Noi Donne Home La Nostra Storia Archivio Materiali Contatti

Ricerca nell'Archivio

Numero 12 del 2007

Un anno di notizie a colori


Foto: Un anno di notizie a colori
PAGINA 33

Testi pagina 33

noidonne dicembre 2007 33
"Alleanza rivoluzionaria" (in seguito
Guomintang), che svolse attività di
propaganda contro l'Impero cinese es-
senzialmente in Giappone, dove erano
emigrati molti studenti dissidenti (don-
ne comprese). Punto di riferimento delle
studentesse cinesi fu la femminista giap-
ponese Utako Shimoda, fondatrice di
una delle più antiche scuole femminili
del Giappone, l'Università Jissei. Questa
donna ebbe un ruolo centrale nel colle-
gare la questione femminile con quella
nazionale cinese nei primi anni del se-
colo XX. A tale scopo usò una serie di
strategie per rendere consapevoli i cine-
si del nesso cruciale tra istruzione fem-
minile e nazionalismo. Nel 1901 fondò
a Shanghai la casa editrice "Società per
il Rinnovamento", che pubblicava la ri-
vista "Il Continente", ampiamente letta
sia a Shanghai che nelle province, dove
lei stessa scrisse diversi articoli propu-
gnando la sua filosofia pedagogica, ba-
sata sulla necessità dell'istruzione e del
lavoro delle donne "per migliorare non
solo se stesse ma anche il paese". La ca-
sa editrice aveva, non a caso, lo stesso
nome dell'organizzazione politica rivo-
luzionaria, la "Società per il rinnova-
mento della Cina", sorta a Honolulu nel
1894 per opera di Sun Yat-sen e che svi-
luppò la sua attività tra gli emigrati ci-
nesi, dapprima ponendosi come compi-
to prioritario l'abbattimento violento
della monarchia Manchu e, solo in se-
guito, concentrando in Cina la lotta
contro tutte le forze feudali e contro i
capitalisti stranieri che sostenevano la
monarchia.
Tra le studentesse cinesi che nel 1904
frequentarono la scuola della Shimoda,
vi era Qiu Jin, che si era unita molto pre-
sto agli studenti rivoluzionari per "cac-
ciare i mancesi, oppressori del popolo
Han, e fondare la Repubblica". Tornata
in Cina, Qiu Jin, seguendo le orme del
pensiero della femminista giapponese,
s'impegnò a diffondere il principio che
per creare una nazione forte, non sotto-
messa allo sfruttatore straniero, fosse
necessario il contributo delle donne che
dovevano studiare e lavorare. In tal mo-
do, gli ideali rivoluzionari di migliora-
mento della condizione femminile soste-
nuti da Qiu Jin (e per questo decapitata
nel 1907), divulgati tramite "Il Giornale
delle donne" (da lei stessa creato), tro-
varono un impulso decisivo dall'unione
con le forze nazionaliste. L'avvento del-
la Repubblica nel 1911 non portò van-
taggi al cammino d'emancipazione in-
trapreso dalle donne. Quest'ultime, ad
esempio, non ottennero il diritto di voto,
e per questa ragione dal 1912 si erano
sviluppati movimenti femministi di ca-
rattere suffragista, che lavorarono atti-
vamente anche in seno al Guomindang.
Gli avvenimenti successivi alla prima
guerra mondiale, spinsero molte di loro
ad aderire in modo massiccio al "movi-
mento del 4 maggio" (1919) nato come
reazione all'accettazione da parte cine-
se delle "21 richieste" e al successivo ac-
cordo nipponico-americano sul ricono-
scimento di "speciali interessi" del Giap-
pone in Cina. In questo periodo, una
donna in particolare si distinse per il
suo impegno nella lotta per i diritti fem-
minili: l'avvocatessa Xi Liang, fondatri-
ce sia della "Lega per la protezione dei
diritti civili", impegnata nella difesa dei
perseguitati politici, sia dell'"Associa-
zione per la Salvezza Nazionale", che
dava appoggio agli scioperanti nelle
fabbriche. A differenza dei movimenti
precedenti, le donne attiviste inserivano
ora, nella sfera delle loro rivendicazio-
ni, anche i diritti civili, pur sempre entro
finalità fortemente nazionaliste.
Ciò che emerse, tuttavia, come dato
decisivo per le successive conquiste fem-
minili, fu la comparsa sulla scena na-
zionale di un nuovo soggetto collettivo:
le operaie delle industrie tessili. Negli
anni della guerra, l'industria nazionale
si accrebbe notevolmente come conse-
guenza della contrazione delle importa-
zioni delle merci europee. Molte furono
le donne che entrarono in fabbrica, e per
costoro il cammino d'emancipazione
passò attraverso il lavoro e le lotte sin-
dacali, soprattutto nelle zone più indu-
strializzate e sottoposte a maggiore
sfruttamento come la regione del Can-
ton e il Sud del paese. (seconda parte il
prossimo mese)
la lunga marcia delle donne cinesi per la conquista dei loro
diritti, dalla seconda metà dell'Ottocento agli anni della
prima guerra mondiale
Utako Shimoda Utako Ushimoda Statua di Qiu Jin Statua di Confucio
\


©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®