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Numero 3 del 2012

D come differenti


Foto: D come differenti
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Testi pagina 33

è un progetto interessantissimo sia perché è una realtà di
frontiera, non strutturata, e insegna molto anche per le scel-
te forti che ha fatto l’educatore responsabile, Zihno, il qua-
le pur avendo famiglia, ha scelto di lasciare il proprio lavoro
per impegnarsi in un’attività socio-educativa, di arte ed edu-
cazione del proprio quartiere, con una impressionante de-
dizione e coerenza con le proprie scelte: quando si Visita il
progetto si rimane stupiti per la profondità dell’impegno,
malgrado la carenza di mezzi e risorse. Abbiamo deciso di
seguire solo progetti piccoli, gestiti da brasiliani, da anni sul
territorio e che ci lasciano lavorare con fiducia. A volte ci



sediamo a fare una verifica e chiediamo loro cosa c’è da mi—
gliorare, c’è un dialogo. Poi c’è l’ospitalità: una scelta è in
termini di numeri, cerchiamo di non prendere grandi grup-
pi, perché il nostro lavoro è anche dinamizzare l’esperien—
za, se si è in troppi non si riesce a creare un dialogo, il tu-
rismo responsabile non è di massa, altrimenti si depaupe-
ra del proprio significato, perché non si riesce a dare la giu—
sta attenzione, le persone devono sentirsi ben accolte.

Loris. L’aspetto agrario, in Brasile, è una risposta alle fa—
velas: si aspira ad avere un pezzo di terra per produrre un
alimento sano e vivere in armonia con la natura. Inoltre con
Zihno, l’educatore, i ragazzi si organizzano coni corsi di per—
cussioni, e, alla Casa do Sol stiamo cercando di dare il mas-
simo per mantenere questi educatori, istruttori, che po-
trebbero fare tantissimi al—
tri lavori dignitosi. Mante-
nere l’educatore che aiuta
questi ragazzi che stanno in
strada è importante, loro
fanno un lavoro importan-
tissimo, rimangono nel loro
paese aiutando i giovani
del domani. Per esempio
l’educatore musicista che lavora con noi avrebbe potuto fare
solo il musicista nei grandi gruppi e vivere in Italia, ma ha
preferito vivere in favela e aiutare i ragazzi guadagnando



poco. Possiamo mantenere l’educatore anche attraverso la
solidarietà a distanza.

A maggio sarete nella Casa da 10 anni. Cosa signiיִca per
voi tenere viva la motivazione?

LOI'ÃŒS. Le persone del posto con cui lavoriamo ci insegnano
tanto ogni giorno, quindi c’è tanto da imparare, imitare e
ci aiutano, lo sforzo è compensato con i frutti del lavoro, gli
ospiti che diventano amici ed escono emozionati, si man-
tengono i contatti anche dopo molto anni con gli encanta—
dos, ci si sente inseriti in un contesto lontano dalla nostra
cultura, ma se fossimo una pousada qualunque, che fa solo
ospitalità, non avrebbe senso ... Un’esperienza come quel—
la di venire qui può cambiare la vita, un viaggio come que-
sto, può migliorare la comunità e la famiglia, sia qui in Bra-
sile che anche una volta tornati in Italia. Con Maria abbia—
mo fatto dei viaggi che ci hanno sconvolto, ci hanno cam-
biato e dopo i quali abbiamo iniziato a impegnarci di più
in Italia fino ad arrivare al volontariato come servizio.

Maria. La nostra storia e le motivazioni che abbiamo an-
cora nella scelta di Casa Encantada, si basano anche su espe—
rienze fatte come turisti oltre che nel volontariato: ci siamo
trovati qui, a concretizzare anche per gli altri, perché per
noi il viaggio è stato una scuola di vita, quando si parla di
incontrare l’altro, questo è fondamentale, un viaggio che può
essere solo ecologico 0 paesaggistico è povero ma nel mo-
mento in cui tu hai un contatto umano già questo ha un ri—
svolto completamente diverso per le persone che incontri:
il fatto di aver fatto delle scelte forti di volontariato, di ve-
dere le necessità della gente e identificarsi con loro, questa
è stata una scuola di vita, un’esperienza ricchissima, un modo
di vedere diverso e di porsi in maniera diversa, rispetto a
una cultura che la maggior parte delle persone che viene non
conosce.

Il futuro della Casa come lo vedete, come lo vorreste, ave-
te un sogno?

Maria. Che diventi realmente a livello economico soste-
nibile e ci dia un po’ di tranquillità, cosa che ancora non c’è,
e poi che possa diventare una rete, che sia un ponte di scam-
bio interculturale. La Casa è una ruota e, se si riesce a fare
una buona promozione aumentando l’afflusso (specie in bas—
sa stagione) con persone anche di altri Stati, che non fanno
le vacanze solo in luglio e agosto, sarebbe un bene, perché
avremmo la possibilità di pagare le diarie e sostenere i pro—
getti, e attraverso la conoscenza delle persone creare inter-
scambi culturali con altre realtà di turismo responsabile. I

Informazioni per una vacanza responsabile nella Casa
e per le possibilità di sostegno al progetto sono nel sito
wwcasaencantadait

noidonne I marzo I 2012 31
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