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Numero 1 del 2016

L'utero è mio e....? Maternità surrogata


Foto: L'utero è mio e....? Maternità surrogata
PAGINA 33

Testi pagina 33

31Gennaio-Febbraio 2016
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ferto medico che viene trasferito alle autorità per la verifica
del tipo di violenza subita. Solo in seguito parte la denuncia
e il marito viene convocato in tribunale” spiega Magda Adly,
sottolineando che “l’ospedale può anche rifiutare di rilascia-
re il referto e non dare seguito alla denuncia, cosa che avvie-
ne spesso quando la prognosi è inferiore a 21 giorni”.
Va detto, poi, che non sono stati rari i casi in cui le don-
ne che hanno deciso di denunciare siano state trattate in
modo aggressivo dagli agenti di polizia, che “rimproverano
le donne di essere lamentose per un piccolo litigio” e tenta-
no di dissuaderle ripetendo “che non c’è motivo di denun-
ciare il marito”. “È normale che in questo modo le vittime
AIDOS
RAPPORTO UNFPA SUllO STATO
dEllA POPOlAziONE
NEl MONdO 2015
“Al riparo dalla tempesta. Un'agenda innovativa per donne e ragazze, in un mondo in continua emer-genza”. È il titolo dell’annuale Rapporto UNFPA sul-
lo stato della popolazione nel mondo 2015 presentato a Roma lo
scorso 3 dicembre 2015, in contemporanea con altre capitali. Il
documento è redatto dall’UNFPA, Fondo delle Nazioni Unite per
la popolazione, in collaborazione con AIDOS - Associazione ita-
liana donne per lo sviluppo, che cura il lancio e l’edizione italiana. 
Il titolo del documento “Al riparo dalla tempesta. Un'agenda
innovativa per donne e ragazze, in un mondo in continua
emergenza”, richiama immediatamente all'attualità di questi
giorni, ai milioni di persone che fuggono da cataclismi e conflit-
ti varcando confini tra innumerevoli difficoltà. Sono oltre 100 mi-
lioni le persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria
attualmente nel mondo, secondo gli ultimi dati forniti da UNFPA,
di queste circa 26 milioni sono donne e ragazze. Mai, dalla se-
conda guerra mondiale, si era raggiunta una cifra così alta.
“Tre quinti del totale delle morti materne si verificano nei paesi co-
siddetti fragili, a causa di un conflitto o una catastrofe naturale, in
tali aree gravidanza e parto uccidono giornalmen-
te una media di 507 donne”, ha affermato Giulia
Vallese, rappresentante UNFPA in Nepal, inter-
venuta alla presentazione romana. “Il rifugio dalla
tempesta è un richiamo a governi e organizzazioni
affinché in situazioni di crisi venga sempre garan-
tito il diritto alla salute di donne e ragazze, spe-
cialmente quella sessuale e riproduttiva, nonché il
diritto alla protezione da violenza. Dobbiamo fare
in modo che i bisogni delle donne non
vengano più relegati in fondo alla lista di
priorità negli interventi umanitari ma che
siano posti al centro”.
Maria Grazia Panunzi, presidente di AI-
DOS, ha sottolineato come già all'interno
dei nuovi Obiettivi di sviluppo sostenibile,
approvati a fine settembre a New York,
la necessità di raggiungere la parità di
genere entro il 2030 non è solo obiettivo
a se stante ma trasversale a tutti i 17 obiettivi della nuova Agenda
di sviluppo. Soffermandosi sull’Italia? Panunzi ha sottolineato che
“nell’ambito della cooperazione internazionale italiana, il primo do-
cumento triennale di programmazione previsto dalla nuova legge
di cooperazione 125/2014 non riporta riferimenti alla salute ses-
suale e riproduttiva”, richiamando l’attenzione sul fatto che il nostro
Paese “ha ora la possibilità di riconfermare il suo impegno a con-
siderare prioritario l’empowerment delle donne, anche con il finan-
ziamento di programmi specifici volti a garantire servizi per la sa-
lute sessuale e riproduttiva”. Lo stesso obiettivo è stato richiamato
da Giampaolo Cantini, direttore Generale per la Cooperazione
allo Sviluppo, che ha sottolineato come sia essenziale il coinvol-
gimento delle istituzioni nel favorire l'empowerment di donne e ra-
gazze anche da un punto di vista legislativo allo scopo di favorire
“un approccio integrato e olistico che dia una formazione diversa
agli operatori umanitari per i bisogni di donne e ragazze, per lavo-
rare davvero tutti al raggiungimento della parità di genere”. Per-
tinente la definizione di ‘forma di persecuzione”
che la rappresentante dell'UNHCR Cristina Fran-
chini ha dato della violenza di genere, spiegando
che il viaggio delle migranti e rifugiate sia quasi
sempre un percorso rischioso che spesso le vede
oggetto di violenza. Secondo l'UNHCR l'approc-
cio di genere è fondamentale nelle emergenze
umanitarie per garantire, come lo stesso rapporto
UNFPA enfatizza, una ripresa reale.
si sentono doppiamente sole” osserva Magda Adly. Ma
quando le donne vittime di violenza chiedono aiuto “sia-
mo lì ad offrire loro quell’assistenza psicologica e legale di
cui hanno bisogno. E siamo al loro fianco nel combattere
quello stigma della società che le vede colpevoli di aver
denunciato il marito”.
Si tratta di un percorso lungo che porta ad una nuova rina-
scita che “inizia con la consapevolezza dei propri diritti in
quanto donna ed in quanto essere umano” conclude Mag-
da Adly, più volte minacciata per il suo lavoro a favore delle
donne egiziane. b
Foto: Frontline defenders
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