Numero 4 del 2008
UDI: 50E50, donne e rappresentanze
Testi pagina 34
aprile 2008 noidonne34
Scrivere del Giappone contemporaneo,attraverso lo sguardo delle donne. Un
evento per la cultura italiana che ha da-
to voce a una pattuglia di scrittrici nip-
poniche, presenti a Udine, a marzo, per
la quinta edizione del Festival Calendi-
donna. E' il racconto della sessualità
femminile, nell'uso e abuso
del proprio corpo, attraver-
so pratiche estreme che sfo-
ciano nell'autolesionismo. E'
la ricerca di comunicazione
con una generazione di ma-
schi incapaci di esprimere
sentimenti, emotivamente
autistici. Uomini che non
sanno dire ti amo. Pagano
scuole per apprendere l'abc
delle emozioni e con 6000
yen imparano anche a slacciare una ca-
micetta. Sesso circoscritto ai genitali.
Estremo. Chirurgico. Povero. Retaggio di
una cultura
che affonda
le radici nel
Confuciane-
simo sull'esempio di un Imperatore che
non può mai esprimere debolezze. "Ani-
ma", come parte femminile del maschio,
appare estranea, sconfitta dai lati oscu-
ri e violenti di una generazione in cerca
di visibilità. Affamata d'amore e inca-
pace a entrare in relazione affettiva con
l'altro sesso. Una società di stampo ma-
schilista che usa il corpo delle donne co-
me merce di scambio, o come oggetto
sessuale all'interno della coppia. Sono
autrici di best seller da un milione di co-
pie, come Rendy Taguchi, antesignana
del web e acclamata pioniera del gene-
re occulto sciamanico: "Nel mio libro
Una generazione perduta?
Udine / Calendidonna
Emanuela Irace
Intervista a Antonietta Pastore
Geisha: ieri, oggi
e domani
"Geisha, No Geisha". Il titolo di Calendidonna,
edizione 2008, richiama l'amletico dilemma sha-
kespeariano. Summa di una cultura maschilista
che affonda le radici nel Confucianesimo. Eco di
un passato medievale che innalzando l'uomo al
rango di Re, lo avvicina agli dei. Un semidio cui si
deve deferenza totale. Anche mentale. Un Princi-
pe da adulare e mai contraddire. Ecco la figura della Gheisha, nata con scopo ricreativo per rendere piacevoli gli
svaghi dell'uomo- sovrano. Niente a che fare con la prostituzione, semplicemente, adulazione a pagamento.
Donne istruite nelle arti, musica, canto e danza. Abilissime nel trucco e nella mistica della vestizione. Indossa-
no kimoni ricchissimi e si adornano come maschere. Tessuti e impalcature come a teatro, per essere il più lon-
tano possibile da come si è. Gioco di seduzione o messa in scena a pagamento. Ne parliamo con Antonietta Pa-
store, scrittrice e traduttrice. Sedici anni di permanenza in Giappone e autrice del libro, "Nel Giappone delle don-
ne" (Einaudi, 2004). "Più che di seduzione parlerei di adulazione. L'uomo è già sedotto da questo tipo di donna.
E la va a cercare nelle case o l'affitta per passare una serata. La Geisha incarna un rapporto che non si riscontra
nella realtà, un modello ideale che soddisfa l'uomo narcisista. E' molto costoso apprendere queste arti. Oggi ce
ne saranno al massimo 300, ma nell'inconscio della donna nipponica, questo modello è ancora presente".
Nel tuo libro analizzi la figura della Geisha e i suoi agganci con le nuove forme di prostituzione
"Sì, sono partita dalla geisha scandagliando tutte le figure che ne derivano. Dalla hostess dei bar che vezzeg-
giano i clienti, alle entraineuse dei night club di lusso che concedono un po' di più lasciandosi toccare, alle mas-
saggiatrici che offrono prestazioni più spinte nelle saune, fino alle prostitute vere e proprie. In Giappone la pro-
stituzione è vietata. Si tollera e avviene sempre al chiuso in locali etichettati in vari modi e con nomi ambigui".
Un fenomeno che riguarda anche le giovanissime…
"La novità sono le ragazzine che si prostituiscono in forme soft. Come per esempio vendere le proprie mu-
tandine, oppure semplicemente farsi guardare nude nella casa di un uomo, come un quadro, senza farsi tocca-
re, o camminare mano nella mano con un uomo più anziano e tenergli compagnia a pagamento. Sono liceali che
cercano di guadagnare soldi per comprare abiti. E' la deriva di una società in crisi, che fonda sé stessa sul con-
sumismo e sulla svalutazione del corpo delle donne".
(E. I.)