Numero 6 del 2010
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Testi pagina 33
noidonne giugno 2010 33
non fosse passato nei campi di tortura,
cercando di riconoscere un corpo tra mi-
gliaia di altri corpi che, dopo la fine del-
la dittatura, hanno cominciato ad ap-
parire. Ho letto i risultati di tantissime
autopsie sperando di riconoscere da un
particolare il mio uomo; erano tutte
uguali. Tutti corpi di giovani uomini,
capelli scuri, indossavano jeans; un'in-
tera generazione. Poi nel 2008, gli an-
tropologi forensi mi hanno chiamato e
mi hanno raccontato una verità diffe-
rente. Il Negro è sopravvissuto allo
scontro a fuoco, è stato sequestrato, è
stato 45 giorni ne El Vesubio, un campo
clandestino di tortura, e poi è stato uc-
ciso e interrato in una fossa comune. E
soprattutto lo avevano ritrovato. Razio-
nalmente sono consapevole che non
avrei potuto fare nulla ma pensare che
io cercavo un cadavere quando lui era
ancora vivo è qualcosa di dilaniante.
Mi porto dentro un senso di colpa co-
stante. Quando ho avuto questa notizia
le mie figlie erano fuori dal paese e ho
aspettato il ritorno di entrambe per rac-
contargli insieme, finalmente, la verità.
Hanno avuto delle reazioni opposte,
molto differenti: una ancora non ha
smesso di piangere, non riesce a fare pa-
ce con suo padre che colpevolizza per
aver 'amato' più la lotta che le sue figlie,
non ne vuole sapere nulla della politica;
l'altra ha avuto una reazione di rabbia
estrema e da allora se ne è andata dal
paese: 'non posso vivere in Argentina'
dice.
Tu invece continui a stare qui.
Si, ma Fernanda ha ragione. Siamo
un paese che non è in grado di fare i
conti con il suo passato, nessuno si as-
sume la responsabilità di quello che è
accaduto. L'unico riconoscimento è sta-
to dato alle Madri de la Plaza de Mayo,
perché la nostra è una cultura giudaico
cristiana in cui la madre è un simbolo
che forma parte dell'immaginario. Le
Madri sono state un esempio fortissimo
e hanno guidato questa lot-
ta ma tra i familiari ci so-
no anche i mariti e le
mogli dei desaparecidos,
e sono invisibili. La società
ancora non riesce a riconoscere
che in quel crimine orrendo c'è anche
la morte di una coppia, di un progetto
di vita, di un amore.
la società ancora non riesce a
riconoscere che in quel crimine
orrendo c'è anche la morte di
una coppia, di un progetto
di vita, di un amore
L'enormità delle violenze commesse contro le donne durante i conflitti nella ex Jugoslavia e in
Ruanda hanno dato luogo, grazie all'azione politica femminista a livello internazionale, al ri-
conoscimento degli stupri sistematici di massa e di altre forme violenza contro le donne in si-
tuazioni di conflitto come crimini di guerra e contro l'umanità, secondo quanto affermato nel-
la piattaforma finale della Conferenza di Vienna sui diritti umani (1993) e più specificamente
nello Statuto della Corte Penale Internazionale (1998). A partire da questi atti internazionali
e grazie al diffondersi degli studi femministi, la violenza di genere ha iniziato a comparire co-
me tema di ricerca in diverse discipline sociali e anche nella ricerca storica. Rappresenta un ini-
zio di riflessione sistematica su questo tema il lavoro di ricerca avviato nel Dip. di Studi stori-
ci, geografici e antropologici dell'Università Roma Tre e coordinato da Marcello Flores sul tema:
"Stupri di massa, torture, violenza contro le donne nella Storia del Novecento: un'analisi com-
parata". Un primo prodotto di questo ambizioso progetto di ricerca, è il libro curato da Maria
Rosaria Stabili Violenze di genere. Storie e memorie nell'America Latina di fine novecento.
Il dibattito in corso nei paesi dell'America Latina sull'elaborazione della memoria delle soffe-
renze del recente passato, alimentato da documenti solo oggi consultabili e dalla raccolta di
sempre nuove testimonianze, occupa una parte rilevante nei processi di superamento del
"trauma" dei regimi dittatoriali, di ricomposizione sociale e ricostruzione di un'identità nazio-
nale. Anche nei saggi di questo libro le dinamiche femminili di rielaborazione collettiva della
memoria e le nuove identità che ne scaturiscono occupano un posto centrale.
Come diversi sono stati i regimi e i conflitti nei differenti paesi così anche le violenze di gene-
re hanno avuto connotazioni dissimili radicate negli specifici contesti storico-politici dell'A-
merica latina. Il libro raccoglie saggi sulle violenze di genere perpetrate, da un lato, in Argen-
tina Uruguay e Cile nel periodo delle dittature militari e del "sistema Condor" e, dall'altro, in
paesi accomunati da regimi autoritari e lunghi conflitti armati interni quali il Guatemala, il Pe-
rù e la Colombia.
Nel primo caso le violenze di genere si inseriscono all'interno della generale e sistematica re-
pressione politica: si tratta di violenze contro militanti di partiti e movimenti d'opposizione o
contro mogli, compagne sorelle figlie di militanti. Nel caso del Cile, invece, il Rapporto sugli
abusi del regime di Pinochet, pubblicato nel 2004 dalla Commissione Nazionale sulla Prigione
Politica e la Tortura, fornisce anche dati sulle violenze di genere e in particolare sugli stupri usa-
ti come forma sistemica di tortura. Da questo rapporto emergono, però, anche informazioni ri-
spetto a donne torturatrici. Nel caso di Guatemala, Perù e Colombia, poiché i conflitti hanno
avuto anche forti connotazioni etniche, le violenze di genere si sono intrecciate con compo-
nenti etniche ed evidentemente marcate da componenti identitarie, oltre che di classe sociale.
Nel caso delle donne maya in Guatemala, le violenze si confi-
gurano come parte della strategia di genocidio etnico nei con-
fronti delle popolazioni indigene, mentre nel Perù dopo il 1980,
tutti i protagonisti in gioco hanno abusato delle donne, sia mi-
litanti e leader di movimenti popolari, che contadine quechua
analfabete, o mogli madri e sorelle di nemici. In Colombia, infi-
ne, le violenze sessuali e gli stupri e le mutilazioni genitali so-
no state parte integrante del conflitto, usate dai gruppi armati
contrapposti per umiliare il nemico, o per terrorizzare la comu-
nità locali, o per vendetta. Ma in questo caso i lavori di rico-
struzione delle memoria storica si fanno complessi, essendo il
conflitto ancora in corso, dispiegato in tutta la sua violenza.
Maria Rosaria Stabili
Violenze di genere. Storie e memorie nell'America Latina
di fine novecento
Edizioni Nuova Cultura, pp. 225, ¤ 13
Tra storia e memoria Mariagrazia Rossilli