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Numero 6 del 2008

1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?


Foto: 1948-2008: 60 anni di Sana e robusto Costituzione. Perchè cambiarla?
PAGINA 32

Testi pagina 32

giugno 2008 noidonne32
Il treno entra fischiando nella stazionedi Calcutta, ha attraversato durante
la notte lo stato dell'Orissa. Sono le otto
del mattino e la foschia e lo smog atte-
nuano i colori delle cose ad eccezione
del rosso intenso delle giacche e dei co-
pricapo dei facchini e del giallo dei taxi
allineati lungo la strada.
Mentre raggiungiamo la zona centra-
le di Sutter Street, immersi nel traffico
caotico che qui è una costante, osservo
che tutti vanno di fretta. E' una megalo-
poli con quattordici milioni di abitanti
ed il fiume Hooghly che la separa sem-
bra darle un po' di respiro: barconi mer-
ci vi navigano lentamente.
Imponenti edifici di epoca coloniale
reclamano restauri e ricordano un pas-
sato importante quando questa città
era la capitale dell'impero britannico
delle Indie orientali. Bandiere rosse con
falce e martello sventolano da uno di
questi edifici, forse è la sede del Com-
munist Party, qui ancora molto forte. In-
crociamo la statua di Ho Chi Minh e poi
quella di Indira Gandhi, quest'ultima
molto ricordata in tutta l'India.
Caotica, miserabile nelle sue tendo-
poli, avvolgente e con un'aria da aristo-
cratica decaduta, Calcutta, è l'unica
città dell'India che tributa ai suoi colo-
nizzatori un imponente Memorial in
onore della Regina Vittoria. E' anche la
culla da cui nasce gran parte del pen-
siero anticolonialista, indipendentista e
pacifista, unico nel suo genere. Vi è un
grande fascino in tutto ciò. E stupisce
per gli ultimi uomini-risciò ancora pre-
senti nelle viuzze centrali e per gli im-
mensi parchi pubblici in cui scorazzano
liberi capre, pecore e cavalli. I vagabon-
di dormono sui prati dove scorazzano
giocatori di cricket in pantaloni bian-
chi. Qui ho notato alcune coppie di gio-
vanissimi innamorati abbracciati come
se ne vedono nei nostri parchi. Un fatto
singolare in questo Paese.
Assistiamo a tradizionali riti religio-
si con la venerazione della dea Kali, che
richiede sacrifici di sangue - con conse-
guente decapitazione di capre - nel tem-
pio affollatissimo di Kalighat, da cui
usciamo stravolti fra la ressa umana dei
devoti che si accalcano. A pochi metri
dal tempio la casa dei moribondi di
Madre Teresa di Calcutta.
Varchiamo la soglia con timore: la
morte è lì in attesa. Ci accoglie una suo-
ra giovane e sorridente, ci saluta e subi-
to scompare dietro una porta. Davanti
a noi letti allineati con donne e uomini
coricati: sono i moribondi raccolti nelle
strade. Vi è un silenzio assordante, il
mio cuore corre veloce e non so dove po-
sare lo sguardo. Ragazze e ragazzi occi-
dentali che indossano una divisa azzur-
ra li assistono. Sono volontari che pro-
vengono da tutto il mondo. Li abbiamo
già incontrati nelle strade. Ci allonta-
niamo da questo luogo di miseria e sof-
ferenza che restituisce dignità e solida-
rietà e che lancia anche un messaggio di
speranza: questi giovani ne sono la te-
stimonianza più diretta ed autentica. Il
nostro viaggio finisce qui.
Sono sull'aereo che ci riporta a casa
e la mia mente non vuole lasciare l'In-
dia. Luoghi,situazioni e immagini si me-
scolano.
Abbiamo macinato migliaia di chilo-
metri,visto popolazioni differenti, cam-
minato in vicoli angusti e sporchi dove
Diario dall’India / sesta ed ultima tappa
Le meraviglie di Calcutta
Katia Graziosi
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