Numero 11 del 2007
Stop femminicidio
Testi pagina 32
novembre 2007 noidonne32
NICARAGUA
Ay Nicaragua, Nicaragüita !
Nel novembre del 2006 il Parlamen-
to nicaraguense aveva abolito un arti-
colo del vecchio Codice Penale, in vigo-
re da 130 anni, che prevedeva la possi-
bilità dell'interruzione volontaria di
gravidanza a scopo terapeutico. A di-
stanza di un anno, il 13 settembre
2007, l'abolizione del comma 3 dell'ar-
ticolo 143 del Nuovo Codice Penale,
che regolava la possibilità di praticare
l'aborto nel caso in cui almeno tre me-
dici avessero certificato una situazione
di grave pericolo per la vita della ma-
dre, è stata confer-
mata. Il Codice sta-
bilisce una pena da
uno a tre anni di
carcere per chi prati-
ca l'aborto e da uno
a due anni per le
donne che se lo pro-
curano da sole. Nel
gennaio del 2007
associazioni che si
occupano di diritti
umani e gruppi di
donne hanno pre-
sentato vari ricorsi
di incostituzionalità
alla Corte Suprema ma al momento
questa non si è ancora pronunciata sul
fatto.
Si chiude un percorso, a dire la veri-
tà piuttosto vergognoso, con il quale il
Nicaragua entra nel novero dei paesi in
cui non è possibile praticare l'interruzio-
ne volontaria di gravidanza neanche
per gravi motivi di salute della madre o
del feto, in seguito ad uno stupro o ad
un incesto.
Il cammino che ha portato a questa
situazione si inserisce nella rinnovata
offensiva delle Chiese Cattolica ed
Evangelica e nel de-
siderio dei partiti
politici di ricevere
un sostegno dalle
gerarchie ecclesiasti-
che. Ciò che aggiun-
ge allo sconcerto an-
che lo sdegno è il
comportamento di
Daniel Ortega, lea-
der sandinista; a vo-
ler pensare male in-
fatti la sua elezione
a presidente, realiz-
zata grazie all'ap-
poggio politico delle
correnti cattoliche ed evangeliche del
paese, è avvenuta a pochissima distan-
za dalla sua svolta antiabortista. E ri-
sulta piuttosto discutibile la risposta del
deputato sandinista Edwin Castro, che
insieme a lui ha appoggiato la legge an-
ti-aborto, che ha definito il fatto, all'in-
domani delle votazioni, "frutto di valu-
tazioni che riguardano semplicemente
un criterio di vita e di civiltà".
A distanza di un anno dall'entrata in
vigore della nuova norma, Human
Rights Watch ha pubblicato il risultato
di un'inchiesta che testimonia l'impatto
devastante per la salute e la vita delle
donne che ha portato la proibizione to-
tale dell'interruzione volontaria di gra-
vidanza. L'indagine, che si basa su in-
terviste a medici, funzionari del sistema
di salute pubblica, donne che hanno
avuto bisogno di assistenza e familiari
di donne che sono morte in seguite alla
norma, si chiama 'Sopra i loro cadaveri:
negazione dell'accesso ai servizi ostetri-
ci di emergenza e l'aborto terapeutico in
Nicaragua' e documenta come la nuova
norma abbia provocato nelle donne an-
che il timore di concorrere a servizi di
salute 'legali', nel caso di complicazioni
durante la gravidanza, specialmente in
caso di emorragie, per paura di essere
imputate per aborto. Allo stesso tempo i
medici per timore di essere sottoposti a
un processo, molto spesso sono riluttan-
ti a dare l'attenzione necessaria.
In un clima ovviamente infuocato so-
no già molte le famiglie che denunciano
la morte di donne nei reparti di medici-
na d'urgenza. La madre di Angela Mo-
rales, di 22 anni racconta che la propria
"figlia è morta dopo due giorni di rico-
vero, in cui non le sono state prestate
cure di nessun genere". Denuncia i me-
dici che le avevano "diagnosticato un'e-
morragia, ma il bambino era ancora vi-
vo". Aggiunge, confermando l'inchiesta
di Human Rights Watch, che: "Nessuno
ha toccato Angela: i medici erano eva-
sivi sulle sue condizioni, ma si respirava
aria di apprensione e imbarazzo. Noi
della famiglia l'abbiamo vista morire
poco a poco e non potevamo credere
che il servizio sanitario pubblico potes-
se rendersi complice di un assassinio".
Continua così, in un clima di assolu-
to disinteresse per la salute di tante don-
ne, il ricorso agli aborti clandestini fatti
in casa, la situazione drammatica delle
bambine madri, la violenza senza la
possibilità neanche di un qualche tipo
di riparazione.
E alla richiesta di tanti nicaraguensi
si unisce anche Human Rights Watch
che, nell'interesse di tutelare i diritti
umani delle donne alla vita, all'integri-
tà fisica, alla salute e alla non discrimi-
nazione, chiama il governo a derogare
la norma che penalizza l'aborto e a ga-
rantire giuridicamente l'accesso al abor-
to volontario e sicuro.
Mujeres, voci di donne dal sudamerica
In breve dall’America Latina
Nadia Angelucci