Numero 10 del 2015
Madri
Testi pagina 33
31Ottobre 2015
M
ON
DO
esempio viene dal Kosovo, dove tante vedove di guerra
producono insieme frutta e ortaggi, dandosi sostegno
a vicenda. La terza battaglia è quella legata all’auto-
determinazione dei corpi, necessaria oggi più che mai
per combattere contro il diffuso clima reazionario nei vari
paesi europei e la difficoltà di esercitare il diritto all’a-
borto. L’ultimo ambito è quello della sovranità alimentare,
ovvero come le donne si stanno auto-organizzando per
trovare modi di produrre cibo nell’ottica di contrastare
il predominio delle multinazionali, generatrici di disastri
ambientali, povertà, disuguaglianze. In segno simbolico
le ragazze hanno raccolto e scambiato con le donne che
hanno incontrato semi di piante e alberi da frutto.
La tre giorni romana è coincisa con la bella Marcia del-
le donne e degli uomini scalzi, che a Roma è partita
dal Centro Baobab, simbolo di accoglienza, e a cui le
attiviste della carovana e della coordinamenta hanno
partecipato per denunciare l’ingiustizia delle politiche
migratorie europee e globali e, in particolar modo, la
violenza agita sui corpi delle donne migranti prima,
durante e dopo i loro percorsi di fuga. Spazio di con-
fronto anche sulla salute sessuale e riproduttiva pres-
so il Centrodonna L.I.S.A, e sul tema della salute psi-
chiatrica alla Casa Internazionale di via della Lungara,
partendo proprio dalla discussione del libro “Praticare
la differenza: donne, psichiatria e potere” di Assunta
Signorelli, nota psichiatra e allieva di Franco Basaglia.
Tre giorni di confronto e dialogo, che danno forza all’at-
tivismo quotidiano e infondono speranza alle donne e
alle femministe di tutta Europa. I racconti che ci sono
giunti dalle ragazze della Carovana ci fanno dire con
convinzione che siamo tante, siamo potenzialmente vi-
cine e siamo dalla parte giusta. b
viaggiare per tutti questi mesi, alternandosi alla guida,
macinando chilometri e tappe, stringendo mani e imbat-
tendosi in tante storie di donne, anche molto diverse tra
loro. Un’impresa ambiziosa la cui idea, come ci hanno
spiegato Clara, Marion, Sara, Natalia, Ann e Miriam, è
venuta proprio alle giovani femministe del gruppo “Young
Feminists”, costituitosi nel 2011 all’interno della Marcia
Mondiale delle donne. Dodici ragazze hanno lavorato al
progetto, dandosi il cambio nelle varie tappe del viaggio,
iniziato lo scorso 6 marzo nel Kurdistan Turco e prosegui-
to attraversando Grecia, Bulgaria, Romania, Serbia, Ko-
sovo, Bosnia, Croazia, Austria, Svizzera, Francia, Belgio,
Germania, Polonia, Italia, Spagna e Portogallo. Per dare
un senso a questo grande sforzo logistico e investigati-
vo, a questa potente pratica femminista transnazionale,
e poterla raccontare alle donne che hanno incontrato sul
loro cammino, hanno raggruppato le battaglie delle don-
ne in quattro aree tematiche. Il primo tema è quello della
violenza contro le donne. Le battaglie di cui ci racconta-
no sono quelle delle donne curde, combattenti - armate
e non - per la libertà del loro popolo. Donne che combat-
tono contro la guerra e che colpiscono l’immaginario per
via del loro coraggio e dell’indomita voglia di vivere una
vita libera. Un’altra esperienza che le ha colpite è stata
la visita in Austria nei campi di concentramento nazisti,
dove gruppi di femministe e lesbiche custodiscono e cer-
cano di trasmettere la memoria della specificità femmini-
le anche nella prigionia: le donne infatti, oltre a sopporta-
re fame, malattie e torture, venivano date come premi agli
altri prigionieri. Un’altra ragione per cui le donne lottano è
l’autonomia economica. A Tusla, in Romania, le ragazze
della carovana hanno incontrato donne che si battono af-
finché le fabbriche dove lavorano non chiudano. Un altro
pp.30_31_MONDI_ottobre_2015.indd 31 29/09/15 06.43