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Numero 9 del 2008

Stampa: libertà vigilata


Foto: Stampa: libertà vigilata
PAGINA 33

Testi pagina 33

noidonne settembre 2008 33
participants in the community of na-
tions. Our peoples are still struggling for
the right to live on earth and practice
our cultural and spiritual traditions as
our ancestors did."
Alcuna risposta è giunta dal Vatica-
no né alla loro prima lettera né a quelle
seguenti in cui annunciavano la loro in-
tenzione di venire a Roma e chiedevano
udienza al papa, dal quale, oltre alla
revoca degli antichi editti, gradirebbero
ascoltare parole di scuse per i torti sto-
rici subiti cinquecento anni fa. Altri ca-
pi di stato recentemente hanno offerto
gesti di scuse o di riconoscimenti pub-
blicamente: il Primo Ministro australia-
no Kevin Rudd e il Primo Ministro ca-
nadese Stephen Harper chiedendo scusa,
rispettivamente, alle popolazioni abori-
gene e ai nativi del Canada; il candida-
to alle presidenziali statunitensi Barack
Obama promettendo di nominare nello
staff governativo un rappresentante dei
nativi americani.
Chissà se il papa risponderà alla let-
tera in cui l'"International Council of
Thirteen Indigenous Grandmothers"
chiede di unirsi al coro di tali illustri
precedenti: lettera lasciata in consegna,
tra mille difficoltà, ad un ufficio del va-
ticano dopo il momento di preghiera in-
sieme ad alcuni doni simbolici.
Ma torniamo a piazza San Pietro nel
caldo afoso di un mercoledì estivo, in
cui il papa, trovandosi a Castel Gan-
dolfo in vacanza, ha disdetto le consue-
te udienze settimanali, e alla cerimonia
religiosa delle tredici "nonne" indigene e
alla loro bisnipote, costantemente ripre-
se da un cameraman professionista di-
retto da Carole Hart. I primi ad accor-
gersi di loro sono stati dei poliziotti,
chiedendo, con i soliti modi bruschi po-
lizieschi, ma forzando sorrisi gentili, che
cosa stesse mai succedendo e se vi fosse
un'autorizzazione. Un permesso c'era,
ma, a causa di un malinteso (che una
volta chiarito i gentilissimi poliziotti si
sono prodigati ad aiutare in tutti i modi
le anziane signore), all'inizio sembrava
fosse solo per la presenza della teleca-
mera sia all'interno che all'esterno della
basilica di San Pietro.
"Bisogna - sento dire da un poliziotto
- avere un permesso anche per sostare
nella piazza".
Poco dopo la voce risonante del poli-
ziotto che parla al telefono con un suo
superiore copre i suoni degli strumenti
rudimentali indigeni che accompagna-
no danze e canti: "Sono un gruppo di in-
diane d'America, parlano solo inglese.
... Indossano abiti tradizionali, ma tut-
te molto decentemente vestite. ... Tran-
quille, nessun disordine. Che vogliono?
Pregare, sissignore è una preghiera. Pre-
gano dio nella loro lingua. Se sono cat-
toliche? sissignore sì certo, cattoliche, si-
curamente! se no perché venire qui?"
In realtà alcune delle "nonne" sono
cattoliche, mentre altre no e le loro ceri-
monie sono inter-religiose. Ma non que-
sto stuzzicava la mia curiosità man ma-
no che cercavo di entrare in contatto
con il messaggio dell'"International Co-
uncil of Thirteen Indigenous Grandmo-
thers" e non riuscivo a capire cosa po-
tesse muovere davvero una iniziativa di
tale portata e dispendiosità. Ho seguito
per un paio d'ore i loro spostamenti, tra
la piazza e la basilica, cercando di sco-
prire, attraverso domande a chi accom-
pagna in giro per il mondo le tredici sag-
ge religiose, che tipo di organizzazione
ci fosse dietro e chi finanziasse i molti
viaggi delle "nonne", che parlano sette
diverse lingue e hanno bisogno di tra-
duttori simultanei persino per comuni-
care tra loro.
La risposta mi viene da una donna
sulla cinquantina, che appena mi avvi-
cino a farle delle domande mi dice di
avere poco tempo, invitandomi a con-
sultare i siti internet. Lei rappresenta
"The Center for Sacred Studies", un'orga-
nizzazione non-profit che si prodiga per
sostenere la sopravvivenza di modalità
di vita indigene attraverso pratiche spi-
rituali inter-culturali. L'"International
Council of Thirteen Indigenous Grand-
mothers" è ben considerato da molte
realtà e riceve donazioni e sostegni eco-
nomici sia da singoli che da organizza-
zioni internazionali. La più importante
tra queste è la californiana Kalliopeia
Foundation, che trae il suo nome dalla
figlia della dea della memoria Mne-
mosyne e di Zeus: la musa greca Callio-
pe, simbolo dell'intuizione e del richia-
mo a ricordare. Missione di questa fon-
dazione è mantenere viva la memoria
affinché ogni realtà presente e futura
possa essere viva parte della sacra in-
terconnessione della vita.
Io insisto a domandarle da dove na-
sce l'idea di tutto questo seguendola per
i corridoi che lei sta attraversando nella
speranza di riuscire a consegnare la let-
tera e i doni per il papa. Lei mi risponde
che queste sono cose che provengono da
una ispirazione divina, e afferma di es-
sere stata lei a mandare lettere alle
"nonne" e a mettere insieme voci e volti
che prima erano sconosciuti tra di loro.
Come le ha scelte? Guidata dalla voce
di una divinità femminile.
Prossima tappa dell'International
Council è la Spagna: Borga e Barcelona
dove si svolgeranno cerimonie e mo-
menti formativi focalizzati sul tema del-
le conseguenze del cambiamento clima-
tico e della urgenza di una maggiore ar-
monia nel nostro pianeta.
Le idee muovono il mondo. O è il
mondo, fatto di concrete persone attive,
che muove le idee?
sono venute a Roma
per incontrare il Papa.
Volevano le sue scuse
per i torti storici subiti
cinquecento anni fa
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