Numero 2 del 2015
Libere/i di scegliere: gay lesbo Lgbt - Speciale Rebibbia
Testi pagina 34
32 Febbraio 2015
EG
IT
TO
di Zenab Ataalla
È salito a centocinquanta il numero delle
persone accusate di omosessualità e con-
dannate a detenzione nell’ultimo anno in
Egitto.
A denunciare la drammatica situazione è l’associazione
indipendente che si occupa di diritti umani, la Egyptian
Initiative for Personal Rights (http://eipr.org/en) che ha
sottolineato come l’anno appena trascorso sia da consi-
derarsi l’anno peggiore in assoluto per la comunità LGBT
del Paese. Sebbene l’omosessualità non sia di fatto vie-
tata in Egitto, e nel Codice Penale non sia formalmente
previsto alcun reato ad essa associato, l’anno appena
trascorso ha visto gli omosessuali egiziani letteralmente
presi di mira dal nuovo governo e accusati non solo di
perpetrare comportamenti immorali, ma anche di essere
istigatori della prostituzione altrui. Se fino all’era Mubarak
la situazione era stata tacitamente tollerata,
tanto più se non veniva alla luce del sole,
dallo scoppio della rivoluzione del 2011 e
in particolare con l’elezione del Presidente
Al Sisi la realtà è nettamente peggiorata. Il
nuovo governo sembra volersi servire della
comunità LGBT per stabilire un nuovo cor-
so politico e mettere a tacere quanti lo ac-
cusano di essere troppo occidentalizzato,
con l’intento di rafforzare in questo modo
la sua posizione non solo nei confronti dei
Fratelli Musulmani, ma anche dei Paesi
arabi limitrofi. Un vero e proprio giro di vite
che fa montare la paura in chi vorrebbe vivere con sere-
nità il proprio orientamento sessuale ma non ci riesce,
come ci confida Mahmoud, un ragazzo che abbiamo
avuto modo di incontrare in un bar vicino a piazza Tahrir,
zona centrale del Cairo e
centro nevralgico della ri-
voluzione. “In Egitto essere
gay o lesbica significa por-
tare addosso uno stigma.
Significa macchiare l’onore
della famiglia. E questo la
dice lunga su come io e tutti
i miei amici possiamo vivere
la nostra sessualità. Non ci
siamo solo ‘noi’, ma ci sia-
mo ‘noi’ inseriti all’interno
della società egiziana. Ed
è proprio questo il problema perché ogni nostra azione
ha inevitabilmente una ripercussione sociale - racconta
Mahmoud, che continua -. Per quello che mi ricordo non
ho mai visto in Egitto un atteggiamento
così repressivo nei confronti della comuni-
tà LGBT come quello che si sta verifican-
do negli ultimi anni”. Mahmoud si riferisce
chiaramente ad alcuni fatti di cronaca re-
cente, repliche di un antecedente celebre,
che risale a più di dieci anni fa, quello del
‘Queen Boat’. A maggio del 2001 la polizia
fa irruzione su questa imbarcazione anco-
rata sul Nilo. In seguito alla retata vengono
arrestate più di cinquanta persone. L’accu-
sa ufficiale mossa alla maggior parte dei
partecipanti è quella di “corruzione abitua-
le” e “condotta oscena” in base all’articolo 9C della legge
10 del 1961 che punisce ancora oggi la prostituzione.
Nonostante la costruzione delle accuse su altri reati, è
chiaro fin dal primo momento che il motivo degli arresti
GLI IMPOSSIBILI
DIRITTI
LGBT
L’opinione pubbLica ritiene L’omosessuaLità sociaLmente inaccettabiLe.
per La comunità LGbt eGiziana è caccia aLLe streGhe
IL nuOvO GOvERnO
SEMBRa vOLERSI
SERvIRE DELLa
cOMunITà LGBT
PER METTERE a
TacERE quanTI
LO accuSanO DI
ESSERE TROPPO
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IL GOvERnO
EGIzIanO accuSa
GLI OMOSESSuaLI
DI cOMPORTaMEnTI
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E DI ESSERE
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PROSTITuzIOnE
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