Numero 3 del 2012
D come differenti
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è un progetto interessantissimo sia perché è una realtà di
frontiera, non strutturata, e insegna molto anche per le scel-
te forti che ha fatto l’educatore responsabile, Zihno, il qua-
le pur avendo famiglia, ha scelto di lasciare il proprio lavoro
per impegnarsi in un’attività socio-educativa, di arte ed edu-
cazione del proprio quartiere, con una impressionante de-
dizione e coerenza con le proprie scelte: quando si Visita il
progetto si rimane stupiti per la profondità dell’impegno,
malgrado la carenza di mezzi e risorse. Abbiamo deciso di
seguire solo progetti piccoli, gestiti da brasiliani, da anni sul
territorio e che ci lasciano lavorare con fiducia. A volte ci
sediamo a fare una verifica e chiediamo loro cosa c’è da mi—
gliorare, c’è un dialogo. Poi c’è l’ospitalità : una scelta è in
termini di numeri, cerchiamo di non prendere grandi grup-
pi, perché il nostro lavoro è anche dinamizzare l’esperien—
za, se si è in troppi non si riesce a creare un dialogo, il tu-
rismo responsabile non è di massa, altrimenti si depaupe-
ra del proprio significato, perché non si riesce a dare la giu—
sta attenzione, le persone devono sentirsi ben accolte.
Loris. L’aspetto agrario, in Brasile, è una risposta alle fa—
velas: si aspira ad avere un pezzo di terra per produrre un
alimento sano e vivere in armonia con la natura. Inoltre con
Zihno, l’educatore, i ragazzi si organizzano coni corsi di per—
cussioni, e, alla Casa do Sol stiamo cercando di dare il mas-
simo per mantenere questi educatori, istruttori, che po-
trebbero fare tantissimi al—
tri lavori dignitosi. Mante-
nere l’educatore che aiuta
questi ragazzi che stanno in
strada è importante, loro
fanno un lavoro importan-
tissimo, rimangono nel loro
paese aiutando i giovani
del domani. Per esempio
l’educatore musicista che lavora con noi avrebbe potuto fare
solo il musicista nei grandi gruppi e vivere in Italia, ma ha
preferito vivere in favela e aiutare i ragazzi guadagnando
poco. Possiamo mantenere l’educatore anche attraverso la
solidarietà a distanza.
A maggio sarete nella Casa da 10 anni. Cosa signiï¬ca per
voi tenere viva la motivazione?
LOI'ÃŒS. Le persone del posto con cui lavoriamo ci insegnano
tanto ogni giorno, quindi c’è tanto da imparare, imitare e
ci aiutano, lo sforzo è compensato con i frutti del lavoro, gli
ospiti che diventano amici ed escono emozionati, si man-
tengono i contatti anche dopo molto anni con gli encanta—
dos, ci si sente inseriti in un contesto lontano dalla nostra
cultura, ma se fossimo una pousada qualunque, che fa solo
ospitalità , non avrebbe senso ... Un’esperienza come quel—
la di venire qui può cambiare la vita, un viaggio come que-
sto, può migliorare la comunità e la famiglia, sia qui in Bra-
sile che anche una volta tornati in Italia. Con Maria abbia—
mo fatto dei viaggi che ci hanno sconvolto, ci hanno cam-
biato e dopo i quali abbiamo iniziato a impegnarci di più
in Italia fino ad arrivare al volontariato come servizio.
Maria. La nostra storia e le motivazioni che abbiamo an-
cora nella scelta di Casa Encantada, si basano anche su espe—
rienze fatte come turisti oltre che nel volontariato: ci siamo
trovati qui, a concretizzare anche per gli altri, perché per
noi il viaggio è stato una scuola di vita, quando si parla di
incontrare l’altro, questo è fondamentale, un viaggio che può
essere solo ecologico 0 paesaggistico è povero ma nel mo-
mento in cui tu hai un contatto umano già questo ha un ri—
svolto completamente diverso per le persone che incontri:
il fatto di aver fatto delle scelte forti di volontariato, di ve-
dere le necessità della gente e identificarsi con loro, questa
è stata una scuola di vita, un’esperienza ricchissima, un modo
di vedere diverso e di porsi in maniera diversa, rispetto a
una cultura che la maggior parte delle persone che viene non
conosce.
Il futuro della Casa come lo vedete, come lo vorreste, ave-
te un sogno?
Maria. Che diventi realmente a livello economico soste-
nibile e ci dia un po’ di tranquillità , cosa che ancora non c’è,
e poi che possa diventare una rete, che sia un ponte di scam-
bio interculturale. La Casa è una ruota e, se si riesce a fare
una buona promozione aumentando l’afflusso (specie in bas—
sa stagione) con persone anche di altri Stati, che non fanno
le vacanze solo in luglio e agosto, sarebbe un bene, perché
avremmo la possibilità di pagare le diarie e sostenere i pro—
getti, e attraverso la conoscenza delle persone creare inter-
scambi culturali con altre realtà di turismo responsabile. I
Informazioni per una vacanza responsabile nella Casa
e per le possibilità di sostegno al progetto sono nel sito
wwcasaencantadait
noidonne I marzo I 2012 31