Numero 5 del 2008
Donne elette: tutto è cambiato, nulla è cambiato
Testi pagina 32
maggio 2008 noidonne32
Il viaggio da Bubaneswara a Puri conil bus locale, scassatissimo, è di poche
ore. Sui sedili stiamo strettissimi. Vi è
gente sul predellino e sulla capotta del
bus: ma qui è normale, milioni di perso-
ne si spostano ogni giorno con tutti i
mezzi disponibili. La strada è bella,
fiancheggiata da palme di cocco, risaie
e minuscoli agglomerati di case tutte
modestissime con il tetto di paglia. Mi
aspettavo una zona più sviluppata,
stiamo dirigendoci verso il mare a Puri,
sotto il golfo del Bengala. La vita di
campagna anche in questo Stato, l'Oris-
sa, è povera, si incontrano i mercatini,
non si notano scuole. Bambini si avvici-
nano al bus nei momenti di sosta per
chiedere elemosina. Anziani seduti da-
vanti alla porta di casa. Nelle risaie
prevalentemente donne al lavoro. Si ar-
riva a Puri che è già mezzogiorno e fa
caldo. Il bus ferma nell'arteria principa-
le, ove vacche ingombrano la strada
standosene tranquillamente accovac-
ciate sull'asfalto. Scendiamo e siamo
circondati da guidatori di ciclo-risciò
che qui sono tantissimi. Ecco il mare.
Non ci sono attrezzature per bagnanti,
solo barche di pescatori e reti distese al
sole. Ci dicono che questo è un luogo af-
follato quando Calcutta è invivibile per
il grande caldo. Troviamo alloggio in un
albergo di epoca coloniale in fase di
ampliamento, carino, economico e fre-
quentato solo da chi viaggia in libertà
come noi, soprattutto giovani donne
australiane, americane e inglesi. Un la-
to del giardino è adibito a cantiere edi-
le. Due ragazze sono chinate e stanno
impastando sabbia e cemento. Sono le
manovali. Non vedo il montacarichi, in
effetti qui non serve, sono loro stesse che
lo sostituiscono: riempiono le ceste di
cemento, le caricano sul capo, salgono i
tre piani dell'immobile in costruzione e
le consegnano al muratore. Poi fanno
altri giri con le pietre sul capo e così per
tutto il giorno, cemento e pietre. Cerco
di comunicare con le due donne. Non
parlano l'inglese, ma riusciamo ugual-
mente a comprenderci con la mediazio-
ne del giardiniere. Sono giovani, noto
che le loro sari sono miracolosamente
pulite. Pratibha è la moglie del murato-
re e lavora con la sorella in questo can-
tiere, da sei mesi. Provengono da un vil-
laggio dell'entroterra e alloggiano in
una casupola nascosta dalla vegetazio-
ne del giardino. Azzardo qualche do-
manda e così vengo a sapere che non
hanno figli e provengono da una fami-
glia numerosa. Chiedo cosa guadagna-
no al giorno per questo lavoro pesante,
mi dicono 30 rupie. Mentre faccio men-
talmente il rapporto con l'euro, mi sorri-
dono e riprendono il loro lavoro into-
nando una canzoncina. Manovale e
montacarico per 50 centesimi di euro al
giorno !! Incredula ripeto il conto, è
esatto. Il sole sta tramontando e scom-
pare improvvisamente dietro allo splen-
dido tempio di Jagannath Mandir. An-
cora non sappiamo che la serata e la ce-
na saranno particolari a seguito dell'in-
contro con Jaggu. Stamattina, durante
la nostra passeggiata abbiamo cono-
sciuto un giovanotto di nome Jaggu, che
riparava le reti da pesca. Giovanni gli
ha fatto delle domande sul pescato e lui
sorridendo ci ha spiegato che sua mo-
glie è molto brava a cucinare il pesce e,
se vogliamo, possiamo andare a casa
sua a mangiarlo, in tal modo può gua-
dagnare qualcosa. Abbiamo appunta-
mento alla spiaggia, prima del tramon-
to poiché la corrente elettrica è quasi
inesistente al villaggio dei pescatori.
Jaggu ci fa strada in quella specie di la-
birinto che sono le strette vie del villag-
gio fra le baracche, poiché di questo si
tratta: edifici bassi in pietra e paglia,
con tetti di paglia e pavimento in terra
battuta; animali liberi nei minuscoli
cortili e tanti bambini. Tutti ci osserva-
no seguire il nostro ospite. Ci togliamo
le scarpe ed entriamo in una casina
grande appena 5-6 metri quadrati, è
molto pulita, vi è un angolino che serve
da cucina, una stanzina con un letto da
una piazza che funge anche da seduta
ed una sedia; su alcune mensole le cose
di casa (vettovaglie e due scatoloni for-
se porta biancheria). Una finestrina fa
entrare una leggera brezza, insieme a
profumo di cibo proveniente dalle ba-
racche vicine. Arriva Jaja la moglie di
Jaggu insieme al figlioletto Arun di tre-
dici mesi. Subito il papà lo prende amo-
Diario dall’India / quinta tappa
Verso Calcutta
Katia Graziosi