Numero 2 del 2008
Politiche scomode
Testi pagina 34
febbraio 2008 noidonne34
Lilli Gruber
"Siamo sempre così pieni di stereoti-
pi, quando parliamo di donne e di Is-
lam, che dimentichiamo che Benazir
Bhutto è stata, a trentacinque anni, nel
1988, la prima donna del mondo mu-
sulmano ad avere un ruolo di rilievo:
Primo Ministro, democraticamente elet-
ta. La sua personalità e la sua storia,
complessa ed affascinante, scaturiscono
da alcuni eventi che l'hanno segnata:
proviene da una delle più grandi dina-
stie politiche del mondo.
Suo padre è stato il primo presidente
eletto democraticamente in Pakistan nel
1975, imprigionato dal dittatore Zia e
condannato a morte per impiccagione
nel 1979. E' stata incarcerata dal regi-
me; ha passato quasi cinque anni in pri-
gione, in isolamento, in condizioni mol-
to dure; ed è in questo momento che si è
convinta che doveva seguire il destino
familiare e rendere onore a questa eredi-
tà pesante. Si dice che all'inizio lei era
abbastanza recalcitrante rispetto alla
possibilità di seguire una carriera politi-
ca, che si sentiva obbligata dagli even-
ti. Ma non c'è dubbio che per fare ciò
che ha fatto doveva avere una vera pas-
sione politica. Altro elemento determi-
nante è stato fare i suoi studi all'estero
nelle due più prestigiose università occi-
dentali: Oxford in Gran Bretagna e Har-
ward negli Stati Uniti.
Il suo ultimo rientro in Pakistan è
stato sostenuto dall'occidente per il
quale la Bhutto rappresentava una
svolta nella strategia tenuta fino a quel
momento; l'America ha obbligato Mus-
harraf a farla rientrare, con un'amni-
stia, e a dividere, in qualche modo, il
potere con lei; questo avrebbe portato
dei cambiamenti importanti perché Be-
nazir aveva una posizione chiarissima
contro l'estremismo islamico. Ora il Pa-
kistan è un paese sull'orlo del precipizio.
Non c'è nessuno che come lei rappre-
senti il forte dissenso verso la dittatura
di Musharraf e fare una previsione è
estremamente difficile.
E' compito dell'occidente, in vista
delle elezioni di febbraio, chiarire che
sta dalla parte delle regole e della de-
mocrazia e fare pressione perché le con-
sultazioni siano pulite. Il problema è
che noi continuiamo a sostenere dei re-
gimi dittatoriali e la società civile si sen-
te abbandonata".
Margherita Boniver
"Ho conosciuto Benazir Bhutto a Is-
lamabad verso la fine degli anni ottan-
ta, quando era Primo Ministro, e ho
avuto poi modo di rivederla nuovamen-
te in riunioni e conferenze internaziona-
li almeno in altre tre occasioni. Ho un ri-
cordo molto vivido di lei; era una per-
sona appassionata e di grande coraggio
fisico. Mi rendo conto che questa affer-
mazione può sembrare ovvia adesso che
questo coraggio l'ha condotta fino alla
morte ma la sua forza era sempre stata
percepibile. Era una donna che colpiva
molto per la sua strepitosa bellezza ed
eleganza, unita a dei modi diretti ed
aperti. Benazir Bhutto diceva chiara-
mente cose che i politici del suo paese
non si sarebbero mai sognati di dire; la
sua preparazione politica era indiscuti-
bile proprio perché proveniva da una di-
nastia che nella pratica del governo si
era sempre sperimentata.
Il suo ultimo rientro in Pakistan è
stato, come sappiamo, frutto di un ac-
cordo con gli americani e, appena arri-
vata, lei dichiarò la ragione di questo ri-
torno che adesso possiamo leggere come
il suo testamento politico: " Sono torna-
ta nel mio paese per combattere il terro-
rismo e ristabilire la democrazia". La si-
tuazione del Pakistan appare ora più
critica che mai. Questo grande paese di
matrice islamica, che è sempre stato lai-
co, sta attraversando il suo momento
più difficile e si trova sull'orlo di un
Benazir Bhutto
...nel ricordo di tre donne