mediatori cul-
turali, riservare attenzione ai fenomeni
crescenti dei richiedenti asilo e della
lotta alla tratta. Nel settore della casa,
poi, si suggerisce di privilegiare agenzie
per l'incontro tra domanda e offerta.
Si tratta, dunque, di un programma
ambizioso che vuole davvero contribui-
re alla nascita di una società giusta,
equa, che dia a tutti, anche ai cittadini
stranieri, le stesse opportunità di cresci-
ta e di realizzazione. Un programma
che, mentre si propone di usare al
meglio le competenze della Regione in
tema di accoglienza e integrazione degli
immigrati, nello stesso tempo stimola il
governo nazionale ad agevolare un
maggiore protagonismo delle Regioni in
materia di flussi migratori, con atten-
zione non solo alla quantità ma anche
alla qualità professionale.
Diritti universali nella
società multietnica
Emilia Romagna
le politiche di integrazione
della Regione
Così gli immigrati in Emilia-Romagna
Alla fine del 2004 (i dati sono del Rapporto annuale Caritas/Migrantes) nel terri-
torio regionale risultavano 284.459 presenze di immigrati, di cui 56.757 minori
(pari al 20 per cento). La percentuale, del 6,9 per cento rispetto al totale della
popolazione, è in linea con quella europea.
In 22 comuni i residenti stranieri al 31 dicembre 2004 superavano il 10 per cento,
con Luzzara (Re) in testa con una percentuale del 14,76 per cento, seguita da
Galeata (Fc) con il 13,65 per cento, da Rolo (Re) con il 12,94, da San Possidonio
(Mo) con il 12,76 e da Monghidoro (Bo) con il 12,47.
Il Marocco è il paese da cui proviene la maggioranza degli immigrati (46.408);
alle sue spalle l'Albania (35.116) e la Tunisia (16.438). In crescita il dato della
Romania (15.394) e dell'Est europeo in generale.
Passando alla popolazione scolastica, in regione nell'anno 2004-2005 erano
43.775 su 521.200 iscritti totali gli alunni con cittadinanza diversa da quella ita-
liana, vale a dire l'8,4 per cento, con punte del 10,35 per cento nella scuola pri-
maria. Le province con il maggior numero di studenti stranieri sono Reggio Emilia
e Modena. Il dato è in netta crescita: l'aumento rispetto al 2003-2004 è dell'1,4
per cento, ma ancora più netto appare il trend degli ultimi otto anni, se si calco-
la che nel 1997 le scuole della regione accoglievano 9mila iscritti di cittadinanza
non italiana e che nel 2004 gli alunni stranieri erano saliti a quasi 44mila.
Concludendo con uno sguardo al mondo del lavoro, gli archivi Inail registrano
85.228 assunzioni a tempo indeterminato di lavoratori extracomunitari (70.224
le cessazioni, con un saldo positivo di 15mila): la presenza immigrata nel merca-
to del lavoro cresce ed ha oltrepassato la soglia del 20 per cento.
Emilia-Romagna "promossa"
in integrazione
La nostra regione, l'Emilia-Romagna,
è terza in classifica (a brevissima
distanza da Veneto e Marche) per
indici di integrazione degli immigrati
stranieri. Lo dice la Caritas/Migran-
tes che, su incarico del Cnel
(Consiglio nazionale dell'economia
del lavoro e organismo nazionale di
coordinamento per le politiche di
integrazione sociale degli stranieri),
ha redatto la ricerca "Indici di inte-
grazione degli immigrati in Italia".
In particolare alcuni capoluoghi di
provincia, Reggio Emilia e Parma su
tutti, sono in cima in questa speciale
graduatoria che mette in evidenza il
livello di integrazione raggiunto dagli
immigrati sul territorio.