Numero 6 del 2009
Libere o sicure?
Testi pagina 34
giugno 2009 noidonne34
Mi ritengo molto fortunata ad anno-verare tra le mie conoscenze Lidia
Varbanova. Bulgara, cittadina del mon-
do, volitiva, decisa e generosa, vanta
un Dottorato di ricerca in Economia, un
Master in Management Industriale, un
patentino di giornalista, una serie di
premi e di riconoscimenti prestigiosi.
Da oltre vent'anni sulla scena, è tra i
massimi esperti sui temi delle politiche
culturali nazionali ed internazionali,
dei programmi per lo sviluppo della pro-
gettazione culturale annoverando tra i
suoi diversi incarichi la Direzione del
Network delle Arti e della Cultura della
Fondazione Soros, la vice-presidenza
della Rete Europea dei Centri di Forma-
zione di Amministrazione Culturale EN-
CATC, la Direzione del Dipartimento
del management sociale e della Cultura
dell'Università dell'Economia nazionale
e Mondiale di Sofia.
Attualmente risiede in Canada dove
collabora con la Fondazione Musagetes,
il dipartimento di e-cultura dei Beni
Culturali e il centro per l'expertise in
Cultura e Comunità. Consulente ed edi-
tore del Laboratorio della Cooperazione
Culturale europea, nel corso degli ultimi
anni è docente invitata alla City Uni-
versity di Londra, all'Università delle
Arti di Belgrado.
Lidia... "cittadina del mondo" dunque?
Nel mondo contemporaneo ciascuno
di noi è sempre più 'cittadino del mon-
do': le possibilità di viaggiare sono sem-
pre più frequenti e lo spazio internet glo-
bale rappresenta il luogo nel quale
scambiamo idee ed esperienze. Io sono
una di quelle che negli ultimi quindici
anni per questioni legate al lavoro ha
cambiato paesi e continenti abbastanza
spesso. La mobilità non faceva parte
delle mie prerogative; è la conseguenza
di ciò che faccio: aiuto le organizzazio-
ni culturali ed i professionisti della cul-
tura ad emergere attraverso il perfezio-
namento della propria visibilità, l'attra-
zione di pubblico e sostenitori, l'orga-
nizzazione di migliori campagne di re-
perimento di fondi e marketing, il mi-
glioramento delle capacità delle perso-
ne che lavorano nelle arti usando spazi
online ed altri strumenti per la collabo-
razione e lo scambio.
Che cosa tutto queste per te, donna,
rappresenta?
Per quanto riguarda me personal-
mente posso solo dire che ciò che faccio
è guidato dalla mia forte motivazione
di aiutare. Sono una lavoratrice auto-
noma, faccio la consulente e scelgo i
miei progetti secondo criteri molto sem-
plici: per prima cosa il contenuto inte-
ressante e stimolante e poi per le perso-
ne coinvolte - devono essere tanto moti-
vate quanto me e devono avere un ap-
proccio professionale in ciò che fanno,
desiderosi di imparare e di esplorare in-
sieme.
Donna e Cultura, un binomio non in-
frequente, vero?
In tutti i miei corsi di management
culturale nel mondo le donne sono più
degli uomini. Questo ambito professio-
nale è certamente "dominato dalle don-
ne". L'associazione cultura-arte, la loro
gestione, la comprensione delle arti e il
desiderio di avere una vita professiona-
le flessibile e attraente siano motivazio-
ni più forti per le donne coinvolte nel
settore rispetto al business puro. Il mio
impegno è basato sul mio vissuto: ven-
go da una famiglia di musicisti. La mu-
sica fa parte del mio DNA. Non posso
vivere senza musica. Non pensate che
questo possa essere un argomento molto
semplice a sostegno delle arti ?!
Che cosa pensi in termini di occupa-
zione femminile nella Cultura? Qua-
li sono i settori nei quali le donne so-
no prevalenti?
La mia osservazione informale è che
la maggior parte del management inter-
medio nelle arti è costituito da donne,
ma non necessariamente nei livelli api-
cali. Nel corso della mia carriera pro-
fessionale ho incontrato donne estrema-
mente brillanti, gradevoli, di successo e
di potere dalle quali ho imparato molto.
Ammiro le donne che hanno intuizione
e sanno usarla accanto al sapere e alle
competenze accumulate.
Cultura e conflitto tra i sessi: solo
una questione di potere anche nel
mondo dei 'lavoratori' della Cultura?
Non separo mai le persone tra 'uomi-
ni' e 'donne', ma tra coloro 'che sono in
grado' e 'non sono in grado' , tra 'profes-
sionisti' e 'non-professionisti'. Apprezzo
sempre le persone che fanno il proprio
lavoro in modo responsabile e con im-
pegno, senza distinzione di sesso. Non
amo la parola 'lavoratori' in rapporto
alla cultura e alle arti, anche se esiste
nella legislazione del lavoro. Ogni lavo-
ro nel settore culturale ha insiti elemen-
Intervista a Lidia Varbanova
Potenza del femminile nella Cultura
Graziella Bertani