Numero 8 del 2014
Viaggiatrici
Testi pagina 33
27
Mentre scrivo la nostra legge
è ancora in discussione, invito
perciò le lettrici e lettori di Noi
Donne a seguirci sul portale www.
assemblea.emr.it. Ci sono più motivi
per farlo: il percorso di partecipazione
lungo due anni che ha portato a
questa normativa quadro, inedita
nel panorama delle Regioni italiane,
non si esaurisce con l’approvazione
ma proseguirà nei prossimi mesi
soprattutto sul territorio, dove la
legge “vivrà” compiutamente.
Il protagonismo femminile in
Emilia-Romagna è straordinario,
come testimoniano anche le
centinaia di contributi e presenze
che abbiamo raccolto nelle sedi
di confronto e consultazione.
Altri aspetti fuori dall’ordinario
si vedono nelle scelte politiche
compiute sin dall’inizio, da quella
di costituire una Commissione
permanente con poteri pieni e
con la presenza di consiglieri e
consigliere espressione di ogni forza
politica, a quella di basare il nostro
lavoro sulla conoscenza diretta,
sull’approfondimento e l’ascolto
senza filtri dei soggetti che operano
nel vasto campo delle politiche di
genere e sociali.
Per uscire dalla nicchia o dalla
carta, in cui i principi costituzionali
paritari e i diritti delle donne
sono ancora troppo spesso
relegati, abbiamo voluto usare lo
strumento della legge “quadro”
trasversale ai settori, per rendere
strutturali e durature le politiche
di genere, per incardinarle in
un’azione regionale orientata allo
sviluppo. Il ruolo sociale, politico
e culturale della donna è una
leva di crescita irrinunciabile e
vogliamo dimostrarlo anche dando
attuazione ed esito trasparente
a questa normativa. Oltre che di
una partecipazione femminile
diffusa, essa è – e sarà - il frutto
dell’alleanza tra donne e uomini per
un protagonismo sociale condiviso
che porti ad una vera democrazia
paritaria. Nel merito desidero
evidenziare il valore aggiunto della
collaborazione e coordinamento
tra istituzioni e organizzazioni
sociali, che rafforziamo e mettiamo
a sistema; il monitoraggio continuo
dei dati e la rendicontazione degli
effetti di genere derivanti dalle
diverse politiche; la premialità
per estendere le buone pratiche
antidiscriminatorie. Tutta la legge
è orientata ad un cambiamento
culturale, graduale e profondo, che a
sua volta determini una più efficace
prevenzione della violenza contro le
donne, vera sfida da vincere per una
società che si voglia definire civile.
minori testimoni di violenza sia per “uomini mal-
trattanti, perché attivino nuove modalità relaziona-
li che escludono l’uso della violenza nelle relazioni
d’intimità”. La legge prevede la possibilità per la Re-
gione “di costituirsi parte civile, devolvendo l’even-
tuale risarcimento a sostegno delle azioni di preven-
zione contro violenza sulle donne”.
A Lavoro e occupazione femminile è dedicato un
altro titolo della legge, con l’obiettivo di promuove-
re l’autonomia economica delle donne e contra-
stare la loro fragilità sociale, economica ed occu-
pazionale. Costituiti su tutto il territorio regionale
i Cug, cioè Comitati unici di garanzia per le pari
opportunità, la valorizzazione del benessere di chi
lavora e contro le discriminazioni. La strategia per-
seguita è quella delle premialità: si va dalla scelta
di “assumere il principio paritario come base per la
costruzione e disciplina dei rapporti istituzionali
e amministrativi, formulazione di bandi, selezione
degli interlocutori”, alla creazione dell’etichetta
Ged (Gender equality and diversity) che “valu-
ta le migliori pratiche di genere segnalate da enti
locali, associazioni, organizzazioni e parti sociali,
attribuendo uno specifico riconoscimento ad azien-
de esemplari sia pubbliche che private”. Incentivata
l’imprenditoria femminile, con “la costituzione di
fondi regionali di garanzia, controgaranzia e coga-
ranzia”, “la concessione di contributi per l’abbatti-
mento dei tassi di interesse”, “il sostegno all’accesso
al sistema dei Consorzi fidi regionale” e, infine, “la
stipula di convenzioni con il sistema finanziario e
del credito, nonché ordinistico, anche per percorsi
specifici di formazione”. Tra le pratiche discrimi-
nanti da contrastare, le dimissioni in bianco che
colpiscono soprattutto le donne e la loro legittima
aspirazione di maternità.
LA FORZA
DELLE DONNE
E DEL
CAMBIAMENTO
NELLE
POLITICHE
PUBBLICHE
di Roberta Mori,
consigliera PD, presidente Commissione
regionale per la Parità
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