Numero 9 del 2008
Stampa: libertà vigilata
Testi pagina 32
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La notizia è: a piazza San Pietro sottoil sole cocente di un mezzogiorno esti-
vo il 9 luglio del 2008 si è svolta una
manifestazione di preghiera molto parti-
colare, fatta di rituali con canti e danze
di culture indigene provenienti da varie
parti del mondo. Protagoniste sono 13
donne molto anziane, confluite da
quattro diversi continenti (Circolo Arti-
co, America del nord, del centro e del
sud, Asia ed Africa) da viaggi molto
estenuanti, data anche l'età. Nei loro
paesi sono guide spirituali o sciamane o
riconosciute personalità religiose, ad
accomunarle è la persuasione che il
mondo oggi abbia bisogno della loro
preghiera ancestrale per
guarire dalla guerra e dal-
la minaccia ecologica.
Con loro viaggia, oltre
ad assistenti e traduttori,
anche una bambina di
nove anni, Davian Joell
Stand-Gilpin, che ha dan-
zato nel costume dei nati-
vi americani e che è una
trisbisnipote del capo in-
diano Coltello Spuntato
(nome attribuitogli dai
Sioux), il cui nome che-
yenne era Stella del Matti-
no, protagonista, un seco-
lo e mezzo fa, delle tratta-
tive per il mantenimento
di alcune riserve indiane
(tuttora esistenti) nello
stato del Montana.
Il primo incontro delle "nonne", svol-
tosi a Phoenicia negli Stati Uniti d'Ame-
rica, risale all'ottobre 2004, quando de-
cidono di fondare l'"International Coun-
cil of Thirteen Indigenous Grandmo-
thers", con l'intento di svolgere iniziati-
ve internazionali rivolte alla pace nel
mondo, alla salvaguardia dell'ambiente
ed all'educazione spirituale delle prossi-
me generazioni. Due volte l'anno scelgo-
no un luogo simbolo in cui confluire e,
raccolte le comuni energie, pregano in-
sieme. Con loro cammina la regista e
produttrice freelance Carole Hart che se-
gue le loro attività per girare un lungo
documentario dal titolo "For the Next 7
Generations: The Grandmothers Speak",
rivolto a diffondere nella maniera più
ampia possibile il messaggio di pace e
integrità che proviene dalle culture indi-
gene.
Finora località di riunione dell'"Inter-
national Council of Thirteen Indigenous
Grandmothers" erano state le sedi in cui
alcune di loro svolgono l'attività di gua-
ritrice o leader religiosa: Pojoaque nel
New Mexico dove si trova la casa della
grandmother Flordemayo, una
healer/curandera Mayan; il cuore della
foresta amazzonica dove si trova la co-
munità e la casa di cura centro di salu-
te olistica dirette dalle due "nonne" pro-
venienti dal Brasile Clara Shinobu Iura
e Maria Alice Campos Freire; il villaggio
di Huautla de Jimenez in cima alla mon-
tagna messicana, casa di Julieta Casi-
miro una sciamano indio Mazatec.
E, nell'ottobre del 2006, si erano in-
contrate presso la seconda sede della
leader religiosa tibetana Tsering Dolma:
Dharmsala, in India, dove si trova an-
che la residenza del Dalai Lama, che le
tredici "nonne" hanno incontrato rice-
vendo la sua benedizione.
Questa di Roma è stata la loro prima
volta in Europa, la prima volta in un
luogo geografico che non appartiene a
nessuna di loro, ma che possiede una
potente carica religiosa, tra spiritualità
e contraddizioni. Hanno scelto Roma
per chiedere udienza al papa, con spiri-
to di pace e con una richiesta ben preci-
sa: revocare e rendere
definitivamente nulle
bolle ed editti papali "su
cui si fondano le dottrine
della conquista e della
scoperta" che negli anni
dei massacri alle popo-
lazioni indigene (nel XV
e XVI secolo) hanno cau-
sato la devastazione del-
le loro culture. Nella loro
prima lettera, datata 22
ottobre 2005 e indirizza-
ta al cardinale Walter
Kasper, le Grandmothers
scrivevano: "Our peoples
must still live with the
continuing legacy of this
first denial of our right
to be treated as equal
Memorie indigene
Tredici donne in viaggio
Giovanna Providenti